Ad oggi, uno dei termini maggiormente oscuri è sicuramente blockchain. In realtà, anche se semplificato in extremis, è probabilmente uno dei concetti più semplici da spiegare. La blockchain è un registro contabile aperto che tiene conto di tutte le transazioni che avvengono tramite criptovalute – termine italianizzato di cryptocurrency – ossia la rappresentazione digitale di un valore, basato sulla crittografia.
Se vi sembra oscura la spiegazione, aspettate di scoprire la sua origine: la creazione della blockchain, risalente più o meno al 2008, è tuttora avvolta nel mistero, il programmatore è infatti conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ma non si hanno ulteriori informazioni a riguardo. Il metaverso e tutto ciò ad esso ricollegabile, come appunto blockchain e criptovalute – per quanto sembrino ambiti puramente economici – sono per loro stessa natura intersecabili con ulteriori tematiche e ambienti. L’universo artistico, ancora una volta, si presenta come estremamente ricettivo verso le nuove istanze provenienti dal mondo tecnico e tecnologico.
Infatti, ci sono diversi modi in cui le nuove tecnologie legate al metaverso – in particolare la blockchain – vengono utilizzate dagli operatori del mercato dell’arte, tra cui non spiccano solo gli artisti, ma anche i collezionisti e i vari addetti ai lavori. Per quanto riguarda gli artisti abbiamo un esempio estremamente recente, datato solo il 10 ottobre 2022, che vede protagonista il celebre Damien Hirst.
Hirst: performance in fumo
Hirst – che ha dominato la scena artistica inglese e internazionale a partire dagli anni Novanta – ha creato quella che potrebbe essere considerata una performance: in diretta streaming su Instagram ha bruciato ben mille opere da lui create. Dopo aver realizzato 10mila campioni, ognuno di questi è stato duplicato in versione NFT (Non Fungible Token), dunque in copia digitale. Successivamente ogni copia è stata venduta ed è stata data la scelta direttamente al collezionista, il quale poteva optare per mantenere l’opera originale o tenere esclusivamente la sua versione NFT. Gli esemplari scelti sono stati quindi bruciati, all’interno della Newport Street Gallery di Londra, dove si sta tenendo un’esposizione di Hirst, visitabile fino al 30 ottobre 2022. Le 10mila opere sono state realizzate su carta fatta a mano e verniciata a smalto, ognuna di esse intitolata, numerata, timbrata e firmata dall’artista.
Non solo gli artisti, ma anche i collezionisti diventano attori protagonisti. Un ulteriore esempio è NOOW ART, una piattaforma digitale per collezionisti, creata da Swisscom TV, in collaborazione con la start-up DLoop. L’idea alla base è quella di rendere maggiormente accessibile l’attività di collezionismo, in particolar modo per i profani che si avvicinano per la prima volta a questo ambiente. Necessariamente bisogna comunque tener conto di molte problematiche correlate più in generale al metaverso e alla blockchain. A livello legislativo, infatti, non esiste ancora una specifica regolamentazione. Questo rende possibile alle grandi aziende che operano in questi settori di agire all’interno di una sorta di zona grigia, dando vita anche a veri e propri casi mediatici che riescono a portare l’argomento all’attenzione delle istituzioni.
NFT e mercato dell’arte
In particolar modo nel mercato dell’arte, i rischi si estendono agli artisti stessi. Infatti, si rende necessaria la verifica di autenticità, di modo da poter dimostrare – anche a livello legale – di essere i creatori e possessori di una determinata opera NFT, a favore della tutela del diritto d’autore, contro la contraffazione e i possibili falsi. Per questo motivo, lo scrittore Andrea Concas, tramite la sua start-up Art Backers, ha creato l’iniziativa Art Rights, a tutela di artisti e altri operatori del settore: una piattaforma di certificazione automatizzata delle opere, tramite proprio tecnologia blockchain.
Questo particolare approccio porta la speranza di poter essere anche tradotto in maggiori interventi che possano dare un taglio di stampo etico al metaverso, sovvertendo così la percezione stessa di questo strumento. L’attenzione alle nuove tecnologie è anche la riprova che – per quanto l’arte possa essere considerata di nicchia – i movimenti contemporanei hanno la capacità di assorbire qualsiasi tipo di stimolo da numerosi ambiti, sopravvivendo così ai cali, anche fisiologici, che riguardano il suo mercato.
di Martina Dorian Leva