Bonelli e la rivoluzione necessaria

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Bonelli e la rivoluzione necessaria

Quando si parla di rivoluzioni in ambito editoriale, non sempre ci troviamo davanti al cambiamento che ci saremmo aspettati di vedere. Qualche volta l’errore consiste proprio nel rilancio di vecchie collane, o nel tentativo di rinfrescare il personaggio per renderlo maggiormente appetibile ad una fetta di pubblico più ampia. Si passa così dalla mano di vernice alla ristrutturazione completa, senza però abbandonare il caro vecchio modus operandi della serialità compulsiva. Dello stesso male soffrono anche le nuove collane, il cui formato è identico alle precedenti e che solo in alcuni casi riesce a superare la resistenza dei lettori storici, affiancandosi ai loro predecessori. Per anni la Sergio Bonelli Editore ha sofferto appunto di quello che non possiamo certo definire un male, ma piuttosto una politica editoriale irremovibile.

Spaziando dal mistero alla fantascienza, dall’horror al western fino al noir e perfino il fantasy, non possiamo certo dire che la Bonelli non sappia raccontare storie. Eppure, è sempre sembrato che le sue pubblicazioni non fossero state partorite nello stesso secolo in cui viviamo noi, diventando un punto fisso di un tempo andato. Oppure come un vascello che naviga senza sosta verso nuovi universi narrativi, senza tuttavia permettere al mondo esterno di influenzarne la rotta. Ma qualcosa è cambiato. Come per le più rispettabili ere geologiche, anche quella “Bonelliana” ha impiegato del tempo per compiere il proprio ciclo evolutivo. È iniziato anni fa, in seno alle testate classiche, proseguendo con il lancio e il rilancio di nuovi archi narrativi. Infine, la vera rivoluzione; quella di cui c’era bisogno. Una rivoluzione necessaria.

Durante il Lucca Comics & Games di quest’anno abbiamo avuto il piacere si esaminare da vicino alcune nuove pubblicazioni di casa Bonelli e ne siamo rimasti molto colpiti. Il formato è stata la prima cosa; cartonato di 22×30 con copertine che attirano subito l’attenzione promettendo un contenuto che non delude le aspettative. Ognuna delle testate, di cui abbiamo intervistato gli autori, avrà inoltre un numero finito di volumi, abbandonando il formato delle serie mensili infinite. Ai fumetti si aggiunge la serie di Dragonero, opera Fantasy ormai entrata a far parte dei classici Bonelli e che in occasione del Lucca Comics si è presentata in una veste aggiuntiva: una serie animata diretta da Enrico Paolantonio e, persino, un progetto videoludico sviluppato da Operaludica. Bonelli in passato si era già interfacciata con il nuovo media del videogioco, ma questo progetto è decisamente diverso, più ambizioso, maturo e complesso.

eternity

Tornando però alle nuove proposte a fumetti, vogliamo abbandonare per una volta le complesse analisi e gli esami dettagliati, limitandoci a dire che quello che abbiamo scoperto ci ha lasciato la voglia di proseguire nella lettura, desiderando che escano al più presto i prossimi volumi. I tre progetti presentati nel corso di questi cinque giorni di Lucca hanno tanto da raccontare e si contrappongono nettamente al passato editoriale bonelliano. Vengono affrontati, con una certa sensibilità e conoscenza, tematiche nuove, attuali e sensibili. Si parte dalla attenta rappresentazione delle malattie mentali dei protagonisti di Mr. Evidence, il marcio del mondo dello spettacolo, della moda e della tv scavato dal giornalista Alceste Santacroce in Eternity, ma anche ad un dialogo sui corpi e sulle distanze in Simulacri.

È una “Roma delirante” quella raccontata in Eternity, ed è così che ce l’ha descritta lo stesso autore Alessandro Bilotta, che è riuscito a strutturare una storia che si muove tra le strade di una Roma che sembra costruita in un teatro di posa. Qui gli anni sessanta, e parliamo di moda ma anche di abitudini, modo di socializzare e gerarchie, è supportata da tecnologie futuriste e avanti tempo, creando un mix intrigante di colori e atmosfere. Il protagonista, Alceste Santacroce si potrebbe quasi definire un non-paladino, la cui vita, raccontata anche attraverso il suo lavoro di giornalista gossip, ci verrà svelata un po’ alla volta attraverso i vari episodi.

Mr. Evidence, dal canto suo, esplora il genere poliziesco attraverso la capacità di osservazione di chi il mondo non solo lo vede, ma lo vive in un modo totalmente sconosciuto alle persone “normali”. La chiave è infatti nella differenza tra normalità e follia, dove quest’ultima viene dipinta dagli autori Adriano Barone e Fabio Guaglione con competenza e originalità trasformandola nella chiave per scoprire la verità. “Questa non è una rappresentazione realistica della neuro divergenza. Noi stiamo raccontando un fumetto di avventura, però ci teniamo a partire dalla realtà. Quindi abbiamo letto libri di psicologia, psicologia evolutiva, neuroscienze, criminologia e in realtà anche di criminologia forense” ci racconta Barone. A questo si aggiungono numerosi altri studi che gli autori hanno e stanno tuttora facendo e di cui potete leggere più in dettaglio nella nostra intervista.

Simulacri

Simulacri, invece, ci porta direttamente sull’Isola d’Elba e di Pianosa, proponendo la storia dell’archeologa Lily e di un gruppo di amici che da tempo vive quelle isole. “C’è un’atmosfera sinistra che sin dal primo volume emerge tra le tavole” ci racconta Marco Bucci, che firma la sceneggiatura con Eleonora Caruso. L’autore, assieme al collega Jacopo Camagni , ci ha parlato di un lento “scivolare” di Simulacri da un genere letterario all’altro, nonché di diversi cambi stilistici nel corso della lettura. Dalle tavole con colori acidi e fluorescenti firmate da Flavia Biondi a uno stile malinconico realizzato da Giulio Macaione. La miniserie a fumetti, infatti, è firmata da sei autori,  caratterizzando quest’opera come un progetto corale ben riuscito. I cambi repentini vengono usati sapientemente allo scopo della narrazione, al fine di raccontare differenti fasi della storia immediatamente riconoscibili, cercando di dare sempre riferimenti grafici ai lettori per non perderli tra le pagine. I disegni sono stati successivamente amalgamati dagli stupendi colori di Stefano Martinuz. ” A me e Marco piace molto lavorare con i codici grafici” ci racconta Camagni. “Nel nostro altro progetto che abbiamo con Panini, ovvero Nomen Omen, abbiamo alcuni codici grafici che usiamo per facilitare la lettura al lettore senza dover, in maniera didascalica, spiegare le cose”.

Simulacri è intimo, colpisce subito  e ti trattiene nello scorrere delle pagine. È una storia che parla, oltre della distanza e delle radici, anche dei corpi, e lo fa con grande sensibilità e attenzione. “Il fatto che i personaggi abbiano dei corpi così diversi, alcune volte non conformi o comunque che non vogliono aderire a una conformità o a un canone, già ci racconta che sui corpi, che tra l’altro si incontrano molte volte anche eroticamente, c’è un tema” afferma Marco Bucci. La strada del thriller psicologico è completamente percosa da questa nuova miniserie e le ambientazioni dell’Isola d’Elba e di Pianosa sono una cornice forte per lo svolgersi dei misteriosi eventi. Lo stesso Bucci ci avverte: “diciamo che a un certo punto qualcuno spegnerà la luce”.

di Alessandro Felisi e Damiano D’Agostino

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