Maria Pezzi, la grazia mai fuori moda

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Maria Pezzi, la grazia mai fuori moda

Maria Pezzi, la grazia mai fuori moda

Raffinata giornalista e illustratrice, di moda ma non soltanto, Maria Pezzi — nata nel 1908 a Milano, dov’è scomparsa quasi centenaria nel 2006 — dopo una breve esperienza di recitazione, incoraggiata dal designer pubblicitario Federico Seneca (ideatore nel 1922 della grafica dei “Baci” Perugina) inizia a studiare pittura e disegno, finché nel 1937 conosce a Parigi il l’italo-francese René Gruau e si convince a fare del disegno di moda la sua professione.

Maria Pezzi, la grazia mai fuori moda

Corrispondente da Parigi per L’Europeo, quando la moda italiana si svincola da quella francese (a Firenze nel 1951) accompagna i servizi dell’amica Elisa Massai per l’americano Women’s Wear Daily, con disegni e bozzetti che presto raccolgono l’attenzione generale.

Sue corrispondenze e disegni escono anche su La Domenica del Corriere e il Corriere d’Informazione, documentando il periodo deigrandi nomi” come Christan Dior, Gabrielle “Coco” Chanel, Pierre Cardin, Yves Saint-Laurent e saldando l’amicizia con giornalisti e scrittori come Camilla Cederna, Arrigo Benedetti, Giorgio Bocca, Alberto Cavallari, Gaetano Afeltra e Dino Buzzati (per il quale disegna anche costumi teatrali).

Maria Pezzi, la grazia mai fuori moda

I suoi servizi settimanali con tavole a tempera sul quotidiano Il Giorno costituiscono una vera e propria storia illustrata della moda, con le apparizioni degli italiani Valentino Garavani, Maria Nutrizio alias Mila Schön, Maria Mandelli in arte Krizia e Ottavio Missoni, mentre scritti e interviste sui settimanali Donna e Vogue documentano la storia del costume. Non a caso è la principale collaboratrice di Guido Vergani (che su di lei scrive un bel libro, Maria Pezzi. Una vita dentro la moda) al Dizionario della Moda curato per Baldini & Castoldi nel 1994.

Nel 2001 il presidente Carlo Azeglio Ciampi le ha conferito il Cavalierato di Gran Croce della Repubblica Italiana: ma per chi non ha bisogno di queste certificazioni “ufficiali”, lei — che si definiva una semplice cronista, visiva oltre che di scrittura — risultava già di un livello superiore e mai… fuori moda. In tutti i sensi. Perché come diceva sempre, non basta (per certi versi non serve nemmeno) «avere disponibilità economiche e comprare capi di grande firme per essere eleganti».

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