Una Lucca furiosa
Vi sono varie sfaccettature della furia, per esempio nell’Antica Grecia la furia era interpretabile in vario modo, come “mania” nel senso di ossessione o follia, oppure intesa come veemenza e forza. Pensiamo anche alle Furie romane, vale a dire le Erinni greche, personificazioni della vendetta figlie di Urano e dalle teste di serpente.
Ecco il terzo giorno di Lucca ero più Aletto che Alessandra. A parte i giochi di parole, sono state proprio le parole protagoniste di questa Lucca. “Ho furia” è stata un’espressione che ha accompagnato la redazione nelle giornate lucchesi, nelle quali abbiamo scoperto prima con imbarazzo e poi accolto con gioia che “aver furia” non è un’esternazione rabbiosa, ma un modo locale per esprimere fretta. E da lì, potrei dire che parte la nostra Lucca furiosa. Come noterete dagli altri articoli di questo mese, il team di Niente da Dire si è profondamente impegnato in ogni sua propaggine per portare a compimento una Lucca unica. Con furia foga e fretta ci siamo ritrovati a barcamenarci in un galeone di emozioni che hanno messo alla prova dai più rodati alle imprescindibili nuove reclute nella redazione.
Senz’ombra di dubbio, questa lucca ha avuto una furia tutta sua, la furia del dover prepararsi all’improvviso per occasioni da una volta nella vita. Come l’intervista che ho strappato al Sensei Amano, maestro non solo per la sua arte, per aver creato i personaggi di Final Fantasy per intenderci, ma maestro e ispirazione di tutto ciò che personalmente ho fatto. Se non ci fossero stati i personaggi che lui ha creato, senza quei Cloud e Sephiroth, io non avrei mai iniziato a scrivere. Giocare a Final Fantasy è stato ciò che mi ha avvicinato all’inglese, ciò che mi ha avvicinato al giapponese, ciò che mi ha portato a essere insegnante di queste due lingue oggi. Ma è stato anche ciò che mi ha fatto innamorare della narrativa, dell’inventare storie con personaggi forti e deboli, con storie complesse o irritanti, ma che sempre hanno qualcosa da raccontare. Ecco, avrei voluto ringraziare il Sensei per tutto questo, ma non sono riuscita. Sono riuscita a porgli alcune domande invece, preziosamente confezionate con l’aiuto di Loris, collega preparatissimo che ha saputo cogliere sfumature professionali che a me si sarebbero soffocate in gola.
La preparazione come squadra è stata la cosa più entusiasmante di questa Lucca, non solo ho avuto infatti la fortuna di intervistare Amano Yoshitaka, ma anche Jay Kristoff, autore fantasy australiano con profonde influenze giapponesi nel suo stile. E qui ringrazio Monica, perché la sua preparazione era maggiore della mia, ma la permanenza a Lucca non ha permesso di avere orari consoni e ha lasciato a me il testimone. Questi sono due esempi, furiosi e calzanti, una piccola fettina di quella grande ruota che tutto travolge che è Lucca. La furia e la magia sono anche il prepararsi a qualcosa, a una battaglia quasi, e poi doverne combattere tutt’altra. Ogni Lucca ha qualcosa di unico e differente, eppure si ricerca quasi lo stesso brivido ogni volta, si sa che qualcosa succederà, non sai cosa, ma sai che ti travolgerà e stravolgerà.
Tornando all’intervista a Jay Kristoff (che nei prossimi giorni uscirà, stay tuned), per esempio ne sono uscita stravolta e sconvolta. Di solito innanzitutto il mio livello di inglese svanisce per essere sostituito da una lingua sconosciuta, che non sembra neanche un italiano alle Bahamas, sembra solo un pessimo cinepanettone e basta. Ma questa volta ne sono uscita completamente distrutta dalla persona che avevo accanto. Vi è mai capitato di parlare con qualcuno e solo per il modo in cui racconta qualcosa, vi sembra di conoscerlo già, come se una vibrazione entrasse in sintonia con voi e vi facesse dire “Posso fidarmi”? Ecco sicuramente succede, ma con “le persone famose” sembra più improbabile no? E invece è stato pazzesco proprio questo, non sembrava di intervistare l’autore di bestseller, ma un essere umano meraviglioso con idee e ideali che parevano brillare intorno a lui.
E anche questo è solo un esempio, nella miriade di emozioni, che ha lasciato tutti noi, senza Niente da Dire.
di Alessandra ‘Furibionda’ Zanetti
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