Non c’è storia senza cambiamenti
Cosa ci raccontano le storie?
Forse è una domanda un po’ troppo ampia per riuscire a dare una risposta facile. Ma c’è un elemento che è fondamentale nella maggior parte delle storie, dall’epica ai romance, dagli horror ai libri per bambini: il cambiamento.
Le storie ci parlano di cambiamenti.
Forse lo fanno perché la vita è costellata di cambiamenti, e perché chi scrive è un essere umano che in questi cambiamenti cerca di trovare un equilibrio, un significato, un conforto, una motivazione.
E noi non solo scriviamo storie di cambiamenti, ma, da lettori, le cerchiamo.
Un principio su cui si instaura il piacere di lettura è l’immedesimazione.
E se noi in primis viviamo continuamente cambiamenti nella nostra vita – o aspiriamo a viverli, in base al momento in cui siamo – come potremmo immedesimarci in personaggi che non mutano?
O meglio, come potrebbero interessarci?
La trasformazione del personaggio
È importante che il personaggio abbia una sua trasformazione durante la storia, che alla fine sia diverso da com’era all’inizio.
In una storia interagiscono diversi elementi: l’ambiente e i personaggi.
L’ambiente muta. Molte delle storie che conosciamo, infatti, incominciano con un cambiamento all’esterno del personaggio, qualcosa che succede e che dà il via alla trama. Le storie si occupano di raccontare come i personaggi reagiscono alle situazioni nuove, e come spesso queste ultime siano il motore per un cambiamento anche interiore.
Ma dato questo presupposto… come si fa a far cambiare un personaggio?
Scrivere di cambiamenti non è così semplice.
A meno che non vogliate usare frasi esplicite come “era cambiata”, “si sentì diverso”, “due mesi prima non avrebbe mai…” – i cambiamenti vanno mostrati tramite la storia, tramite le azioni dei personaggi.
I lettori, insomma, devono imparare a conoscere il personaggio talmente bene da accorgersi dei suoi cambiamenti senza che nessuno di esterno glieli faccia notare.
Quando alla vostra migliore amica succede qualcosa, non c’è bisogno che ve lo dica lei, né che ve lo dica qualcun altro. Lo capite da come si comporta. E potete capirlo solo perché la conoscevate prima e potete quindi fare un confronto.
È importante quindi che la caratterizzazione del personaggio sia seguita fin dall’inizio. Non lasciate nulla al caso.
Un cambiamento motivato, graduale ma non lineare
I cambiamenti, poi, devono sempre essere motivati da qualcosa che succede (o non succede).
Un personaggio estremamente egoista non può diventare altruista solo perché si rende conto di essere egoista e di voler cambiare. I cambiamenti non funzionano così.
Qui entra in gioco l’altro elemento cardine della narrazione: il conflitto.
Non è semplice cambiare perché viviamo dei conflitti: che siano tutti interiori (voglio essere più aperta nei confronti del mondo perché sono convinta che sarei più felice in quel modo, ma l’istinto mi porta sempre a proteggermi dal dolore esterno a causa del mio passato, e quindi non riesco) o con l’ambiente (vivevo una vita fantastica, ero felice, ma scopro di essere sposata con una serial killer. La amo, con me non si è mai comportata male, ma chiaramente qualcosa dovrò fare), i conflitti sono parte dei processi di cambiamento.
La trasformazione è un mutare la propria forma, uscendo dai vecchi confini: immaginate la vostra pelle costretta a espandersi in poco tempo, gli arti a deformarsi. È doloroso.
I cambiamenti non sono semplice volontà. C’è conflitto e c’è dolore.
È un processo graduale, non si cambia da un momento all’altro, ci vuole del tempo (anche se a volte il cambiamento si mostra in una “rivelazione”, quel cambiamento scorreva silente già dentro il personaggio). E non è quasi mai un processo lineare.
Nessuno di noi vive linearmente: ci sono ricadute, ci sono ripensamenti, confusioni. Tutti elementi che fanno parte del conflitto, della difficoltà che si incontra nei cambiamenti.
E proprio perché cambiare è così difficile, ci vuole una motivazione forte perché questo avvenga.
Quante volte ci si interroga sulla possibilità di “cambiare per amore”? Vi è mai capitato di desiderare di cambiare per poter stare con la persona che amavate, ma non riuscire a farlo? O vi è mai capitato di sentire una persona promettervi: cambierò? L’ha fatto davvero? Forse la motivazione da sola non bastava.
Ora, ovvio è che non tutti abbiamo una laurea in psicologia e non possiamo creare solo personaggi incomprensibili a loro stessi, a noi, ai lettori. Anzi.
Perché avvenga l’immedesimazione, nel personaggio devono esserci delle caratteristiche in cui ogni lettore possa rispecchiarsi (difetti, contraddizioni, fragilità etc), ma il personaggio deve essere facilmente riconoscibile.
Non abbiamo 20 anni di tempo per conoscerlo come facciamo con la nostra migliore amica. Abbiamo poche pagine. (Nelle serie, nei libri molto lunghi, possiamo permetterci di svelare i personaggi anche più lentamente – ovviamente dipende da cosa stiamo scrivendo).
Cerchiamo di trovare un equilibrio tra la comprensibilità e la profondità. Evitiamo che tutti in sala si chiedano come Yzma e Kronk hanno fatto ad arrivare prima di Cuzco, dando a posteriori assurde spiegazioni che non si reggono in piedi, ma evitiamo anche di essere banali.
Cambiamenti positivi o negativi? Non c’è sempre il lieto fine
Non c’è una regola che vi obbliga a scrivere solo di cambiamenti positivi. L’evoluzione del personaggio non deve essere per forza migliorativa o seguire una “morale condivisa”. La vita non è fatta di questo. Anzi.
A volte i cambiamenti sono solo… cambiamenti. Non esiste un giudizio di valore assoluto su ciò che succede, succede e ci si trasforma, lasciando qualcosa indietro ma trovando qualcos’altro.
E poi ci sono lettori e lettori.
C’è chi nelle storie ha voglia di trovare speranza, fiducia, positività – io sono una lettrice di questo tipo: proprio perché nella nostra vita le cose sono difficili, cerchiamo consolazione e conforto nei personaggi che, nonostante le difficoltà, ci riescono. Cambiano e cambiando le cose vanno bene. È una sorta di proiezione di ciò che speriamo per il nostro futuro.
Ma, dall’altra parte, c’è chi invece nelle storie cerca soprattutto la condivisione e la comprensione. Nella vita le cose sono difficili, e voglio potermi non sentire sola.
Non esiste quindi un solo tipo di cambiamento, così come il cambiamento non sempre è totalizzante e completo (non siamo tutti Scrooge). A volte si cambia per un solo, minuscolo aspetto: ma è abbastanza per farci sentire una persona diversa.
Esercizio di lettura e scrittura
Abbiamo detto che bisogna mostrare i cambiamenti nelle azioni dei personaggi, in modo graduale e non lineare. Sembra tutto un po’ astratto, non è vero?
Vi do un esercizio di lettura che sarà essenziale per comprendere come, nella pratica, si possa scrivere un cambiamento.
È un esercizio un po’ lungo, ma se volete diventare scrittrici e scrittori… beh, abituatevi a essere pazienti!
Prendete un libro dalla libreria e iniziate a leggerlo. Non vale fare questo esercizio con il libro che state già leggendo – a meno che non vogliate ricominciarlo da capo.
Potete fare l’esercizio con un libro che già avete letto in passato.
Segnatevi man mano, durante la lettura, le seguenti cose.
1 – Caratterizzazione del personaggio. Fate una scheda del personaggio così come appare all’inizio.
Carattere, qualità, difetti, legami con gli altri, aspirazioni, desideri, conflitti interiori, conflitti con il mondo esterno.
Fate bene attenzione: sottolineate o segnatevi a parte le frasi che vi danno indizi su ognuna di queste cose.
2 – Che cosa innescherà, secondo voi, il cambiamento?
3 – Man mano che procedete nella lettura, segnatevi i momenti in cui le caratteristiche del personaggio vengono messe alla prova. I momenti di confusione, di dubbio, qualsiasi piccolo indizio sulla necessità o volontà di cambiamento. E quali sono gli eventi esterni che innescano questi momenti? Incontri e scontri con altri personaggi, eventi traumatici, momenti risolutivi della vita personale del personaggio… etc.
4 – Alla fine, cercate di capire in cosa è cambiato il personaggio e non solo in cosa è cambiata la sua vita. Ci sono dei comportamenti che esprimono questi cambiamenti?
5 – Disegnate una curva del cambiamento: come credete sia avvenuto nel testo questo cambiamento?
Ovviamente non è detto che il libro che sceglierete sia un buon libro capace di illustrare al meglio i processi di cambiamento dei personaggi.
Ma se ripete l’esercizio un po’ di volta, abituandovi ad analizzare ciò che leggete, vedrete che sarete molto più consapevoli anche voi di come scrivere le vostre storie.
La lettura del mese – ovviamente con spoiler sulla trama, ma non sul finale
Ho di recente concluso la lettura di “Nova” di Fabio Bacà (Adelphi, 2021) – uno dei finalisti del premio Strega e del premio Campiello.
Davide, neurochirurgo sulla quarantina, vive con sua moglie Barbara e suo figlio Tommaso una vita… normale. Abbastanza soddisfatto del suo lavoro e delle sue relazioni, con una inclinazione a razionalizzare e ragionare sempre molto, a un certo punto viene messo in crisi da un episodio casuale. Deve raggiungere Barbara e Tommaso in un locale, ma quando entra si trova davanti a una scena violenta: un uomo sta molestando verbalmente sua moglie, in maniera insistente, e continua finché un altro uomo – sconosciuto – non lo appende al muro intimando di smetterla.
Lui assiste alla scena senza farsi vedere e senza sapere come reagire. Entrambe le forme di violenza lo atterriscono: sia quella del molestatore, sia quella dell’uomo che lo ferma.
Davide sempre rifiutato la violenza nella sua vita. Ma si scopre anche incapace di difendere le persone che ama. Si sente in colpa (doveva andare ad aiutare sua moglie?), si vergogna, prova sentimenti contrastanti. Finché non incontra nuovamente l’uomo che ha “difeso” sua moglie. E, non saprebbe dire bene il motivo, lo segue.
Scoprendo una persona che cambierà per sempre la sua vita.
Diego, così si chiama l’uomo, fa parte di una sorta di setta – un gruppo di strani monaci – e gli racconta che la violenza fa parte dell’essere umano. La società contemporanea reprime gli istinti, ma Dio ha creato il mondo con la violenza. Bisogna imparare a riconoscere il proprio Potere e quello degli altri, senza provare a reprimerlo, ma integrandolo nella propria vita tramite regole e allenamento.
Ma la violenza è un potere ambiguo, che ha bisogno di essere controllato: se non lo domini, dominerà te. E non puoi controllare qualcosa che neghi a priori. Non puoi gestire una parte di te che rifiuti persino di concepire.
Come avviene il cambiamento?
In “Nova”, Fabio Bacà ci fa entrare nei pensieri dei personaggi tramite una focalizzazione interna variabile (cioè abbiamo capitoli con il punto di vista di massimo, altri con quello di Barbara e altri ancora con quello di Tommaso). In questo modo è più semplice essere parte del cambiamento del personaggio, perché vediamo costantemente i suoi pensieri. Davide si interroga su ciò che gli accade. Il cambiamento passa attraverso il pensiero.
Ma non è lineare.
È affascinato dalla filosofia del potere e della violenza che gli spiega Diego. Ma ne è anche spaventato, e la respinge, convinto del fatto che violenza possa solo generare violenza. Ma nonostante queste convinzioni, stringe sempre più un legame con Diego, e seguendolo in alcune delle sue attività, si rende conto che… prova delle emozioni piacevoli. Nuove. Stimolanti. Non riesce a smettere. Nonostante sua moglie Barbara sia visibilmente preoccupata, nonostante non riesca a capire del tutto il suo nuovo amico.
Finché non giunge il primo episodio in cui il pensiero si trasforma in azione: dopo una delle solite liti con il vicino di casa – che è arrivato addirittura a minacciarlo velatamente di morte in passato, e con cui ha in corso una azione legale – per la prima volta in assoluto in vita sua… reagisce.
Ciò che segue lo lascerò scoprire a voi.
Ma è un ottimo esempio di come si mostra un cambiamento interiore.
Che cosa lo innesca? Cosa lo alimenta? Che cosa, invece, spinge nella direzione opposta, si oppone al cambiamento? Quali ricadute ci sono? Quali ripensamenti? Quali episodi hanno un impatto su di lui?
La vera magia, poi, avviene quando anche il lettore si interroga sugli stessi temi del personaggio e sente le proprie convinzioni vacillare… cambierete idea sulle vostre convinzioni riguardante un tema etico così importante e delicato?
di Viola “LadyViova” Sanguinetti
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