Paolo Samarelli, lo sportivo del disegno

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Paolo Samarelli, lo sportivo del disegno

Nato nel 1949 e da sempre residente a Roma, Paolo Samarelli si è messo in mostra giovanissimo nel quotidiano Paese Sera dal 1979 al 1983 («Primo giorno di lavoro: Vieni qui verso le 5,30 che lavori all’edizione del pomeriggio. Poi si lavorava però anche per quella del mattino», ha ricordato), ma a molti è noto soprattutto per i suoi disegni che dai tempi pre-Internet ricostruiscono le azioni da gol sull’esempio del pioniere Carmelo Silva (1930-1996): ha lavorato per un paio d’anni con Paolo Valenti alla celeberrima trasmissione tv 90° minuto, quando tra primo e secondo tempo mostrava ai telespettatori il gol più bello o significativo («A volte con tempo di realizzazione 5 minuti per un cartello a colori… però, privilegio raro, vedevo tutte le partite in diretta!») e al settimanale Guerin Sportivo diretto da Italo Cucci tra gli anni Settanta e Ottanta.

Sarebbe però ingiusto ricordare un artista soltanto per quella che, nel Bel Paese, è giocoforza la sua attività più nota… anche se nella sua carriera ha visulizzato anche incidenti occorsi nelle competizioni più celebri di moto e auto, episodi di cronaca nera e infografiche dinamiche su avvenimenti lieti e tristi. Anche sulla Rete si trova traccia delle sue illustrazioni per un bel libro del 2008 in favore del ramo italiano dell’associazione EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”), come di un giallo a puntate proposto nel 2004 su la Repubblica.

In particolare, dal 1983 al 2015 è stato attivo al quotidiano romano (su Facebook ha anche un pagina di fan, “Paolo Samarelli Il Mito”) dove, con stile raffinato e sapiente (perché invisibile) supporto del computer, racconta argomenti d’attualità. Un lavoro tutt’altro che facile e a continuo rischio morboso (il plastico di Porta a porta insegna…). Dal 2015 ha aperto sul web lo spazio Sentiero Digitale, dove raccontare insieme ad alcuni amici e colleghi «con diversi canali espressivi. Disegno, scrittura, fotografia, suoni e anche cucinando. Il linguaggio dei segni, in tutti i sensi, ci interessa molto».

Come ha scritto una volta l’immenso Gianni Rodari, «Se io fossi un professore di geometria, credo che imposterei il mio insegnamento sulle “disegnate” di Paolo Samarelli». Come dargli torto?

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