Editoriale: Le lettere in matematica

Vi ricordate quando da piccoli ascoltavamo la lezione di matematica e dentro di noi pensavamo (e un po’ anche all’esterno): “ma questo non mi servirà mai a niente nella vita”.

Con la nostra enorme esperienza di ragazzini di sedici anni rimanevamo stupiti dal vedere le lettere arrivare prepotentemente nella matematica, e spiazzati dall’inutile complicanza che ci si parava davanti agli occhi, cominciavamo a slogarci la mascella dallo stupore e, forse con un po’ di panico, iniziavamo a sentenziare: “Questo non mi servirà mai a niente”. Qualcuno che si credeva ancora più assennato aggiungeva: “A meno che non studi matematica”. E dopo anni, ma forse un po’ anche allora, sapevamo già che ci stavamo sbagliando di grosso, la nostra era solo pigrizia. Perché sì, magari sapere delle piantine di Mendel e fare le espressioni non hanno un’applicazione diretta nella nostra vita, ma indirettamente ci permettono di essere felici, perché la conoscenza e la cultura sorreggono tutto ciò che abbiamo. Per merito di altri che magari avevano voglia di fare quelle espressioni e studiare su quei libri, ora noi viviamo una vita agiata, più agiata di quanto potessimo immaginare, di quanto è stata quella dei nostri genitori.

Per questo il numero di questo mese di Niente Da Dire è un omaggio alla scienza, non perché c’è una particolare ricorrenza, semplicemente perché ogni tanto bisogna ricordarsi che dobbiamo tutto a ciò che siamo come comunità, perché lo studio di altri permette la grandezza di tutti. Dubitare è bene, porsi domande anche, ma alcune volte bisogna solo comprendere che qualcuno ne sa più di noi e a meno che non vogliamo confrontarci con essi direttamente studiando le stesse tematiche, forse è meglio mettere da parte l’orgoglio e sentire cos’hanno da dire. Questo numero è dedicato alla scienza.

La stupenda cover è di Erica Fontana e rappresenta tutto quello di cui non sapevamo di avere bisogno, ma che adesso abbiamo capito che non era così.

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