Capitan Napoli, l’eroe partenopeo sceneggiato da Antonio Sepe

Reveal more

Capitan Napoli, l’eroe partenopeo sceneggiato da Antonio Sepe

Questo mese vi proponiamo l’intervista ad Antonio Sepe, sceneggiatore classe ’85 e autore del fumetto Capitan Napoli. La sua storia supereroistica ambientata nel capoluogo campano fa parte di una collana edita da Remer Comics intitolata proprio “Capitani Italiani”. Si è appena conclusa la campagna crowdfunding per la pubblicazione di “Conseguenze”, secondo volume di Capitan Napoli e noi di Niente da Dire abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Antonio riguardo al suo progetto. Buona lettura!

Capitan Napoli è arrivato al volume due, congratulazioni. Parlaci un po’ del progetto: come nasce Capitan Napoli e come si sviluppa? Riesci a dirci di più su questo personaggio?

Allora Capitan Napoli è da inquadrare all’interno di un progetto più ampio creato da Remer Comics (ex Venezia Comics). Fabrizio Capigatti, che è uno degli editor e degli sceneggiatori di Remer, ha voluto creare un universo supereroistico ambientato in Italia. Nel 2017 mi chiese se avessi voluto partecipare e scrivere qualcosa ambientato proprio a Napoli, all’epoca ero editor per un’altra casa editrice. Non ci ho pensato due volte, mi fece la proposta nel pomeriggio e la mattina dopo gli avevo già presentato il progetto di Capitan Napoli. Abbiamo presentato il volume zero al Comicon di Napoli del 2018 e andò sold-out in un giorno e mezzo. Facemmo 150 copie del fumetto con la copertina di Pasquale Qualano, disegnatore che ha lavorato in Marvel e DC e ora lavora in Dynamite. Uscì successivamente il primo volume ed era già tutto pronto per l’uscita del secondo, poi è arrivata la pandemia che ha bloccato tutto.

Capitan Napoli è la storia di Nino, un ragazzo di diciannove anni molto comune che, però, un giorno perde il suo migliore amico a causa di scontri durante una partita di calcio, vicenda avvenuta nella realtà perché ci siamo ispirati ad un fatto di cronaca. Nino si chiude in sé stesso e nella boxe, sua più grande passione. Una sera mentre torna a casa viene coinvolto in una rissa con dei malviventi che stanno scaricando rifiuti tossici, anche in questo caso c’è ispirazione da eventi reali di cronaca. Lui viene a contatto con questi rifiuti tossici e, al posto di intossicarsi, trae vantaggio da questa situazione come succede per molti altri supereroi e, da quel momento, con i pugni riesce a scatenare scosse telluriche. Attorno a Nino ruotano poi diversi personaggi che, se volete conoscere, dovete andare a leggere, non posso mica spoilerare tutto! (ride)

Capitan Napoli

Avete pubblicato e finanziato il vostro progetto su Indiegogo. Cosa significa realmente finanziare un fumetto su una piattaforma di crowdfunding? Quali sono le difficoltà che avete incontrato?

Sia per Remer Comics che per me che ho scritto la campagna di crowdfunding, è stata la prima volta che si utilizzava strumenti simili. Da copywriter assieme al collega Andrea ci siamo ritrovati nella condizione di avere il prodotto già pronto e di dover fare la campagna, al posto che pubblicarlo sul sito e sponsorizzarlo successivamente sui social.

E’ stata una campagna leggermente diversa da molte altre, dovevamo far conoscere il nostro prodotto, ma anche la casa editrice sulla piattaforma. Inoltre la nostra iniziativa aveva anche un carattere benefico, una parte dei soldi che abbiamo raccolto andranno alla Cooperativa Sociale Hope di Napoli. A differenza delle fiere hai un’esposizione mediatica leggermente diversa e si gioca su tutto un altro campo, quasi come giocare fuori casa. Diciamo che è stato difficile visto che è stata la prima volta, abbiamo cercato comunque di fare del nostro meglio e di creare questo salvadanaio per beneficienza.

Siamo arrivati all’ultima domanda, forse la più impegnativa: del tuo ambiente lavorativo, cosa ti lascia senza niente da dire?

Questa è una bellissima domanda e visto che la campagna di crowdfunding si è conclusa posso rispondere con più serenità e togliermi qualche sassolino dalla scarpa. Una cosa che mi lascia senza niente da dire è che nel 2021 siamo ancora qui a sentire persone che affermano che non si possono scrivere storie di supereroi in Italia. Il perché? Secondo loro, sono una scopiazzatura di ciò che viene fatto negli Stati Uniti. Io solitamente porto l’esempio di Invincible e My Hero Academia. Nel primo, Kirkman ha inserito diversi omaggi ai supereroi più famosi degli ultimi trent’anni, cambiando loro costume e nome, ma rimangono comunque loro e questo dettaglio è facilmente riscontrabile. My Hero Academia, invece, prende tutto il pacchetto e racconta una storia di supereroi con lo stile giapponese. Per cui per quale motivo non lo possiamo fare anche in Italia?

In molti dicono che, solo per il fatto che s’intitola Capitan Napoli, è una scopiazzatura, ma il mio Nino non si fa mai chiamare in quel modo da nessuno, non è il suo nome di battaglia. E’ un’ideale che fa parte del brand e di tutto il franchise di “Capitani Italiani”. Molti però non riescono ad andare oltre una copertina e questo mi lascia senza parole in modo negativo. Ciò che invece mi lascia senza niente da dire, ma in positivo, è il supporto del pubblico al progetto di finanziamento. In 45 giorni siamo arrivati ad un’ottima cifra, completando l’obiettivo e arrivando anche oltre. La campagna si è chiusa con il 109%, raccogliendo più di 5700 euro. Io sono rimasto a bocca aperta, davvero.

Capitan Napoli

Ringraziamo Antonio Sepe per l’intervista e gli auguriamo il meglio per i suoi progetti futuri. Capitan Napoli e tutta la collana Remer Comics dedicata ai “Capitani Italiani” è disponibile sul sito della casa editrice veneziana.

di Damiano D’Agostino

Lascia un commento

Previous post Camere separate
Next post Lo specchio infranto – i moti di Stonewall