Questo mese ho deciso di affrontare il tema di marzo in maniera molto laterale. Niente Da Dire ha scelto di parlare della pace, ma io per la rubrica Felisi & Contenti, ho preferito raccontare di quello che accade in un film ambientato in tempo di pace. Ad essere più precisi, di quello che accade all’interno di una scena di 90 secondi del lungometraggio.
NIENTE DI NUOVO
È passato qualche tempo e si sono spese molte parole per questo film. Il debutto alla regia di Paola Cortellesi con il suo C’è ancora domani, ci ha deliziato e stupito. Critica e pubblico lo hanno analizzato e commentato a lungo. La stessa Cortellesi, durante i suoi interventi più strutturati davanti ad un pubblico, non ha mancato di sottolineare di cosa parla per davvero il film.
Nonostante questo, tenterò di aggiungere ancora qualcosa. Purtroppo per voi, da quando ho visto quel minuto e mezzo di pellicola, covo il desiderio inarrestabile di parlarne. Innanzitutto perché provo un’ammirazione smisurata per questo lavoro che, come il caro collega Mr. Rob ha giustamente sottolineato nella sua recensione, “non andrebbe visto come culmine del percorso ma come avvio di una nuova fase”.
E poi perché adoro la cioccolata.
UN MINUTO E MEZZO
Quanti strati può avere una scena di un solo minuto e mezzo? Anni fa mi sorprese scoprire che esistono saggi su Aspettando Godot, di Samuel Beckett, molto più lunghi del testo teatrale. Di seguito, l’esperienza come scrittore e drammaturgo mi ha insegnato che l’analisi di un’opera ci spinge, inevitabilmente, a usare molte più parole dell’opera stessa.
Necessità questa che deriva dal desiderio di andare oltre l’emozione, per analizzare i dettagli che l’hanno scatenata. Sebbene il sentimento sia sempre immediato e istintivo, vediamo e sentiamo delle cose, e quando le trascriviamo ci rendiamo conto che servono parecchie parole per spiegare cosa abbiamo provato.
SÌ, FACCIAMOLO
Sono passati poco più di venti minuti dall’inizio del film e stiamo per fare la conoscenza di Nino il meccanico. Bastano poche battute ben scritte per metterci a parte di tutto quello che c’è da sapere sul rapporto tra i due. Ad un certo punto, i sentimenti di Nino sembrano fare breccia su Delia che, proprio quando sta per tornare a casa, fa dietrofront. Si capisce che ha avuto un’idea e sul suo viso vorremmo leggere un “Sì, facciamolo!”.
Ma lei ha in mente un’altra cosa. Sorprende noi e il meccanico, regalandogli una delle tavolette di cioccolato che le aveva dato il soldato. Lui la accetta senza dire niente e la prima azione che compie ci dice più cose di lui di un intero saggio. La cioccolata è una golosità rara e preziosa in quei tempi. Per questa ragione non esita ad aprirla. Ma il primo pezzo è per Delia.
In questo gesto, piccolo solo nelle apparenze, si cela un mondo di sottintesi perfettamente accatastati gli uni sugli altri. Istantaneamente l’empatia del pubblico passa da lei a lui. Nino sa bene che, quella cioccolata, Delia non l’avrebbe mai mangiata: l’avrebbe tenuta per i figli. Tuttavia, non rifiuta il regalo perché sarebbe un’offesa.
Con un movimento stipato di delicatezza, in pieno contrasto con i modi del marito di Delia, Nino ne prende un pezzo e glielo porge. L’azione è carica di aspettative, ma rispettoso: non le mette in bocca il cioccolato, glielo porge.
MICHAEL BAY “SCANSATE”
Anche se il movimento di camera produce l’effetto di un piccolo capogiro, non lo fa con il vigore testosteronico a cui Michael Bay ci ha abituato, ma piuttosto con l’eleganza di una impercettibile vertigine d’amore. Se osservate bene, noterete che il mondo intorno ai due non scompare. La ragione è che semplicemente non può farlo. Ma almeno si prende la briga di diventare sfocato e indistinto e di lasciarsi coprire per un momento dalle parole di Fabio Concato.
UN BACIO AL CIOCCOLATO
Ed ecco che quello scambio di schegge al cioccolato diventa come un bacio; quello che i due non si sono mai potuti dare. La scena potrebbe concludersi così, ma poi arriva il colpo di genio. Delia e Nino sorridono e i loro denti sono sporchi e marroni. Basta un attimo e una delle scene più romantiche degli ultimi anni assume una connotazione comica.
La forza del momento consiste nel fatto che i due continuano a sorridere per un po’, come se nulla fosse. Nessuna battuta o risata. Solo il sorriso che piano piano si spegne quando entrambi capiscono che qualunque cosa sia successa, è appena finita. A questo punto Delia non si limita a cambiare espressione. Il respiro si fa affannoso, la pervade il senso di colpa per quello che ha fatto o per quello che stava pensando di fare.
“Ao’ ma, dico, ‘nce senti?”
Ci pensa il cliente di Nino a riportarli definitivamente alla realtà con la sua esplosione tutta romana.
La scena dura, per davvero, solo un minuto e mezzo.
90 secondi di film con più strati di una lasagna e più romanticismo di quanto non ve ne sia in cinque pellicole di Twilight.
Va bene, non abbiamo parlato di pace.
Ma almeno ci resta la cioccolata.
di Alessandro Felisi