Leonetto Cappiello, il pubblicitario della bellezza

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Leonetto Cappiello, il pubblicitario della bellezza

Uno dei padri della cartellonistica italiana moderna (non pochi suoi manifesti pubblicitari sono stati usati dalla casa editrice Sellerio per le copertine di romanzi di Andrea Camilleri fra gli altri), Leonetto Cappiello (nato a Livorno nel 1875 e morto a Cannes nel 1942) oltre che illustratore fu anche pittore, caricaturista, pubblicitario, decoratore d’interni con affreschi e autore di pregiate acqueforti… nonché nel 1909 creatore grafico del primissimo “antieroe” noir Zigomar, a capo di una misteriosa organizzazione criminale, diretto ispiratore del “genio del male” e re dei travestimenti Fantômas dal 1911 (che a sua volta darà ad Angela Giussani l’idea iniziale per il nostrano Diabolik nel 1962).

A fine Ottocento, poco più che ventenne si stabilisce a Parigi dove nel 1914 riceve la Legion d’Onore, la massima onorificenza francese. Dopo la fama per le sue caricature pubblicate su riviste prestigiose, inizia a firmare manifesti con evidente influsso del filone degli spettacoli come Moulin Rouge e Folies Bergère, ma con un’eleganza che rimane nei decenni: ancor oggi molte sue scelte grafiche e intuizioni già molto moderne vengono seguite quasi sempre senza accorgersene da molti dei cosiddetti “creativi” e professionisti della comunicazione.

In particolare le sue immagini mostrano personaggi senza più attinenza diretta con il prodotto che pubblicizzano, ma creano di fatto un marchio insieme raffinato e altamente riconoscibile. Per essere meglio ricordati da un pubblico non ancora assalito da immgini ogni minuto secondo come ai giorni nostri, ben presto gli si richiedono manifesti dallo stile diretto, con fondali a tinte unite e colori vivaci, rivestendo figure in primo piano dal fascino immediato, che sappiano stupire ed essere ricordate andando al di là dell’occasione particolare: un’impostazione che vediamo ogni giorno anche in questo nostro Terzo Millennio e rimane centrale nell’odierno graphic design.

Nella memoria italiana sono rimasti soprattutto i suoi manifesti realizzati per Cinzano e Campari, tuttora ammirevoli per gusto e impostazione, oltre che ammirato di continuo in mostre ed esibizioni che lasciano tutti a bocca aperta: ma tutto il suo lavoro andrebbe periodicamente riscoperto e apprezzato.

di Loris Cantarelli

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