Tokyo 2020: le olimpiadi impossibili
Ricordo molto vividamente che nel 2016 ero nella stazione di Shibuya, stavo ammazzando un po’ il tempo e, per caso, mi sono imbattuta nel primo shop dedicato alle Olimpiadi.
Rivedo, nel corso degli anni seguenti, le stazioni che venivano “impacchettate” per essere rimodernate, i palazzi che rapidamente crescevano: bastava chiudere un attimo gli occhi e immediatamente il paesaggio si modificava come per magia.
Con perizia e grande impegno, come in quasi tutti gli ambiti della loro vita, si prodigavano a preparare tutto in modo che ogni angolo fosse pronto ad accogliere il più grande evento sportivo mondiale.
Piccoli problemi, grandi catastrofi Tokyo2020
Com’è normale, ci sono stati intoppi, sono spariti luoghi magici e antichi per far spazio a edifici moderni, ci sono state lotte sui terreni, i diritti e i soldi spesi, eppure tutto sembrava andare per il verso giusto: il Giappone era pronto a mostrare il suo lato più efficiente e la sua rinomata ospitalità.
Sarebbe stata anche un’ottima occasione per una piccola rinascita economica.
Nessuno poteva immaginarsi quello che sarebbe successo, nessuno poteva pensare che qualcosa avrebbe colpito il mondo intero.
E, come ogni volta che accade un evento inaspettato, i piani, gli schemi, i calcoli sono andati in fumo e i Giapponesi si sono lasciati prendere dal panico, sempre in modo composto, fingendo un polso che in realtà non avevano. Perché sì, sono bravissimi ad avere a che fare con le catastrofi naturali, ma non sono minimamente in grado di gestire al meglio un imprevisto.
Tutto ciò che deraglia dai binari genera confusione: l’ho visto e vissuto ripetutamente nei miei viaggi di lavoro in cui, praticamente, mi son dovuta trovare a gestire spesso degli avvenimenti inattesi e, nel momento in cui portavo il problema a chi di competenza, venivo guardata con sgomento, subito mascherato con cortesia…e poi era necessario l’intervento di almeno 5 persone per poter mettere una pezza.
E così, la pandemia ha fatto esplodere ogni schema portando il caos puro in una forma geometrica perfetta. Di conseguenza, il numero dei positivi era sballato, gli ospedali non sono bastati, gli hotel hanno chiuso e riaperto, i commercianti sospendevano a intermittenza le proprie attività e il Governo, inoltre, ha cominciato con colpevole ritardo la somministrazione dei vaccini, ma sta rimediando con chirurgica efficienza.
Alcuni giapponesi hanno perso la ragione, dimostrando in piazza contro l’obbligatorietà della mascherina, considerato che erano abituati a usarla nella vita di tutti i giorni, anche quando non ci si doveva interfacciare con un virus dall’alta contagiosità.
Sobrietà e cultura pop
Erano indecisi fino al giorno prima se ospitare o meno le Olimpiadi, se arrendersi o meno al caos, ma hanno deciso che, poiché avevano preso questo impegno, allora dovevano portarlo a termine.
Nessuno straniero dall’estero poteva entrare nel Paese e nessun giapponese poteva assistere alle gare.
Olimpiade sobria, un po’ sottotono ma iniziata e portata a termine.
La cerimonia, che poteva sembrare noiosa per molti, è stata per me fonte di delizia, con una colonna sonora degna di questo nome (riporto ancora una volta tutte le tracce)
- Dragon Quest “Overture: Roto’s Theme”
- Final Fantasy “Victory Fanfare”
- Tales of series “Sorey’s Theme – The Shepherd”
- Monster Hunter series “Proof of a Hero”
- Kingdom Hearts “Olympus Coliseum”
- Chrono Trigger “Frog’s Theme”
- Ace Combat “First Flight”
- Tales of series “Pomp and Majesty”
- Monster Hunter “Wind of Departure”
- Chrono Trigger “Robo’s Theme”
- Sonic the Hedgehog “Star Light Zone”
- Pro Evolution Soccer “eFootball Walk-on Theme”
- Final Fantasy “Main Theme”
- Phantasy Star Universe “Guardians”
- Kingdom Hearts “Hero’s Fanfare”
- Gradius “01 Act I-1”
- Nier “Song of the Ancients”
- SaGa series “The Minstrel’s Refrain: SaGa Series Medley 2016”
- Soulcalibur “The Brave New Stage of History”
Durante le sfide di scherma, gli atleti gareggiavano sulle note della marcia imperiale di Star Wars.
Durante le partite di pallavolo, i punti migliori erano siglati dalla opening di Haikyuu. E così via.
Piccole chicche che ci ricordavano che il Giappone c’era e, con delicatezza, si faceva sentire.
I primi giorni si temevano focolai nel villaggio olimpico ma, quasi per miracolo, siamo arrivati alla fine dei giochi senza casi estremi, senza contagi massicci, senza imprevisti.
Ora attendiamo le Paralimpiadi, nella speranza che tutto fili altrettanto liscio.
Intanto, le vaccinazioni continuano.
Menzione d’onore a tutti gli atleti che ci hanno fatto gongolare citando elementi della cultura pop nelle loro interviste e performance.
Nello specifico riporto:
- Massimo Stano e Miltiadis Tentoglou che citano Rufy di One Piece
- Le atlete di ginnastica ritmica dell’Uzbekistan che hanno gareggiato con il costume e la musica di Sailor Moon (brave!)
- Payton Otterdahl, lancio del peso USA, che si mette in posa come Franky, sempre da One Piece
E tanti, tantissimi altri.
Piccole chicche che ci hanno fatti andare in brodo di giuggiole.
Love, Monigiri
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