Tre domande (+1) a JustRyuk

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Tre domande (+1) a JustRyuk

Una delle note positive della Milan Games Week è che, finalmente, si è parlato di inclusività nel mondo del gaming. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Mauro Barone, in arte Just Ryuk, streamer professionista su Twitch che nelle giornate di fiera ha partecipato alla conferenza organizzata da Beyond PG e ha raccontato la sua personale esperienza con l’inclusività. Nonostante il pienone di gente della fiera e le indicazioni sommarie scambiate su Whatsapp, riusciamo a salvarlo dalla baraonda e ad incontrarci nella sala stampa per rivolgere le nostre domande.

Come cambia l’approccio ad un videogioco per te essendo su Twitch e come cambia per gli spettatori che hanno te come filtro?
L’approccio al videogioco se sei in diretta è diverso indubbiamente, parlare con la chat, gente che si abbona o che sparla e a cui devi rispondere, giustamente. Te lo godi di più quando sei offline, entri proprio dentro al videogioco. Se si parla di giochi di ruolo, quindi, in diretta te li godi di meno, mentre un FPS preferisco giocarlo in live. Quando capita una bella azione o una situazione divertente, la chat reagisce ed è bello avere reaction.

Dal canto mio tento sempre di essere divertente da seguire, poi non sempre ci si riesce: una giornata storta può capitare a chiunque, non siamo robot o macchine programmate al divertimento. Filtro il contenuto cercando di spiegare di più il titolo e rendendolo più chiaro a 360 gradi.

Rifacendoci alla conferenza, in che modo Twitch di aiuta o non ti aiuta in un progetto di educazione all’inclusività nel mondo del gaming su questa piattaforma?
Twitch di base è attenta a queste norme, non puoi scrivere o dire la n-word o f-word, ad esempio. Quando, spesso, mi è capitato di segnalare delle persone tramite i commenti, devo dire che la piattaforma è stata celere nel sospendere o bannare l’utente in base alla gravità dell’azione. Penso che però non possa fare più di tanto, questo è il massimo. Perché le persone possono arrivare e scrivere, quindi il danno lo hanno fatto. Posso avere una sorta di giustizia se queste vengono bannate e mi fa piacere se effettivamente accade. A volte succede che una parola non viene mostrata in chat, ma viene mostrata a me direttamente in quanto proprietario del canale. Se una parola mi ferisce, però, lui può scriverla lo stesso e ormai il danno lo ha fatto.

Quindi cosa può fare? Niente, è un discorso molto complesso e devo dire che per rispetto della community Twitch è già molto attenta ai comportamenti degli streamer, cerca di mettere delle regole abbastanza precise. Gli streamer poi le rispettano di più, gli spettatori un po’ meno.

A livello di inclusività il mondo del gaming in generale e quello competitivo come sono messi? Quali sono le prospettive future?
Male, male, male. Ci sono miei colleghi che sicuramente vorrebbero fare coming out o essere se stessi, ma non lo fanno perché hai perdita di follower, perdita di abbonamenti e insulti, dopo un po’ perdi il conto di quanti ne ricevi. Le ho subite queste cose.

Devi veramente farti le ossa per sopportare tutta questa cattiveria gratuita. Che poi, ti chiedi, perché? Com’ero ieri, sono oggi. Com’ero un anno fa, lo sono oggi. La differenza è che sai una cosa in più di me perché mi sono aperto. C’è una marea di cattiveria e la situazione è gravissima per essere in Italia, nel 2021 e nel gaming. In altri social e ambienti, invece, vedo un po’ più di apertura. Su Tik Tok, ad esempio, la fanbase è diversa: più femminile o con più ragazzi aperti mentalmente. Invece il gaming è proprio uno degli ambienti più gretti e più retrogradi che abbia mai conosciuto, come il calcio. Molto male.

Che cosa ti lascia senza niente da dire?
Le persone che vengono in chat durante la live e mi scrivono “Prima ti seguivo, mi piacevi. Ora non più perché ho scoperto che sei gay”. Cosa puoi rispondere a persone del genere, niente! Non hai proprio niente da dire! Adesso esagero, ma se vivessi in un mondo surreale, con la possibilità di eliminarlo con un Death Note, scriverei il suo nome e ciao. Ma non posso, per cui sto zitto e subisco.

Ringraziamo Just Ryuk per l’intervista e gli auguriamo il meglio per il futuro, nella speranza che attività come la sua possano aiutare a sensibilizzare maggiormente su temi che, al momento, sono poco presenti in ambito videoludico. Potete seguirlo su Instagram, Tik Tok e Twitch.

di Damiano D’Agostino e Ilaria Celli

Crediti Fotografia: @fc_fotografie

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