Prey e queste donne più potenti di Schwarzenegger
Con colpevole ritardo parliamo parliamo di Prey e di queste donne più potenti di Schwarzenegger che, in realtà non lo sono. O forse si, contesti e storie troppo diversi per capirlo e, comunque, sono film. Tifate chi volete. Io, ad esempio, tifavo Predator.
In una scena di “Elephant Man” di David Lynch del 1980 lo sfortunato Merrick (uomo veramente esistito e purtroppo deforme) dopo anni in un circo, per la prima volta viene trattato come un umano dal suo medico, interpretato da Antony Hopkins. Lo accoglie in casa sua, gli dà dei vestiti, lo tratta con dignità e quando gli presenta sua moglie, ella gli stringe la mano e Merrick piange, perché è la prima volta nella sua vita che una donna lo sfiora. La sua felicità è enorme perché ha vissuto tutta la sua gioventù praticamente in catene, rinchiuso in una stalla e quel piccolo gesto lo rende felice.
“Prey” il nuovo film sulla piattaforma streaming Disney+ è la stessa cosa. Dopo anni di sofferenze con i vari “Alien vs Predator”, “Prometheus” e “Predator” e altre amenità che hanno costellato una saga che è storia del cinema, e che tutti amiamo, ci troviamo di fronte alla prima pellicola lontanamente gradevole a riguardo e molti gridano già all’assoluto capolavoro, ma in realtà non è così, “Prey” è semplicemente un film decente.
Un film decente con anche parecchi problemi, ma assolutamente godibile e tollerabile. Ecco, tollerabile è la parola adatta visti i precedenti, come la pellicola dove hanno cercato di farci credere che Adrian Brody potesse essere un eroe d’azione, ecco, quella è stata vera fantascienza.
Il franchising di “Predator” è stato sfortunato, dopo un capolavoro cult della storia del cinema come la prima pellicola, si è arrivati ad uno scontro urbano “Predator 2”, film perfettamente godibile ed ben inserito nel contesto, che tuttavia non ha avuto lo stesso successo della prima pellicola. La magia di “Alien” e “Alien 2” non si è riflessa anche su questa saga. Tuttavia con il tempo “Predator 2” è diventato un cult quasi quanto il primo, tanto che in “Prey” viene citato spudoratamente, ma da allora niente, una completa sofferenza, abbiamo vissuto in un circo incatenati in una stalla e ora che una ragazza ci viene in contro e ci accarezza la mano, noi scoppiamo a piangere come se fosse la cosa migliore del mondo, come se non fosse un gesto normale, come se non fosse il minimo fare un film che regge ed è così, per questo abbiamo gli occhi gonfi di lacrime e siamo stupiti. Ed è per questo che io non voglio andare ad analizzare il film nel dettaglio, per non rovinare questa emozione collettiva. Potevamo fare di meglio? La risposta è sì.
Ma al cinema conta spesso l’emotività più di ogni altra cosa, il cinema è un business ma è basato sull’emozione suscitata nella gente ancora più della qualità, e così sono fatti i trailer, e così sono fatte le più grandi saghe della storia.
“Prey” è un successo perché ha fatto contenti molti, anche se il merito non è completamente suo, è merito di tutte le frustate che abbiamo preso in questi anni, il nostro circo privato era la saga di “Predator” e “Alien”.
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