Luca: Perseveranza, Coraggio e Fiducia
Ci siamo fiondati tutti a vedere il nuovo film Pixar Luca, ci scommetterei.
E come darvi torto? Fin dalla prima locandina sapevamo che sarebbe stato irresistibile, dall’incredibile freschezza dei colori, ai tratti, all’ambientazione.
Perché dai a degli italiani, chiunque siano, la possibilità che qualcosa sia ambientato nelle terre che tanto amiamo (e odiamo, perché ci può essere anche questo) e lo guarderanno. Magari col broncio, e con le aspettative bassissime purtroppo, ma lo guarderanno.
Lo sguardo fiducioso all’Italia.
E Luca ha sbancato tutto. Casarosa non ha lasciato nulla al caso, ogni frame è pieno zeppo di dettagli ma soprattutto un affetto infinito. Ed è questo che colpisce, colpisce tutti indistintamente. Ogni piccolo pixel di questo film trasuda amore, ma anche nostalgia, conflitto e in fin dei conti, speranza. Perché per qualcuno come me, che fa fatica a volte a trovare qualcosa che mi faccia dire “questa è casa mia e ne sono fierə” Luca è stato un’ora e mezza di struggente allegria, mi ha fatto ricordare che nonostante tutto, le cose che non funzionano, le persone che odiano, la mancanza di aspettative e le difficoltà giornaliere, ci sarà sempre qualcuno che sarà dalla tua parte, qualcosa che ti farà sorridere, un posto dove dimenticare tutto ed essere se stessi.
E mi ha fatto piangere, ricordandomi cosa amo dell’Italia, questa resilienza ad andare avanti e lavorare per il meglio, non importa quanti ci urlino contro le loro bassezze. Ma la lacrimuccia sarà scappata a tutti dai.
Il finale (senza spoiler) tra utopia e realtà.
Il finale in particolare, che può sembrare un po’ spiccio, l’ho visto come una sorta di vera e propria utopia, un augurio per il futuro. L’idea che un conflitto lungo anni e anni si risolva perché la maggior parte delle persone, messe davanti ai fatti (i mostri marini che hanno sempre vissuto al loro fianco, seppur nascosti, dalla vicina ultraottantenne al negozio all’angolo) decidano spontaneamente di tagliare i ponti con l’odio e di rifiutarlo completamente, così, come se si facesse girare una moneta. E oggi in particolare, è confortante. Voglio credere che possa succedere esattamente in questo modo.
E la storia di Luca, Alberto e Giulia vale per tutti, vedo raramente qualcosa di tanto universale. Vale per me, come persona disabile, vale per me come persona Queer, vale per le categorie discriminate, per chi viene da lontano, fino a chi viene bullizzato a scuola per avere interessi “diversi” e tanti altri. Di questa esperienza dovremmo farne tesoro, e non dimenticare l’estrema fiducia dei ragazzi protagonisti, che nonostante errori e difficoltà, in fondo in fondo non hanno mai smesso di credere che avrebbero potuto rimediare, tendendosi nuovamente la mano.
La prossima volta che pensate al mare, o che ascoltate il Quartetto Cetra, pensate a Luca.
C’è ancora speranza
Rowan
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