Le parole sono importanti! (Soprattutto a teatro!)

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Le parole sono importanti! (Soprattutto a teatro!)

Uno degli strumenti più importanti per un attore, se non la base stessa della recitazione, è la parola. La conoscenza e l’utilizzo preciso della parola, adattandola al tipo di spettacolo recitato e all’epoca in cui è ambientata l’opera, rende la sua performance sul palcoscenico indimenticabile. Ma c’è ben di più: conoscere e approfondire il giusto lessico utilizzato a teatro e le terminologie artistiche a esso annesse, può rendere il suo lavoro dietro le quinte ancor più facile e ben realizzato. Ma come si fa a conoscere tale terminologia?

Nella mia meravigliosa vacanza passata a Firenze con Persebeau, all’interno di una nota libreria, la mia fantastica compagna mi ha fatto conoscere un libro davvero molto interessante: Il Lessico dell’Attore di Mario Santella, scritto nel 1998. L’autore, famoso regista, attore e scrittore partenopeo, ha riassunto in un comodissimo libriccino tascabile di 230 pagine tutto il lessico utilizzato non solo a teatro, ma anche nel cinema e nella televisione. Parole utilizzate non soltanto da attori o registi, ma anche da tecnici, assistenti e tutti coloro che vivono lo spettacolo nelle sue prime fasi di preparazione. Una vera e propria scoperta per un attore novizio quale io sono, che nonostante il bagaglio culturale accumulato in questi lunghi anni da teatrante, deve ancora imparare molto del suo meraviglioso mondo e in particolare delle parole corrette utilizzate al suo interno.

Termini come “Spirito Dionisiaco”, “Deus Ex Machina”, “Fescennini”, assumono un significato comprensibile per chiunque, con una spiegazione breve ma esaustiva fornita da un esperto del settore quale era Santella. Non solo delle parole artistiche come quelle sopracitate ma anche quelle tecniche o specifiche della preparazione dello spettacolo, come “quinte”,“Cavaiola”,“Cercapersona” o “Antipalchetto”. Il tutto unite assieme a termini non più utilizzati o parole dal doppio significato: Se voi date dell’Ipocrita ad un attore, egli vi risponderà che lo è di professione, visto che nell’antica Grecia questa parola dispregiativa significa proprio “attore”; stessa cosa per la parola “Istrione”, parola più comunemente usata nella Roma antica per indicare, per l’appunto, l’attore protagonista.

Tutte queste parole, analizzate e contestualizzate nel mondo teatrale, gettano una nuova ed intrigante luce nello studio e l’analisi del teatro contemporaneo e antico. L’interesse che un novizio può nutrire aumenta a dismisura e porta a donare un’importanza quasi maniacale all’utilizzo di un tale lessico, così forbito e colmo di numerosi significati. Ma non soltanto per un attore: anche una persona normale può rendersi conto che la conoscenza e il significato delle parole che utilizziamo è altamente importante e necessaria alla buona educazione e al rispetto altrui. Non solo della persona che si ha davanti, ma anche di tutto un retaggio che ci accompagna sin dall’alba della coscienza umana.

Magari sto un po’ esagerando, me ne rendo conto! Eppure leggere questo piccolo libro mi ha fatto rendere conto di quanto sia necessario conoscere il significato delle parole che utilizziamo e averne rispetto, sia sul palcoscenico che giù da esso. Perché è da lì che comincia il nostro poter essere persone migliori, più coscienziose.

Mai come ora, la famosa frase del grande Nanni Moretti nel film “Palombella Rossa” risuona salda nel mio cuore: “Le parole sono importanti!!”

Attore Novizio al vostro servizio!

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