Perdere i ricordi: le piccole cose obliate, gioco di ruolo per due giocatori.
Vi è mai capitato che un ricordo felice vi procurasse un dolore? Per quanto lieto possa essere si insinua in voi un senso di malinconia che non riuscite a scacciare, al punto da pensare che – forse – quel ricordo sarebbe meglio perderlo per sempre.
Le piccole cose obliate, in Italia per Nessun Dove, è un gioco di ruolo per due persone che vi porterà all’obliterazione, la cancellazione chirurgica, dei ricordi di una coppia impersonata dai due giocatori. Lo svolgimento del GDR si articola in tre momenti definiti movimenti, supportati da una narrazione il più possibile spontanea e da 12 immagini.
Il primo movimento è la fase conoscitiva, in cui i due personaggi si incontrano e inizia il processo di innamoramento. Siete quindi invitati a descrivere le peculiarità del personaggio interpretato e raccontarle come se vi trovaste al primo appuntamento, così da avvicinare personaggio e interprete opposti al vostro universo. Una volta instaurato il legame, nel momento più intenso e dolce, si interrompe il primo movimento, trasportandovi oltre la crisi e passando alla direttamente alla fase di obliterazione, di fronte al terapeuta che cancellerà i vostri ricordi. I ricordi da eliminare sono rappresentati da 12 immagini (6 per ciascun giocatore) e possono essere le 12 cartoline presenti all’interno del gioco oppure immagini scelte e portate in sessione dal singolo giocatore, in questo caso il gioco vi guiderà nella scelta delle immagini più adeguate.
Siete dinnanzi a un processo chirurgico e alternandovi in due sedute distinte racconterete allo specialista, interpretato dal giocatore non di turno, quali ricordi desiderate dimenticare e il relativo perché. Il terapeuta, al fine di espletare al meglio la procedura di rimozione del ricordo, potrà porre delle domande circa il ricordo che viene descritto, ma queste dovranno essere domande estremamente chirurgiche: non siamo infatti in presenza della volontà di riallacciare, sistemare o meglio comprendere ciò che sentiamo, vogliamo privarcene in maniera definitiva.
In una tale situazione le richieste del terapeuta, avanzate appunto dal giocatore che in quel momento non sta raccontando, saranno estremamente dirette e volte soltanto alla piena comprensione dei margini del ricordo.
La terza fase di gioco, il terzo movimento, riprende i due personaggi a distanza di tempo dalla seduta e prevede il racconto della loro evoluzione a seguito della privazione di memoria attraverso obliterazione.
Il racconto di una storia d’amore condensato nel suo idillio iniziale e negli spettri della sua fine sarà un concreto viaggio per i giocatori, che sono esortati a lasciarsi trasportare il più possibile dalla narrazione ed esternare quanto persino una piccola madeleine sia in grado di consumare un’anima innamorata sottoposta alla privazione del sentimento. Sarà una cancellazione efficace o gli echi di quell’amore non saranno messi a tacere? A deciderlo sarete soltanto voi.
Se la descrizione di questo gioco di ruolo vi ricorda qualcosa la risposta è sì, si tratta di un’idea direttamente ispirata a “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” e se vi attirasse l’idea di giocare qualcosa di simile – che tuttavia tratta non tanto la privazione del ricordo quanto l’impianto di ricordi fittizi – il consiglio è quello di sbirciare “To the Moon” videogioco indie in cui si cerca disperatamente di costruire un ventaglio di ricordi per una persona che sta morendo e che non se ne andrebbe serena senza la realizzazione del suo più grande sogno: visitare la Luna.
Di Silvia “Escilgioco” Fossati
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