Perché cuciniamo?

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Perché cuciniamo?

In questo mese dedicato al cibo e alla cucina, Felisi & Contenti cercherà di rispondere a una domanda all’apparenza ovvia: perché cuciniamo?
Prima di rispondere, o cercare di farlo, è bene sottolineare che non tutti cucinano e, sebbene anche questa conclusione possa sembrare scontata, forse in fondo non lo è poi così tanto.
Procediamo quindi per motivazioni.

La cucina per professione
Dall’idea che mi sono fatto del lavoro di chef, sia per diretta esperienza personale, sia grazie al contributo dei numerosi format a tema, penso che soltanto una persona che ami davvero cucinare si dedicherebbe a una professione tanto estenuante e onerosa. Se dovessi passare il mio tempo a calcolare i tempi di cottura per fare “uscire” tutti i piatti nello stesso momento, tagliare carote alla velocità della luce senza lasciarci le dita oppure condividere lo spazio in cucina con altre sei persone, la voglia di preparare da mangiare evaporerebbe il primo giorno.

La cucina per necessità
Se siete diventati genitori e non avete mai cucinato, vi tocca imparare. Non ci sono scappatoie o vie di mezzo perché le risorse (e la pazienza) dei vostri, di genitori, hanno un limite. È vero. Per qualche ragione le nonne dei vostri figli saranno sempre più brave di voi tra i fornelli, ma se non volete che la vostra progenie cresca a merendine e pizza, è necessario rimboccarsi le maniche e imparare a non scuocere la pasta.

Sullo stesso piano, ma con l’attenuante di non avere sulla coscienza dei minori strafatti di zucchero, ci sono le persone che abitano da sole. Prima o poi esauriranno la lista di cibi da asporto, o il loro fegato, dopo essersi prodigato in colorite lamentele, potrebbe persuaderli che sia ora di un minestrone o di una bella insalata mista.

La cucina per sopravvivenza
Se siete naufragati su un’isola deserta, persi nei boschi, o in panne in mezzo al deserto, vi toccherà ricorrere a tutto quello che vi ha insegnato Bear Grylls, ivi compreso come procurarsi il cibo in condizioni estreme. Sebbene non sia del tutto ascrivibile al concetto di cucina, dovrete rendere quel cibo il più commestibile possibile se volete sopravvivere.

La cucina per i social
Questa si commenta più o meno da sola.

La cucina per passione
In quanti vi hanno svelato di avere una passione per la cucina mostrandovi le foto delle torte che fanno, o dei meravigliosi capolavori di panificazione cui sono dediti? Le loro cucine competono con quelle dei ristoranti e, senza volerlo, sorge spontanea la domanda: “Sì, ma poi tutta quella roba chi la mangia?

La cucina per amore
Concludiamo con la mia preferita.
Per me cucinare è un atto d’amore verso le persone che ci stanno vicino e con cui condividiamo la nostra vita. Una brutta giornata, un lavoro che ci sta stretto o quella stanchezza opprimente che ci pesa sulle spalle, non riusciranno mai a farci dimenticare chi amiamo e perché.
Tutti hanno delle giornate storte, e credo fermamente che una delle dimostrazioni d’amore più intense sia quella che ti regala il profumo di una teglia di lasagne nel forno preparate da qualcuno che ti ama.

Alessandro Felisi – Niente Da Dire

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