Gris è un acquario Iwagumi

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Gris è un acquario Iwagumi

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Vi capita mai di essere talmente catturati da un’opera d’arte e dalla sua poesia da parlarne per giorni, settimane se non mesi? Ecco a me succede spesso, sono un entusiasta e adoro alla follia il medium videoludico, tanto da sentirmi costantemente mesmerizzato nel gameplay e nell’arte visuale di un videogioco. Ne parlerei in continuazione per sviscerarlo e finalmente arrivare ad avere un quadro completo nella mia mente. Sono di natura una persona curiosa che vuole costantemente approfondire più argomenti possibile, chiedendosi i perché, i per come e i quasi quasi. Il tutto per non andare, citando sempre Guzzanti, a “dentoni” nel buio.

Ecco con Gris è successo esattamente questo, l’ho amato alla follia. Folgorato dalla sua poesia, dalla sua incredibile emotività e dalla sua arte visuale. L’ho citato continuamente con amici e colleghi (recuperate anche il bellissimo articolo di Monigiri su Gris), cercando di capire anche il loro punto di vista; ho anche fatto post e partecipato a podcast con persone altrettanto infervorate dell’argomento. Si potrebbe affermare con pacatezza che si è detto tutto su quest’opera, dopo un po’ succede ed è fisiologico che sia così. Nulla di più sbagliato: c’è ancora molto da dire su Gris e sul modo con cui è stato realizzato.

The Verge, famosa rivista americana nel settore tecnologico, ha pubblicato un articolo intervista e di approfondimento con il cofondatore di Nomada Studio Greg Mendoza, indagando ulteriormente le influenze artistiche principali ritrovabili nel gioco. Ad esempio, le statue e i grandi palazzi in Gris sono ispirati a strutture esistenti a Venezia e in India, nonché al design di celebri mondi di finzione videoludici come Shadow of The Colossus, sviluppato da Team Ico e pubblicato nel 2005.

In riferimento alle prime fasi di gioco, che nella linea narrativa sono la rappresentazione della solitudine e della desolazione, il team di sviluppo indipendente si è però ispirato ad uno stile artistico peculiare, ovvero quello degli acquari Iwagumi.

We wanted to give a feeling of loneliness without making it look boring, so we used some Iwagumi aquarium-style as inspiration on that initial area.
Volevamo dare una sensazione di solitudine senza renderlo noioso, così per le fasi iniziali di gioco abbiamo preso ispirazione allo stile degli acquari Iwagumi.

Lo stile Iwagumi è stato studiato da Takeshi Amato, un famoso acquarista giapponese che ha deciso di donare a questa conformazione un design minimale e che riflette, secondo il sito Aquascaping Love, l’amore dei giapponesi per la semplicità e la bellezza. Sorvoliamo sul fatto che, personalmente, mai avrei immaginato a correnti artistiche per il design degli acquari, ma leggendo e informandomi ho fatto scoperte incredibili. Per tornare al discorso, Iwagumi, in giapponese, significa letteralmente “formazione rocciosa” ed è, infatti, la roccia ad essere l’elemento portante di tutto il design.

Gris

Nella sua forma base, lo stile Iwagumi prevede tre diverse rocce posizionate nell’acquario, una più grande e due più piccole. Il numero delle rocce può però variare, ma deve rimanere in numero dispari al fine di evitare un senso di simmetria forzata nella rappresentazione di scenari naturali. Sempre secondo il sito Aquascaping Love, all’apparenza questo stile minimale potrebbe sembrare semplice da ottenere, ma in realtà è molto complesso e le variabili da considerare sono innumerevoli.

Ora, in che modo questo stile è stato integrato in Gris? Nelle fasi iniziali di deserto dell’anima è possibile notare la presenza in foreground (primo piano) e in background di svariate conformazioni rocciose. In alcune specifiche sequenze queste hanno un posizionamento molto simile all’acquario Iwagumi, richiamandone la struttura.

Inoltre, se si va a guardare anche il livello subacqueo del titolo dei Nomada Studio, è possibile ritrovare la medesima filosofia di sviluppo. L’elemento roccioso gioca un ruolo fondamentale in quella sequenza, che rappresenta la depressione come seconda fase del dolore e del lutto, fornendo un argine e strade perseguibili dal giocatore, ma anche trasmettendo una sensazione opprimente a livello visivo. La roccia, infatti, crea una cornice nera, all’interno della quale è dipinta l’esperienza di gioco sottomarina, accentuata soprattutto dai controlli. Per questo livello, infatti, i controlli sono stati sviluppati con una formula particolare, notando anche l’ispirazione a Ori and The Blind Forest, attraverso una lieve modifica al feeling dei comandi, restituendo la sensazione movimento leggermente più rallentato. Non si tratta di modifiche eccessive, altrimenti sarebbe stato arduo per l’utente padroneggiare il movimento, come succedeva, ad esempio, nel celebre Mondo 2-2 del buon vecchio Super Mario Bros..

Gris è un’esperienza di gioco unica: un racconto struggente ed elegante che porta in vita, e rende interattivo, lo stile pittorico di Conrad Roset, celebre artista e illustratore spagnolo. Gli acquari Iwagumi sono solo uno dei molteplici riferimenti visibili nel gioco, molto altro, infatti, si potrebbe ancora dire e trovare. Gris è un videogioco del 2018 sviluppato dalla software house spagnola indipendente Nomada Studio ed è disponibile su PlayStation 4, Nintendo Switch, iOS, Android e PC tramite Steam e su GOG.

di Damiano D’Agostino

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