Cercare il proprio limite
C’è stato un tempo in cui mi sembrava che potessi riuscire a fare tutto, nel campo attoriale. Qualsiasi cosa di stampo recitativo era alla mia portata, bastava metterci lo stesso impegno, la stessa dedizione allo studio e alla conoscenza di quel campo, e ci sarei riuscito senza alcun problema! Esattamente come preparare un ruolo teatrale, avrei potuto affrontare qualsiasi sfida che fosse nelle mie corde.
Diavolo quanto ero stupido. Ci fu bisogno di un singolo evento per farmi capire che non è per niente così semplice come si crede.
All’incirca dieci anni fa, un mio caro amico passò il mio contatto a uno studio di registrazione di Reggio Emilia che stavano cercando attori e attrici per poter registrare uno spot da mandare in radio. Lo studio mi contattò, e mi fecero venire nella loro sala di registrazione per poter fare una prova e vedere se ero la voce giusta per quello spot. Ero eccitato e impaziente di iniziare e, dopo aver salutato il regista e la sua assistente, mi fiondai dentro la sala riprese per cominciare. Tutto facile, dovevo solo leggere il testo ed era fatta.
E invece no, non fu affatto facile. Fu un disastro: mi fecero ripetere ben quindici volte la registrazione, visto che non facevo altro che mangiarmi le parole, sbagliare i tempi e andare troppo veloce. Alla quindicesima registrazione fallita, dalla sala di regia mi fecero sapere, con enorme stanchezza, che potevo andare e che la sessione finiva lì.
Penso di non ricordare un altro momento in cui mi ritrovai così triste e avvilito: mi vergognavo come un bambino che se l’era fatta addosso davanti a tutta la classe ed ero sul punto di piantare tutto lì e lasciar perdere ogni cosa che riguardasse la recitazione. “Cosa ho sbagliato?”, “Ma perché diavolo ci ho provato?”, “Che cavolo mi è venuto in mente?”: erano i pensieri che affollavano la mia mente mentre stavo uscendo dalla sala di registrazione. Ma il regista mi fermò mettendomi una mano sulla spalla, richiamandomi dai miei pensieri negativi. Io esplosi in mille pezzi travolgendolo di scuse e cospargendomi il capo di cenere. Lui mi rivolse un grande sorriso e mi disse semplicemente: “Vai tranquillo! Mi ha fatto molto piacere vedere il tuo impegno e non devi colpevolizzarti. Semplicemente questa cosa non è per te!“, e aggiunge, stringendomi la mano: “Scommetto però che a teatro sei una bomba! Io non riuscirei mai a salire sopra un palcoscenico!”
Ed è lì che imparai una sonora lezione. Da quella frase rincuorante detta a un ragazzo che pensava di poter far tutto nel campo recitativo e che si era scontrato con la dolorosa realtà, capii. Capii che avere un talento per la recitazione non necessariamente ti porta a essere un esperto in ogni campo del talento che possiedi. Essere un bravo attore di teatro non ti rende necessariamente un bravo speaker, o un superbo doppiatore, o un fantastico scrittore teatrale o cinematografico. Idem per quanto riguarda il contrario: un bravo attore cinematografico non necessariamente spiccherà per qualità in uno spettacolo teatrale.
Per poter essere davvero completo c’è bisogno di uno studio approfondito, di esperti che t’insegnino adeguatamente a farlo, d’impegno e dedizione. Perché la recitazione non si ferma soltanto a una branca, ma ce ne sono diverse, e tutte necessitano di essere analizzate e carpite con la dovuta preparazione.
A volte, però, neppure questo è sufficiente per poter padroneggiare qualsiasi stile e branca recitativa. Purtroppo, a volte, si raggiungono dei limiti che vengono dettati proprio dal tuo talento o dalle tue capacità. Non tutti gli attori di teatro diventano doppiatori e non tutti gli attori di cinema si cimentano nel teatro. Così come non tutti sanno cantare, non tutti sanno danzare e non tutti sanno stare davanti a una cinepresa. Ci sono cose che sappiamo fare e altre in cui purtroppo non siamo bravi. Ed è davvero difficile ammetterlo, ma bisogna farlo, altrimenti non cresceremmo mai mentalmente e artisticamente.
Bisogna conoscere i propri limiti e coltivare, invece, ciò che sappiamo realmente fare, darci da fare e non fermarsi lì. Imparare a rialzarsi da delle sconfitte e concederci un attimo di respiro per poter vedere dov’è il nostro limite e vedere fin dove possiamo andare.
Non siamo infallibili, non si può eccellere in tutto. Ma possiamo tentare: provare a vedere fin dove si spinge il nostro talento, la nostra passione. E saper segnare il limite che abbiamo trovato, ammettere a noi stessi che più di questo non possiamo fare ed essere orgogliosi di ciò che abbiamo conquistato fino a quel momento, elevarlo e farlo totalmente nostro.
Perché la perfezione e l’eccellenza non esistono. Solo persone che sbagliano e che imparano dai loro errori, continuando a provare e a cercare il loro limite.
Attore Novizio al vostro servizio!
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