La festa non è ancora finita- Party Time di Harold Pinter

Reveal more

La festa non è ancora finita- Party Time di Harold Pinter

 

 

Ne stanno succedendo di cose, nel mondo.

Oddio, ne succedono sempre, eh! Non che questo periodo temporale sia speciale. Ogni epoca ha affrontato i suoi periodi turbolenti e burrascosi, carichi di avvenimenti che sono rimasti impressi nella storia dell’uomo: guerre mondiali, grandi cataclismi e lotte politiche e umanitarie. Eventi che hanno lasciato il segno, sui libri di storia e nella memoria di coloro che li hanno vissuti in prima persona. E anche la nostra epoca non è da meno in fatto di avvenimenti incredibili, diffusi più facilmente grazie all’avvento di Internet

Eppure, nonostante le notizie e gli avvenimenti più incredibili ci vengano letteralmente a bussare alla porta, io noto sempre più ferocemente una innaturale volontà da parte di buona parte della massa di ignorare sistematicamente tutto ciò che ci circonda. Lasciare tutto quello che succede nel mondo fuori dalla porta di casa. Non ci interessa se non ci riguarda in prima persona, o se succede proprio a noi, lo neghiamo con fermezza e ci rinchiudiamo in uno spazio dove nulla può smuoverci dalla convinzione che “tutto va bene”. Un po’ come Cornelius Fudge, il Ministro della Magia in Harry Potter, che finge che Voldemort non sia tornato e che vada tutto alla grande, ignorando la gente che sparisce, i diritti che vengono calpestati e i Mangiamorte che si fanno una bella passeggiatina nel mondo babbano creando scompiglio.

L’indifferenza che vedo crearsi nelle persone mi inquieta, mi dà da pensare al motivo di tutto questo distacco emotivo. Attenzione, succede anche a me, purtroppo. Mi succede di isolarmi da tutto questo, di volermi distaccare e di dire a me stesso che non sta accadendo a me, che è lontano dalla mia vita e che non dovrebbe turbarmi. Mi succede e mi rendo conto di quanto sia sbagliato pensarlo…e mi viene in mente anche cosa potrebbe dire Harold Pinter di tutto questo.

Perché proprio Harold Pinter, il celebre regista, attore e drammaturgo teatrale inglese? Beh, ve lo spiego subito, non temete.

 

Pinter, nel 1985, volò in Turchia assieme all’amico regista Arthur Miller per partecipare ad una cerimonia. In quel periodo vi fu la tragica oppressione di Ankara nei riguardi dell’opposizione Curda, che avvenne in maniera violenta e insensata con i curdi che venivano torturati orribilmente dall’esercito turco. Per tutta la durata della cerimonia alla quale prese parte, Pinter andò in giro a domandare ai presenti se conoscevano le torture che avvenivano nel paese ai danni degli oppressi, ma nessuno gli diede il minimo peso, negando ogni sua affermazione. Il tutto sfociò in un grande discorso che Pinter tenne all’ambasciata americana, in cui il drammaturgo inglese denunciò la gravità della situazione e le terribili violenze perpetrate ai danni dei Curdi. Quel discorso gli valse l’espulsione dalla Turchia e anche Miller fu allontanato per aver sostenuto l’amico.

Da quel preciso evento, Pinter scrisse un testo teatrale di velata denuncia a quella precisa situazione che visse lì in Turchia: Party Time, scritto nel 1991 e messo in scena per la prima volta all’Almeida theatre di Londra nello stesso anno. La storia è rappresentata all’interno di una festa altolocata dove personaggi d’elite si divertono raccontandosi di avvenimenti mondani, club esclusivi e ristoranti rinomati. Nascondendo i rancori, le invidie e le reciproche antipatie sotto un sorriso ingioiellato. Tra di loro, però, emerge la figura di Dusty, una donna che sta cercando tra gli invitati il fratello Jimmy, che ancora non è presente alla festa. Dusty viene però redarguita pesantemente dal marito Terry, che le intima con forza di non parlare più dell’argomento “Jimmy” davanti agli invitati. Il motivo ci viene spiegato durante lo spettacolo: mentre si sta svolgendo la festa, proprio fuori dalla casa sta avvenendo una grossa retata di dissidenti politici e oppositori, tra le quali vi è anche Jimmy, ordinata proprio da alcuni invitati molto potente che gozzovigliano tranquillamente alla festa. Un vero e proprio schiaffo ai diritti civili e umani proprio sotto la finestra di uomini e donne indifferenti e ciechi. Solo alla fine della festa, quando tutti se ne andranno compiaciuti e divertiti, comparirà proprio Jimmy a declamare al pubblico il suo destino segnato in quella notte di violenze.

Party Time è, secondo la cinica e realistica visione di Pinter, la nuova società del nostro mondo: indifferente, distaccata, insensibile alle atrocità e alle nefandezze che vengono compiute in questo mondo. Fredda di fronte alle richieste di diritti sacrosanti, al grido di libertà di migliaia e migliaia di persone che reclamano uguaglianza e rispetto. Ottusamente cieca di fronte a ciò che avviene a un palmo dal loro naso: diritti delle donne, libertà di genere e d’opinione, scontri e genocidi compiuti in nome di luride menzogne. Sono occupati a sorseggiare cocktail costosi e a condividere le giornate al country club per poter guardare anche solo un minuto l’inferno che si sta consumando intorno a loro. Vivendo una festa che è tale solo per loro, mentre per gli altri è un martirio.

Forse Pinter la prende fin troppo tragica, è vero. Forse non è davvero così e anch’io mi faccio prendere dall’esagerazione del momento. Eppure non riesco a non pensare che in fondo quella festa d’ipocrisia e indifferenza non sia ancora finita, che la musica e i drink continuino ad affluire senza freni mentre molti là fuori soffrono e combattono battaglie lunghe ed estenuanti. Non riesco a non pensare che anch’io, nel mio piccolo, faccio parte di quei invitati che non vogliono vedere, per la paura e il rimorso di non stare facendo nulla per aiutare, per dare importanza a quegli avvenimenti che stanno segnando il nostro tempo.

Poi però penso a Dusty che continua a cercare suo fratello Jimmy, senza darsi pace. Nonostante le minacce e i rimproveri, accerchiata dalla freddezza di questi invitati. Ma che non si dà per vinta, cercando di ritrovare il suo legame perduto parlando e chiedendo in giro, cercando di smuovere la massa senza mai demordere. Ci penso e mi metto a cercare anch’io, per migliorare e migliorare ciò che mi sta intorno…cercando di vedere quello che succede al di là della finestra.

Giusto per cercare un po’ di speranza.

Attore Novizio al vostro servizio!

 

Lascia un commento

Previous post La voce del silenzio: l’assenza di suoni raccontata dalla musica
Next post Strange World – L’Ambientalismo Tradotto