Brunetta, la rabdomante della bellezza
Bruna Moretti all’anagrafe, nata nel 1904 con studi all’Accademia di Belle Arti a Torino e Bologna, trapiantata giovanissima a Milano dopo aver sposato l’illustratore e scenografo Filiberto Mateldi (con cui nel 1939 illustra Autarchia del profumo, un “numero unico a cura del Sindacato fascista dei commercianti profumieri della provincia di Milano”), si distingue dagli anni Trenta per i suoi figurini di moda dal segno grafico giovane e dinamico (tuttora modernissimo), oltre a disegni per riviste (italiane come Il dramma, La Domenica del Corriere, La Bellezza e internazionali come Harper’s Bazaar, Bemberg e Lidel), cartelloni pubblicitari nel Dopoguerra (per La Rinascente, Martini, Valentino e le Calze SìSì) che rispecchiano inevitabilmente la sua origine e il tratto da disegnatrice di moda.
La giornalista e illustratrice Maria Pezzi (scomparsa nel 2006) nel Dizionario della Moda curato da Guido Vergani per Baldini & Castoldi nel 1999 ne parla così: «Aveva negli occhi il radar. Mi sbalordiva quando la vedevo alle collezioni, a teatro, per la strada: i suoi disegni erano esattissimi eppure molto più veri del vero […]. Un giorno, glielo dissi. Mi rispose: ‘È che io ho gli occhi come certe lenti: con il punto focale che vede il dettaglio più insolito, più aggressivo, più nascosto’. Per questo, lei trasformava le più comuni figure in personaggi; le spogliava coi suoi occhi e le rivestiva con la sua matita come dovevano e volevano essere per rappresentare quel tipo, quel vestito, quell’ambiente».
Per amore del marito e lunghi anni della sua malattia, sacrifica la grande occasione che le viene offerta di andare a New York. Ma ormai è conosciuta e tra gli altri Pierre Cardin la stima al punto da organizzarle una mostra nel suo Espace («Non è solo un’interprete della moda, la ricrea genialmente», dirà lo stilista trevigiano naturalizzato francese), ottenendo riconoscimenti in Italia e all’estero, dall’Ambrogino d’Oro 1950 a Milano a un posto nella classifica delle donne più potenti al mondo secondo il britannico The Sunday Mirror nel 1962. Orio Vergani ha scritto: «Il disegno e la pittura sono in lei istinto. Disegnerebbe con la cenere della sigaretta o con il dito intinto nel fard. Dipingerebbe con la polvere delle ali delle farfalle. Ma l’istinto conta assai poco se non lo guida un sentimento».
Scomparsa nel 1989, ancora di recente non sono mancati suoi disegni nella mostra milanese “La donna tipo Novecento” del 2007 e la grande esposizione del 2008 su La Domenica del Corriere (scriveva anche rubriche e reportage giornalistici, che illustrava in proprio), fino alla Galleria Bolzani a Milano dal 3 al 15 novembre 2022. Come ha scritto l’esperta Paola Biribanti, «conosciuta ai più come disegnatrice di moda e sottile umorista, è stata un’artita totale, capace non solo di sperimentare il disegno in tutte le sue declinazioni (illustrazioni per l’infanzia, figurini di moda, caricature…), ma anche e soprattutto di cercare e celebrare il bello in ogni aspetto della vita». Chapeau.
di Loris Cantarelli
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