Una rivoluzione necessaria

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Una rivoluzione necessaria

Non è facile parlare di rivoluzioni. Si vivono in modo differente, sono legate alla percezione che ognuno ha del mondo e della propria esistenza. Esistono rivoluzioni che si compiono attraverso piccoli gesti e spesso, si tratta di quelle che tendono a spezzare un circolo vizioso e a migliorarci. Altre sono più fragorose mentre ci sono anche quelle più superficiali e meno importanti. Ma ciò che accompagna tutti questi “moti” è il ribellarsi a qualcosa. Anche quando decidiamo di salutare per primi una persona che ci ignora, o quando si è stufi della colazione a base di cereali ipocalorici (a favore di una buonissima brioche gelato).

Insomma, la rivoluzione parte da un atto di consapevolezza: qualcosa ci sta stretto o meglio, non ci piace. Può essere qualcosa che fa parte di noi o dell’insieme della realtà che ci circonda. Personalmente, sono molte le cose che non mi vanno a genio di me stesso ma potrei dire la stessa cosa del mondo in cui viviamo. Forse è per questo che in un’epoca dettata da mille notifiche e una sovrabbondanza di social, l’atto davvero rivoluzionario è un gesto di gentilezza. Mantenere la nostra umanità in un mondo sempre più sincronizzato ai chip di uno smartphone è sicuramente triste da ammettere ma è il primo passo verso l’accettazione di un problema.

Mostrare premura verso gli altri, o anche verso se stessi, è spesso scambiato per un segno di debolezza. Non credo che il desiderio generale sia quello di vivere in un contesto dove conta più apparire che essere, o elevarsi a discapito di condividere una gioia. Insomma, lavoro da fare da questo punto di vista ce n’è in abbondanza ma la volontà di cambiare deve partire da ognuno di noi, abbracciando le armi di una ribellione tanto atipica quanto necessaria.

La Cover di questo mese è di Camilla Fasola

Editoriale di Davide Russo

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