Soul, musica e filosofia
Da quando è approdato sui nostri schermi, Soul ha entusiasmato e continua ad entusiasmare tutti, con la sua carica e profondità, ci ha ricordato l’importanza di inseguire i propri sogni, ma anche di riuscire a trovare uno spazio che ci fa comunque stare bene.
Abbiamo visto come nessuno abbia uno scopo prefissato, qualcosa da realizzare a tutti i costi, ma siamo liberi di gestire la nostra vita come meglio crediamo, che comprende anche non avere sempre un piano o uno scopo preciso.
Ma Soul non è solo questo. Dietro i colori e le emozioni, si nasconde un’interessante trasposizione filosofica, e oggi abbiamo ospite, udite udite, il mio fratellino-ino-ino.
Andiamo con ordine, com’è successo? È successo che dopo aver visto il film, ha incrociato l’analisi del film fatta dal professor Matteo Saudino su YouTube. E. Non. Ha. Più. Smesso. Di. Parlarmene.
Al che ad un certo punto gli ho chiesto “Ma perché non scrivi un articolo con me?” Ed eccolo qui.

Questa è la faccia di qualcuno preoccupato al sentir parlare di filosofia. Non è così tragico come sembra, su
Platone ed Epicuro si danno battaglia tra le pieghe di Soul.
Buongioooorno, o forse no, fate voi. Sono Sebastiano! Come ha detto Rowan, sono rimasto affascinato dal film prima e dall’analisi del professor Saudino poi, che consiglio a tutti, anche se non siete avvezzi alla filosofia. È precisa e facile da seguire, ho deciso di parlarvene un po’ sperando che vi incuriosisca.
Fin dall’inizio il lungometraggio risulta di impianto platonico, in quanto presenta la stessa struttura dei miti esposti dal filosofo, ma Platone del resto non è una novità in questo campo, infatti ha spesso trovato posto in tanti film.
In particolare il mondo presentato in Soul richiama perfettamente la struttura platonica del mondo delle idee e del mondo delle cose e la continua interconnessione tra essi. In Platone le anime acquisiscono nell’Iperuranio quelle essenze e quelle conoscenze primordiali che vengono però dimenticate nel momento della nascita; allo stesso modo in Soul le anime, nell’Antemondo, imparano tutte le discipline della vita, attraverso l’Io-Seminario, per poi saltare nel mondo e dimenticarle nel trauma della nascita. Altro riferimento al platonismo all’interno del film è la presenza di Jerry (“congiunzione di tutti i campi quantizzati dell’universo in una forma comprensibile al modesto cervello umano”), una figura astratta che richiama la concezione platonica di Demiurgo, il quale plasma la materia sul modello divino e che rende possibili le suddette essenze della realtà.
Uno dei temi principali del lungometraggio è la ricerca del proprio posto nel mondo, del proprio talento, che Platone riteneva essere unico e vedeva nella realizzazione di esso l’unica via per il raggiungimento della felicità.

Chiamatelo scontato, ma non potevamo lasciar fuori la Scuola di Atene, o no?
Qual è davvero il nostro talento?
A questo punto nel film avviene una svolta epicureista, richiamando la critica che Epicuro fa alla teoria dell’unicità del talento, esaltando la moltitudine degli scopi e delle vie del mondo e mettendo in evidenza la pluralità di talenti presentabili da un individuo.
Il film critica la società che fin da subito cerca di inculcare una strada alle persone in base agli interessi dimostrati, etichettandoli come unico e solo talento, arrivando quindi alla figure delle anime perdute, che finiscono per sviluppare una vera e propria ossessione per la ricerca della realizzazione del proprio talento, sfociando in una sorta di malinconia tediosa che fa perdere di vista il proprio vero scopo.
Quindi l’intero film è interpretabile come un grande mito che aiuta ad illustrare poeticamente il messaggio che vuole far passare il regista e cioè che si deve andare contro l’essere monodimensionali e far capire anche ai più piccoli quanto il mondo, e la vita su esso, offrano infinite strade da battere, infiniti fiumi in cui nuotare e che la felicità non coincide con la realizzazione di quello che gli altri vorrebbero per noi e a volte, troviamo la felicità in percorsi inaspettati.
E qui Seba ci saluta… Forse.
Allora, che ve ne pare? Quanti dei riferimenti a Platone avevate colto alla prima visione del film? Siamo ripetitivi ma vi rimandiamo ancora una volta al canale YouTube del Prof, lo troverete sicuramente interessante. Ringrazio ancora mio fratello e spero che questa sua mini dissertazione vi sia piaciuta, fateci sapere e magari chissà, lo rivedrete ancora!
Rowan e Seba
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