Deathloop, l'eleganza di Arkane

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Deathloop, l’eleganza di Arkane

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Ogni giorno, lo stesso giorno. La tematica del tempo, in questo caso l’espediente del loop temporale, risulta estremamente affascinante: cattura l’attenzione degli spettatori tramite elementi semplici di ricorsività e risalta l’influenza del personaggio protagonista sul mondo e sull’ambiente circostante. Recentemente le produzioni cinematografiche e videoludiche hanno intravisto le potenzialità narrative che questo espediente può far emergere. Con attinenza specifica ai videogiochi, è stato possibile notare come siano usciti molti titoli che plasmano interamente la propria esperienza su questa logica, tra Outer Wilds di Mobius Digital e Returnal di Housemarque, la proposta di intrattenimento è allettante.

Tuttavia non è soltanto lo sfruttamento di questo espediente ad aver reso queste opere le più peculiari e attese, ma si nota anche un’ottima commistione con elementi roguelite, ovvero meccaniche di gioco ispirate al videogioco Rogue, ma che edulcorano la difficoltà disarmante tipica di quel gioco. Chiariamoci, non possiamo più parlare di videogiochi, o di forme d’arte in generale, attraverso generi che viaggiano a compartimenti stagni: tramite la contaminazione, l’ibridazione e l’influenza di generi diversi si crea l’innovazione. Attraverso questa contaminazione e dialogo c’è la possibilità concreta di avere un videogioco longevo e rigiocabile. Ad ogni morte, o riavvio del mondo, la progressione del giocatore viene parzialmente dispersa. Anche se si sono persi degli oggetti che rappresentavano la progressione del personaggio, la narrativa andrà comunque avanti. Anzi, ancora meglio, la morte è parte della narrativa e dell’esperienza.

Deathloop

Se poi a questa struttura di gioco aggiungiamo anche una linea di game design come quella degli Immersive Sim, abbiamo un cocktail videoludico in grado di regalare innumerevoli sorprese. Deathloop è questo cocktail, un action shooter sviluppato da Arkane Lyon che raccoglie l’eredità dei grandi titoli cosiddetti Immersive Sim come Deus Ex, Thief e Dishonored, incorporando l’espediente narrativo del loop temporale e costruendo un’esperienza intensa e memorabile. Diverse delle meccaniche di gioco possono, senza ombra di dubbio, richiamare alla memoria Dishonored, ma fermarsi al banale “sembra Dishonored” significa analizzare il titolo con estrema superficialità, perdendo di vista l’anima di Deathloop e come lo studio francese abbia perfezionato il proprio stile, realizzando uno dei migliori giochi del 2021.

Prima di procedere cerchiamo di fare ordine nelle idee, snocciolando qualche tecnicismo. Con Immersive Sim si intende una linea guida di game design che enfatizza le scelte, le azioni del giocatore e costruisce un’esperienza coinvolgente in cui le azioni possiedono un’influenza e hanno delle reazioni. In Dishonored, ad esempio, la meccanica del caos in base a quanti nemici uccidevi e a quanto velocemente la città cadeva nel caos, richiede al giocatore di ponderare l’approccio di gioco: è possibile fare tutta la storia principale in modalità stealth e non letale, oppure spargere sangue in giro ogniqualvolta possibile, facendo una carneficina dei nostri nemici e osservando una sempre maggior quantità di guardie nei livelli successivi, nonché più violente. Questa meccanica influenza il finale in modo radicale, per cui è importante prestarci attenzione. In Deathloop, grazie all’espediente del circolo temporale, gli sviluppatori hanno diviso la mappa di gioco in quattro zone e in quattro momenti della giornata distinti. Per cui le azioni compiute in una determinata zona della mappa ad un determinato orario, possono influenzare la condizione di alcuni NPC che si ritrovano, ad esempio, in un’altra zona qualche ora più tardi.

Districare il puzzle della storia e riuscire, finalmente, a spezzare il loop in cui i Visionari, i “cattivi” del gioco, hanno incastrato il protagonista Colt e l’intera baia di Blackreef, richiede un po’ di tempo, esplorando accuratamente i livelli e reperendo più informazioni possibili. Una volta che veniamo ammazzati in combattimento, oppure per mano della nostra nemesi Julianna, la quale vuole invece preservare il “paradiso” del loop, ci risvegliamo immediatamente sulla spiaggia e ricominciamo la giornata da capo, ma con le informazioni acquisite.

deathloop

Deathloop è, quindi, un’opera gigantesca da analizzare e questo articolo non basterà per parlarvi della sua bellezza e del perché è uno dei titoli che più aspettavo in quest’anno. E’ stato un videogioco in grado di portarmi alla fruizione di altre opere: non c’è niente di meglio. Quando un videogioco, o un film o un libro, ti porta a cercare e vedere altre opere è una vittoria, si percepisce una sorta di connessione e di eredità artistica. L’impresa di Colt mi ha incentivato alla visione del famoso film di Hitchcock Vertigo, tradotto in italiano come La donna che visse due volte. Il perché è presto spiegato, tutte le sequenze di narrazione presenti nel videogioco di Arkane, sono direttamente ispirate alla copertina originale di Vertigo: un omino stilizzato che precipita in una spirale e i colori arancione e nero a dominare la palette. Inoltre molte sensazioni di suspance e vertigine che il film cult trasmette sono comunque parte della narrazione di Deathloop: l’acrofobia, ovvero la paura delle altezze, e il nostro continuo correre sui cornicioni di palazzi a destra e sinistra richiamano quell’angoscioso sentimento.

Lo studio Arkane è sempre stato in grado di creare delle avventure mesmerizzanti e di grande valore artistico e ludico, soprattutto attraverso il cosiddetto gameplay emergente e a tutte quelle meccaniche di gioco che, appunto, emergono dalla combinazione inaspettata di alcuni elementi. I poteri di Colt e  il modo con cui interagiscono con gli ambienti e l’azione frenetica ne sono una dimostrazione: per quanto le combinazioni possano esssere inaspettate dagli sviluppatori, il consiglio mentre si sviluppa un gioco è quello di creare terreno fertile per permettere a queste situazioni di emergere. La maestria dello studio e delle persone che ci lavorano dentro è ormai ampiamente riconosciuta dagli appassionati e dai professionisti.

C’è infatti grande curiosità sui loro prossimi progetti, la divisione di Arkane Austin è, infatti, al lavoro Redfall, shooter cooperativo presentato alla conferenza E3 di Microsoft e Bethesda. Ma c’è anche molta curiosità sui progetti di una figura importantissima che dal 2017 non fa più parte di Arkane, ovvero di Raphael Colantonio. Il Game Designer, fondatore e ex-presidente di Arkane, è al lavoro assieme al suo nuovo WolfEye Studios su Weird West, un titolo “immersive sim” con grafica top-down ambientato nel vecchio west e in uscita verso la fine di quest’anno. Dopo aver giocato e rigiocato Deathloop, rimango in trepidante attesa di questi titoli, le avventure create da questa azienda mostrano tanta eleganza e riescono a fare scuola. Da Arx Fatalis fino a Prey, passando per Dishonored e, infinte, Deathloop, che ci ha mostrato una possibile formula per un maestoso gioco sui loop temporali.

di Damiano D’Agostino

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