Da disegnatore disneyano dall’esordio nel 1993 “classico ma non troppo” (per le serie animate Disney Babies e Giovani Marmotte, il video 3D Winnie the Pooh, la rivoluzionaria collana a fumetti PKNA e le storie di Paperino Paperotto) a creatore grafico (insieme all’allora compagna Barbara Canepa) delle rivoluzionarie W.i.t.c.h., primo esempio eclatante di sincretismo visuale – prima ancora che fumettistico – tra Oriente e Occidente, manga e supereroi, filtrando empaticamente (e/o sfruttando sapientemente) gli slanci e le inquietudini delle adolescenti di mezzo mondo. La storia di Barbucci e di molti colleghi autori della sua generazione nasce tutta qua, per poi sentire subito la spinta a crescere e creare personaggi propri, realizzati e curati interamente in prima persona.
Dopo l’ideazione grafica dei personaggi di Monster Allergy, è la raffinata Sky Doll a spingere le creazioni della coppia Barbucci & Canepa ancora più in là, in un mix riuscito tra fantascienza e fumetto “d’autore” che ottiene più di un riconoscimento internazionale, anche se fatica a trovare una dimensione del tutto compiuta (figliando 4 volumi e alcuni spin-off).
Del 2010 è Chosp, il suo primo personaggio realizzato in solitudine (peraltro la più influenzata dall’estetica giapponese), non disdegnando la cura di volumi collettivi e servizi di character design, oltre a concept e visualizzazioni per l’agenzia Saatchi & Saatchi e nel rutilante mondo dei videogiochi.
Il gustoso melange visivo tra Est e Ovest che è ormai la caratteristica principale torna prepotente nelle serie a fumetti francesi Lord of Burgers – commedia culinaria misteriosa ideata da Christophe Arleston & Audrey Alwett, curata graficamente da Barbucci che disegna personalmente il secondo volume – e soprattutto nella brulicante Ekhö, monde miroir. In questa saga variopinta ed estrosa (pervasa di molta ironia), l’universo sembra il nostro seppur leggermente diverso: l’elettricità non esiste, i draghi sostituiscono gli aerei di linea, i vagoni della metropolitana posano sul dorso di strani millepiedi…
Seguono altri cicli di storie come Le sorelle Grémillet (scritta dall’eclettico cosmopolita Giovanni Di Gregorio) e L’alchimiste (da autore unico e ancora inedita in Italia), con sfumature più adulte.
La sfrenata fantasia di Barbucci si applica anche nella colorazione digitale: perché, almeno a chi non ha le fette di salame sugli occhi, è evidente che le anche nuove tecnologie non possono che essere amiche della creatività.