Alchimia, scienze e magia sono femminili

Sebbene oggi nel 2022 possa fare un po’ specie associare queste parole, ci sono molte cose interessanti che accomunano i tre termini tra loro e con il genere femminile.
Anzitutto partiamo dalle donne: se c’è una cosa che queste tre ‘pratiche’ hanno da sempre in comune, è che le donne è meglio se se ne tengono lontane.
Oh no ma Furi che cosa dici, qualsiasi donna può praticare la magia al giorno d’oggi!
Verissimo, nessuno impedisce ad alcuna donna di accedere a una carriera nel reparto Stregoneria e Magia delle aziende, così come nessuno ostacola accessi a percorsi di studio universitari di ricerca e sviluppo magici.
“Nessuno ti dice che non puoi farlo” è una delle mie argomentazioni preferite.
Giusto, vero, viviamo tutti di assoluti come i Sith e non esiste quel grigio pesante fatto di 5000 sfumature di pressioni psicologiche, violenza e abusi verbali, mobbing e ostracizzazione.

Donne, magia ed emotività

Fiuuu. Per fortuna, perché io invece credevo che il problema fosse molto più subdolo e sottile “Sì, puoi farlo anche se le donne non sono portate per la magia di solito” oppure “Secondo me sei troppo emotiva per avere a che fare coi rituali magici”.
Per lo più questi saggi pareri vengono forniti proprio mentre stai crescendo, che è il momento in cui si sa già chi si è con certezza ed effettivamente appoggiarsi a figure d’esempio e consiglio che influenzano decisioni che probabilmente saranno per la vita è abbastanza anomalo. E se anche superi l’adolescenza costellata di “Non sei adatta agli incantesimi”, poi si passa al mondo di “Ovvio che puoi ma quando c’è un lavoro di gruppo chiamerò qualcuno di più appropriato per la magia”.
Certo, abbiamo fatto molti progressi rispetto a quando nemmeno formalmente si potesse intraprendere una carriera dedicata all’esplorazione magica.  Non siamo più relegate in un angolo a cucinare e a badare alla casa, oltre a queste cose, sulla carta abbiamo un sacco di possibilità, specie se non ascoltiamo nessuno e annulliamo la nostra personalità nella maggior parte dei casi.
Vero è che ci va meglio che a gente meravigliosa come Emily Dickinson. Sapevate che oltre a essere una prolifica poetessa, da adolescente, raccolse più di 400 esemplari di fiori ed erbe essiccandoli e pressandoli, classificandoli in un diario conservato nella Emily Dickinson Room presso la Houghton Rare Book Library di Harvard ed è vietato esaminarlo persino agli studiosi per preservarlo? Potete vederlo qui se vi interessa l’argomento. Rimane molto interessante il fatto che nel corso della storia siano state prese più sul serio le disquisizioni magico-divinatorie che non le donne.

Demonizzare ciò che è oscuro alla comprensione

Fin dall’antichità, se c’era qualcosa che non si comprendeva, andava demonizzato, che fosse magia o alchimia o scienza, e tale incomprensione peggiorava se incontrava il genere femminile. Infatti se andiamo indietro nella storia e letteratura, pensiamo a personaggi leggendari e narrativi, troviamo come le figure femminili più ‘magiche’ siano essenzialmente indipendenti e abili nello studio. Pensiamo a come vengono dipinte una Circe omerica o a una Morgana del ciclo arturiano, per citare due esempi famosissimi. È come se tutto venisse sempre riportato con una qualcerta nota di disappunto, persino nei personaggi femminili più gloriosi.
Invenzione? Direi di no.

Da scrittrice posso assicurarvi che nessuno inventa niente di sana pianta, ci sono metafore, similitudini, iperboli, mille figure retoriche, ma la retorica è sempre la stessa. Non importa quanto si vada lontano, l’appiglio è sempre la realtà. Quello che fa uno scrittore è sempre narrare qualcosa che vede, e se vede la paura dell’incomprensibile, l’Uomo (non di genere, ma di razza umana con +1 a tutte le caratteristiche) tende a demonizzare quella cosa. Prendersela con la magia tutta, specie quando è diventata più utile e comprensibile alchimia fino a diventare fondamentale scienza, non era possibile. Non sempre. A periodi alterni.

Plinio il Vecchio e i rituali nel Naturalis Historia

Infatti quel pazzo di Plinio il Vecchio passa alla storia senza essere scalfito dal suo Volume XXX della Naturalis Historia sulla magia dove con disgustosa dovizia di particolari, racconta di medicamenti e pratiche divinatorie raccapriccianti. In un altro luogo e tempo non sarebbe nemmeno arrivato a noi questo volume.

E questo stream of consciousness misto a divulgazione randomica si conclude con la cosa che più mi fa arrabbiare, ossia che la damnatio memoriae è sempre dietro l’angolo, in ogni continente e in ogni epoca. Non sapremo mai quante donne hanno scritto o saputo di magia, dove o come abbiano contribuito nell’evoluzione delle pratiche alchemiche verso quelle sempre più scientifiche.
Sappiamo però che ci sono state e l’unica cosa che possiamo fare è impegnarci affinché tutte le donne possano partecipare in maniera paritaria per davvero, ai circoli magici contemporanei.

di Alessandra ‘Furibionda’ Zanetti

 

Alessandra Zanetti
Alessandra Zanetti
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