Tutto ciò che ci fa perdere un battito
O anche: perché abbiamo bisogno di più opere come Heartstopper.
“Ciao” . “Ciao”
Momenti magici.
All’incirca verso l’inizio di maggio una mia cara amica mi manda un messaggio: “Devi assolutamente guardare questa serie”.
Persa nella miriade di titoli messi in lista, e nell’assurda quantità di lavoro da fare tutti i giorni, ho lasciato indietro questa fino a che non me ne sono dimenticata.
Ma, per fortuna, la mia amica non ha desistito e ho finito per vedere tutte le 8 puntate quasi per due volte nell’arco di due giorni.
E così neanche io voglio desistere con voi.
Heartstopper è una serie Netflix basata su un fumetto dell’inglese e giovanissima Alice Oseman.
Per riassumerlo all’osso potremmo dire che racconta la storia d’amore tra Nick e Charlie, due ragazzi delle superiori.
Ma non è solo questo. E non sono solo loro.
La narrazione
Cominciamo dal tipo di narrazione.
La storia dei due ragazzi e dei loro amici viene raccontata con toni pastello, con un’atmosfera morbida e molto dolce, integrando anche elementi fumettistici animati tra una scena e l’altra.
Sebbene non tutte le situazioni che scorrono sullo schermo siano piacevoli – ci sono numerosi atti di bullismo, alcuni litigi e piccoli incomprensioni – non si viene schiaffeggiati brutalmente, bensì si viene scossi con decisione ma senza una spasmodica ricerca del grande dramma.
E cosa ancor più fondamentale, quando due personaggi discutono, poi parlano tra loro per chiarirsi, senza progettare vendette o scherzi di cattivo gusto.
La comunicazione è alla base di un sano rapporto tra esseri umani e finalmente qualcuno ce lo propone.
Le storie
Le storie sono tante e ognuna ha le sue particolarità, dettate dal carattere dei protagonisti.
Ognuno di loro, da adolescente, si trova ad affrontare le difficoltà tipiche della crescita e del capire chi si è.
È uno show incentrato sulla scoperta della propria sessualità e del proprio genere, attraversando le problematiche cui la nostra attuale società mette davanti i giovani: che spesso non si può scegliere liberamente chi si vuole amare senza venir emarginati, vessati, picchiati… odiati.
I personaggi
I personaggi sono vari, con modi diversi di affrontare la vita e il proprio essere, dall’apertura sfrontata di Darcy, al profondo senso di colpa di Charlie o la vergogna bruciante di Ben.
Non tutti hanno la forza e la bontà d’animo di Nick e anche lui ha dovuto fare un gran lavoro per capire se stesso.
Anche i più negativi mostrano vari volti delle persone reali.
Anche quelli che sembrano i cattivi hanno dietro di loro storie che influiscono su come stanno crescendo e su quello che dicono o fanno.
È facile odiare Ben, è facile odiare Harry, ma sono solo il frutto delle famiglie e soprattutto della società cui appartengono.
A fine visione forse si avrà un po’ la sensazione che tutto sia stato troppo semplice, come in una fiaba.
Abbiamo però viva necessità di titoli che ci dimostrino che una comunità del genere è possibile, che un ragazzo gay può trovare l’amore e venir ricambiato così, semplicemente.
Ci servono queste storie che fanno perdere un battito e che regalano un po’ di magia, un po’ di bellezza pura.
Molti giovani adulti appartenenti alla comunità LGBTQIA+ hanno affermato che Heartstopper è l’opera che avrebbero voluto avere quand’erano adolescenti, per sapere di non essere soli.
Ma credo sia l’opera di cui hanno bisogno tutti gli adolescenti, gli adulti, i GENITORI, indipendentemente dalla comunità cui fanno parte.
C’è n’è bisogno per aprire gli occhi su ciò che vuol dire davvero amare, sul modo di rapportarsi con gli altri, sulla possibilità di scoprire sfumature diverse dell’essere una persona che respira, pensa ed esiste.
Stay Kind
Love, Monigiri
💙🍙
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.