Pio e Amedeo: quelli che scrivono che non li conoscono

Reveal more

Pio e Amedeo: quelli che scrivono che non li conoscono

Però non siamo qui per parlare per l’ennesima volta dei danni che stanno contribuendo a fare Pio e Amedeo con la loro comicità, che per nulla innova, anzi è statica e continua a fomentare stereotipi dannosi.

Oggi parleremo di altro, parleremo della reazione della gente e non di quelli contro, e nemmeno di quelli a favore, ma di quelli che gonfiano il petto e volano di post in post, di notizia in notizia sui social, commentando: “Non so neanche chi sono”, credendo che scrivendo quelle parole dimostrino un certo grado di superiorità, perché in realtà sanno cosa stanno dicendo di non conoscere. Sanno da cosa stanno prendendo le distanza, e in un certo qual modo vogliono sentirsi superiori perfino a chi argomenta contro i due comici. Questo non capita solo con Pio e Amedeo, capita con ogni argomento, il classico “io non so manco chi sia”, oppure “ho scoperto adesso chi è questo tizio”. Un modus operandi egocentrico e puerile, che sottolinea solo una cosa, non di certo una superiorità mentale, ma solo di non aver compreso che le superiori sono finite.

Cercare di dimostrare di essere più intelligenti o più acculturati non conoscendo qualcosa è un paradosso. Conoscere qualcosa non significa apprezzarla, significa avere gli strumenti per poter dare un’opinione solida su una questione specifica. Dire semplicemente: “non so chi siano” mette in luce due sintomi gravi, il primo essere convinto che a qualcuno interessi veramente un’opinione così specifica, un’opinione che in realtà non è nemmeno tale, perché risulterebbe efficace solo nel caso in cui si conosca direttamente chi scrive. Il secondo è: tempo libero nel tempo libero, perché già argomentare sui social una propria posizione denota una certa libertà, una certa voglia di fermarsi e prendersi del tempo, ma quando si tratta di scrivere e parlare di qualcosa che non è un’opinione, anzi è solo qualcosa di puramente egoistico, che scalda solo i propri interessi, ci porta a pensare che ci lo fa non abbia proprio nulla da fare.

E così mi immagino questa gente pettoruta che va in giro con un cellulare in mano, mostrandolo a conoscenti e non giusto per sottolineare il fatto che non conosce qualcosa. Essere così tronfi di non sapere un argomento, in quale mondo potrebbe mostrare agli altri che si è più intelligenti, acculturati o furbi di qualcun altro? Perfino quelli che studiano la storia nel dettaglio e sono antifascisti, dovrebbero conoscere bene tutti gli errori e le terribili ingiustizie del periodo della dittatura, questo non significa assolutamente fomentare un credo, significa conoscere per non ripetere.

E non conoscere Pio e Amedeo, oppure Boldi, De Sica nemmeno minimamente, nemmeno a livello accademico, ci porta semplicemente a rifare gli stessi errori, a commettere le stesse leggerezze per quanto riguarda le dinamiche sociali, che ci conducono a battute sessiste e volgari. Una memoria labile che dopo anni di gag e sketch identici ci porta a considerare uscite come quelle di Pio e Amedeo innovative, come una ventata di aria fresca, mi chiedo davvero se chi ha premiato i due comici non faccia parte di quelli che gonfiano il petto e vanno in giro con il proprio cellulare in mano.

Lascia un commento

Previous post Zio Ben – il mentore che non abbiamo mai conosciuto
Next post Le parole sono importanti! (Soprattutto a teatro!)