Che cos’è il Finning e perché va fermato?
Gli squali non godono di una grande reputazione nell’opinione pubblica. In fondo la rappresentazione che abbiamo di questo animale è di una creatura violenta, uno dei più grandi predatori marini esistenti. La cinematografia ha inconsapevolmente influenzato molto la paura ferale che il genere umano ha verso questi esseri, sebbene la loro nomea non fosse già per niente buona senza il leggendario film Lo Squalo di Steven Spielberg. C’è anche chi, nel mondo del cinema, ha pensato bene di mettere degli squali con dei tornadi, nel vano tentativo di spaventare il doppio. Senza però andare troppo fuori tema, questa paura sedimentata per il predatore è una delle motivazioni sociali per cui la pesca e il consumo di massa della sua carne non sono sentite da molti come attività dannose. Allerta spoiler, lo sono!
La presenza degli squali nei nostri oceani è fondamentale per la sopravvivenza di molti ecosistemi, a spiegarlo è il divulgatore scientifico e naturalista Willy Guasti, conosciuto sul web come ZooSparkle. In un suo video pubblicato su YouTube, il divulgatore porta all’attenzione del pubblico un gigantesco problema sulla pesca degli squali. Le cifre legate alla pesca degli squali negli ultimi decenni sono preoccupanti, verificandosi quello che gli esperti definiscono overfishing (sovrappesca), ovvero quando una determinata specie viene pescata più velocemente di quanto riesca a riprodursi. Questi enormi predatori sono vitali per la catena alimentare e gli ecosistemi marini, in quanto si sta parlando di predatori definiti apicali (o alfa, o dominanti). Senza una popolazione nutrita, moltissime altre specie prolifererebbero oltremisura, alterando l’equilibrio di quelle acque.
Molte specie di squalo sono sulla soglia dell’estinzione e le motivazioni di questo overfishing sono dovute sia a una percentuale di pesca accidentale, quando rimangono impigliati nelle reti, sia a un utilizzo di tecniche di pesca particolarmente efficaci contro questi predatori. Il divulgatore spiega che una pratica deleteria legata alla pesca degli squali è il fantomatico Finning, un termine che pian piano si sta ritagliando uno spazio nel dibattito pubblico ambientalista.
Il Finning, ci spiega Camilla Mura del team italiano dell’iniziativa dei Cittadini Europei StopFinningEU, è una pratica che prevede lo spinnamento dello squalo, spesso quando questo è ancora vivo. La carcassa del suddetto viene di frequente rigettata in mare a causa del suo basso valore commerciale. Il mercato delle pinne di squalo è più florido di quanto si immagina: la pinna in sé rappresenta un condimento pregiato per una pietanza molto diffusa in Asia (zuppa di pinne di squalo per l’appunto) e il cui consumo è strettamente legato a tradizioni locali, nonché all’affermazione di uno status symbol. Nei confini dell’Unione Europea, il Finning è una tecnica di pesca già illegale. Secondo la regolamentazione Fins Naturally Attached del 2013 è proibito, senza eccezione, lo stoccaggio, il trasbordo e lo sbarco delle pinne di squalo nelle acque dell’Unione Europea e sulle navi europee.
Questa regolamentazione, per quanto rappresenti un importante passo avanti per il contrasto della tecnica, presenta notevoli lacune che hanno permesso ai pescatori di frodo, attraverso corruzione e scarsi controlli marittimi, di aggirare e infrangere la legge, vendendo per il mercato nero oppure permettendo a molti pescatori di arrivare fino al porto con le carcasse dello squalo e di spinnarlo una volta a terra. E’ stimato che circa 3500 tonnellate di pinne di squalo siano esportate ogni anno dall’Europa, rendendo il nostro continente un pilastro importante nel commercio delle pinne di squalo. Questa pesca massiccia può causare l’estinzione di molte specie a rischio, gli attivisti di StopFinningEU, in una videochiamata con noi, hanno parlato di una grande problematica nell’identificazione dello squalo dalla sola pinna, rendendo difficile capire se si tratta di una specie a rischio o meno.
StopFinningEU è un’iniziativa dei cittadini europei che chiede alle istituzioni europee la messa al bando dell’importazione, esportazione e transito delle pinne di squalo. L’iniziativa punta quindi ad un’estensione della regolamentazione sopracitata, chiedendo alla commissione di estendere il criterio di fins naturally present on the body a tutto il commercio di squali e razze nell’Unione Europea. Il 19 maggio di quest’anno, gli attivisti della ONG Stop Finning EU, e una quindicina di eurodeputati , si sono riuniti in manifestazione di fronte al Parlamento Europeo per chiedere alle istituzioni di “agire per proteggere i nostri oceani”. Fabienne Rossier, rappresentate francese della ONG ha avvertito che “l’estinzione degli squali è già in corso, con alcune specie che hanno perso dal 90% al 99% della popolazione a causa della pesca eccessiva”.
Tra gli eurodeputati che sostengono questa iniziativa sono presenti esponenti di diversi gruppi e partiti politici, per l’Italia si sono schierati pubblicamente a favore i tre eurodeputati dei Verdi Europei: Eleonora Evi, Rosa d’Amato e Ignazio Corrao. I voti per questa iniziativa al momento sono più di 420mila, con il milione di voti da raggiungere entro il 31 gennaio 2022. E’ possibile votare all’iniziativa tramite il portale dell’Unione Europea con l’utilizzo dello SPID o del documento di identità. La speranza degli stessi attivisti è che gli italiani rispondano con entusiasmo all’iniziativa StopFinning, al momento votata da 32mila persone nel nostro paese, esattamente come hanno risposto alle iniziative SaveBeesandFarmers e ICE EndTheCageAge, due iniziative europee che riguardavano la riduzione dell’utilizzo di pesticidi sintetici nell’agricoltura e la messa al bando delle gabbie per gli animali da allevamento.
La tematica del Finning è molto importante e poco affrontata nel dibattito, uno dei perché è stato spiegato all’inizio, mentre si può provare a cercare un’altra motivazione in una questione puramente cognitiva. E’, infatti, complesso cercare di sensibilizzare ad un tema simile, in quanto ciò che succede in mare aperto ci sembra un problema lontano da quello che normalmente siamo abituati a percepire. E invece, ultimo spoiler, ci riguarda.
Edit: Gli attivisti di StopFinningEU riportano nel loro comunicato stampa il raggiungimento del milione di voti in data 18 gennaio, superando anche la soglia minima necessaria per l’Italia di 55mila voti. Una volta finita la fase di votazione dell’iniziativa, ovvero il 31 gennaio 2022, le firme raccolte vengono verificate e successivamente partirà il processo di dialogo con le istituzioni europee. Se siete curiosi di capire come funziona questo processo potete consultare la pagina ufficiale sul sito dell’Unione Europea.
di Damiano D’Agostino
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