Hugo Pratt, il cartografo dell’immaginario
Almeno dagli anni Sessanta il nome di Hugo Pratt è il simbolo stesso dell’avventura, non soltanto italiana e non soltanto a fumetti: illustratore (anche se nel suo caso la definizione è ampiamente riduttiva), romanziere, a volte saggista, perfino personaggio in piccoli camei al cinema, nei fumetti (grazie soprattutto al caro collega Milo Manara) e di un bel libro “sperimentale” dell’amico giornalista e scrittore Alberto Ongaro, inevitabilmente intitolato Un romanzo d’avventura.
Nonostante l’evidente impossibilità di racchiudere in poche righe la moltitudine di sfaccettature biografiche e artistiche della sua vita (compreso il vero nome e cognome Ugo Prat all’anagrafe di Rimini, dove nacque quasi per caso nel 1927), delle sue opere e anche dei suoi mirabolanti racconti (fanfaronate comprese) capaci di riunire l’una e le altre, che ci piace ricordare per l’onore unico nella storia nazionale alla sua morte nel 1995, di un necrologio sul Corriere della Sera da parte del Ministro della Cultura italiano dell’epoca, lo storico dell’arte Antonio Paolucci, in grado di far continuamente parlare di sé con un inedito (il celebre Sandokan pubblicato soltanto nel 2009) a quasi 15 anni dalla sua scomparsa e a 40 dalla realizzazione dell’opera… e di continue mostre come quella attualmente a Cagliari “Verso nuove rotte” fino al 4 dicembre 2022 al Palazzo di Città.
Non si contano nei decenni le esposizioni di sue opere, i rispettivi cataloghi, le continue ristampe e nuove edizioni delle sue storie e dei suoi acquarelli, tanto da far quasi perdere il conto delle iniziative anche agli appassionati di lunga data. Celebra anche la sua definizione (forzata, ma comprensibile) del fumetto come “letteratura disegnata”, ripresa da una testata argentina del 1968 e costantemente utilizzata nella giusta rivendicazione di una piena dignità del mezzo (anche se poi lui amava definirsi un semplice “fumettaro”, pur essendo mooolto di più).
Sul web si trovano facilmente interviste, ma anche chiacchierate e conversazioni raccolte negli anni per documentari, per non parlare di vecchio e nuovo merchandising (a volte nemmeno autorizzato…), inaugurazioni di mostre e altro ancora, come la consegna del Grand Prix national des Arts Graphiques dal ministro della cultura francese Jack Lang nel 1988 e la serie animata sulla sua creatura più celebre, il marinaio Corto Maltese.
Per chi vuol saperne di più sulla sua produzione sterminata – che comprende anche copertine di dischi e riviste – gli articoli e volumi non mancano. Ma la bellezza delle immagini (multimediali) di Pratt è tale che ognuna di loro è una continua (ri)scoperta. Dal passato, nel presente, per il futuro: buona caccia!
di Loris Cantarelli
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