Un silenzio che parla-L’Anniversario di Harold Pinter

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Un silenzio che parla-L’Anniversario di Harold Pinter

Non c’è nulla da fare. Se voglio parlare di teatro nel giorno del compleanno di Niente Da Dire, non esiste autore più azzeccato di Harold Pinter. 

Le sue incredibili storie, i suoi personaggi così intricati e conflittuali, la sua smaccata satira sociale verso il mondo che lo circondava e le sue tante sfumature che lo rendevano surreale ai suoi occhi, affascinano e stregano qualsiasi attore e drammaturgo in cerca di un testo che dica tutto senza dire niente di specifico! Avete capito perché è perfetto per questa festa di redazione?

L’anno scorso vi parlai di The Birthday Party, il cui titolo ben si sposava con il tema del mese di Maggio, sebbene i suoi contenuti erano molto più oscuri. Quest’anno, invece, voglio andare verso un’opera che più si avvicina al significato del nome che il direttore ha voluto dare alla nostra redazione. Una piece il cui titolo calza ancora a pennello con la nostra celebrazione, ma con una concezione molto più ampia…come solo il buon Pinter può suggerirmi.

L’Anniversario(Celebration in originale), fu scritta da Pinter nel 1999 e rappresentata per la prima volta un anno dopo, il 16 Marzo 2000 all’Almeida Theatre di Londra. La farsa, come la definisce Pinter stesso, fa parte del suo enorme lavoro verso il teatro dell’Assurdo, genere a cui il drammaturgo era fortemente legato. Uno stile che lo ha sempre aiutato a rappresentare la sua visione critica del mondo. E anche in questo caso, l’autore non ci va giù leggero: la piece racconta della particolare serata, in un ristorante di una città non ben precisata, di sei personaggi totalmente surreali: Lambert, Julie, Matt, Prue, Russell e Suki. I primi quattro sono intenti a festeggiare l’anniversario di Lambert e Julie, mentre Russell e Suki si ritrovano insieme per celebrare la promozione di lui, impiegato  in banca che lavora in maniera non troppo pulita. In questi due tavoli imbanditi per la festa, si creano due mondi distinti, in cui il desiderio di potere e la profonda vacuità delle anime dei protagonisti si mescolano amplificando a dismisura il senso di vuoto che traspare dai loro dialoghi,con il veloce proseguirsi della storia. i quattro del primo tavolo ,imparentati tra di loro in un inquietante coincidenza (Lambert è il fratello di Matt e Julie la sorella di Prue), sono legati da una profonda indifferenza verso ciò che li circonda, ciò che conta davvero, portandoli a dimenticare addirittura che cosa hanno ordinato per cena o che tipo di spettacolo hanno assistito a teatro: se uno di prosa o un balletto. La stessa indifferenza aleggia anche nel tavolo di Russell e Suki, il cui disprezzo l’uno per l’altro si denota lungo la cena e senza che loro ne facciano mistero o un problema, rivelando con nonchalance anche i reciproci tradimenti.

E poi i due mondi si scontrano: Lambert riconosce Suki, con cui ebbe una relazione anni addietro e invita i due coniugi ad unirsi al loro tavolo per festeggiare. E qui, la loro sfacciata indifferenza, la loro volgare presenza e il desiderio di potere dettato dal possesso di denaro esplode come una bomba, travolgendo gli altri personaggi della storia, che non ho volutamente citare visto che sono letteralmente la visione dell’autore di quel mondo, ovvero i camerieri del ristorante: Richard, Sonia e il Cameriere; il personaggio più bello della storia che viene lasciato volutamente senza nome. Un giovane ragazzo che racconta agli altri personaggi aneddoti incredibili e forse fantastici sulla vita  del nonno, che afferma di aver incontrato e conosciuto grandi scrittori e poeti del ventesimo secolo.  Alla fine, quel ciclone fatto di arrivismo, avidità e prevaricazione sociale, scompare così com’è arrivato. Con un ultimo gesto volgare di Lambert, che si offre di pagare la cena a tutti. Non per gentilezza, ma per fare sfoggio della sua ricchezza a discapito di tutti, anche di sua moglie.

Al di là di tutti i significati visibili e nascosti che questa farsa trasuda sin dalle prime scene ( e che sono state analizzate da critici e appassionati molto più in gamba del sottoscritto), ciò che mi ha colpito di più dell’Anniversario di Pinter è la capacità di raccontarti una seconda storia senza doverla narrare attraverso le battute. Tutto ciò che i personaggi fanno, i gesti e le movenze, i silenzi e gli sguardi; raccontano tutto ciò che non viene mai rivelato dai personaggi stessi. Come una matrioska recitativa, i protagonisti possiedono due anime contrapposte, nella quale quella arrivista e avida prevarica l’altra, nascondendola agli occhi del pubblico. E’ nei silenzi tra una battuta e l’altra che fuoriesce quell’anima nascosta, ma dura un istante. E’ la loro sete di potere, il loro desiderio di prevaricare l’altro che vince, alla fine.  E annichilisce anche il loro io, schiacciato dal puerile tentativo  di essere ciò che non saranno mai: esseri prescelti della società. Alla fine sono soltanto uomini e donne imprigionati in corpi che ancora parlano, che rivelano frammenti di un passato che oramai per loro…non ha più niente da dire.

Eccola qui,la similitudine con il nome che questa redazione ha scelto. Attenzione, non in senso negativo, non fraintendete le mie parole. Questa redazione non ha dimenticato il passato come hanno fatto Lambert, Julie, Matt, Prue, Russell e Suki. Non lo ha lasciato andare nascondendolo nei recessi della mente per poter accogliere potere e denaro, no. Noi ne parliamo ancora, ma senza parole. Usiamo la nostra mente, riversandola nella scrittura. Per narrare ancora del nostro passato e del nostro futuro. Lo ricordiamo ogni giorno con aneddoti e citazioni, con storie reali e fantastiche. Proprio come fa il cameriere, che alla fine ha lui l’ultimo monologo della storia, continuando a narrare storie bislacche al pubblico, rimanendo ancorato alle bellezze di una volta per poterle divulgare a chiunque si sia scordato di tutto. Come ha tentato di fare per tutto lo spettacolo, ignorato e sbeffeggiato da tutti.

Perché se ci dimentichiamo le bellezze del passato e ricordandoci soltanto i rancori e i dissapori, il futuro ci sembrerà soltanto un buco nero riempito di arrivismo e prevaricazione, lotte per il potere e smisurata avidità. Dobbiamo andare al di là delle semplici parole, sentire il corpo, la mente e soprattutto, il nostro cuore. Perché quando rimarremo senza niente da dire, saranno loro a parlare per noi.

Attore Novizio al vostro servizio! Buon compleanno, Niente Da Dire!

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