Perchè ho preso un gatto?
Non so se capita a tutti gli scrittori, non so se capita a tutti gli “artisti”, quello che so è che capita a me.
Ogni tanto di notte mi sveglio (se non sono già sveglio), mi siedo al lato del letto oppure sulla mia poltrona sfondata e rimango in silenzio. Quando mi immagino in questa situazione, piove sempre. La pioggia mi ha accompagnato molto spesso, molte volte, mentre ero triste. La tristezza arriva per un vuoto, un vuoto che può coglierti in ogni momento, come un vuoto d”aria, tu stai volando verso la tua meta e di colpo perdi potenza. Ti sembra di cadere. Non stai cadendo veramente, ma le sensazione è lì e tu non puoi fare a meno di pensarlo.
E così arrivano i pensieri orribili, alcune volte terrificanti, anche estremi. Quei pensieri non arrivano però se non sono da solo, se c’è qualcuno entro in modalità “dai il buon esempio”, forse è colpa di tutti i fumetti che ho letto, però funziona. Se non sono da solo, i pensieri orribili non arrivano, riesco a mantenere il controllo del velivolo e superare quei nuvoloni scuri. Quello che mi sono sempre chiesto è: funzionerà anche con gli animali? Cioè, se c’è un animale in casa, i pensieri brutti verranno soppressi? Forse è per questo che ho preso un gatto, per puro egoismo, per stare meglio.
È solo da qualche settimana che gironzola per casa, questa gatta senza nome, però sapete una cosa? Funziona.
Quando c’è lei che mi segue in ogni stanza, che si ferma a fissarmi o che guarda la parete dietro di me per poi scappare misteriosamente, i pensieri non arrivano: lavoro, faccio le grafiche, scrivo e quando faccio una pausa penso che c’è qualcun altro, penso che forse ha bisogno di qualcosa, penso: “come potrei aiutarla?”. Fare questa cosa con una persona è incredibilmente sbagliato, bisogna risolvere i propri problemi, lavorare su sé stessi e poi, magari, entrare in una relazione senza rischiare di appoggiarsi troppo agli altri. Ma con gli animali è diverso, lei non può essere appesantita dal mio stato, non può preoccuparsi per me, può solo fare quello che fa costantemente: essere. E se riesci ad essere davanti a me, ho scoperto che questo mi fa felice; ma sono anche cosciente che non si tratta di una soluzione, si tratta di una pezza momentanea, qualcosa che per ora funziona ma che non mi deve fermare dal lavorare su me stesso.
Perché anche se non mi vengono più in mente, i pensieri brutti sono lì, annidati in un angolo della mia mente. C’è un gatto che li sta affrontando, ma è un rinoceronte che dovrebbe farlo. Questo è il motivo per cui ho preso un gatto, sono ancora uno di quelli che detesta chi si definisce “mamma” o “papà” del proprio gatto, sono di quelli che sa che non deve umanizzarlo, sono uno di quelli cosciente che può voler bene ad un animale, ma rimane tale. Ma sono anche cosciente che un animale va trattato con rispetto, perché è da come trattiamo i più deboli, che capiamo di che pasta siamo fatti.
Ecco perché ho preso un gatto, per capire meglio chi sono.
di Daniele “Rinoceronte” Daccò
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