Playrino: tutti dovrebbero leggere F.Compo
Per Natale mi avete regalato dalla mia wishlist la collezione completa di “F.Compo”, 14 numeri su una coppia di zii che adotta il proprio nipote, che lo ospita in casa, con loro c’è la figlia. “F.Compo” parla di una famiglia fuori dagli schemi, dove il padre si veste da donna e la madre si veste da uomo, per riflettere la loro sessualità. La figlia invece per anni, crescendo alle scuole elementari, decideva se quell’anno essere maschio o essere femmina, come le andava. Attualmente, quando inizia la storia, è femmina, ma almeno dal primo numero non si capisce bene quale sia il suo genere.
Il protagonista si trova scaraventato in questo contesto per lui assurdo e dovrà lottare contro i suoi pregiudizi e ciò che gli sembra strano per entrare in questa famiglia, e essere felice. Lentamente, ma già dal primo numero, farà i primi passi per un mondo più ampio, accorgendosi che la normalità è solo un punto di vista e il bene arriva da dove meno te lo aspetti. I protagonisti impareranno a convivere l’uno con l’altro, e lui Masahiko, farà i conti con sé stesso e crescerà in un nuovo mondo, dove ciò che è non è per forza quello che sembra, e questo non è per niente un male. Nonostante “F.Compo” sia datato risulta più attuale che mai, soprattutto in tempi come questi, dove la necessità di fare comprendere a chiunque che una famiglia non è dettata dal sesso, dal genere o dalle preferenze sessuali di chi la compone, non è dettata dal numero di gente della compone, ma semplicemente dal bene che i membri di questa famiglia si vogliono. E non è nemmeno dettata dai legami di sangue, questo è un dettaglio che molti danno per scontato, perché (almeno per me) avere un legame di sangue con qualcuno non lo rende in automatico una persona degna della mia stima o del mio rispetto, e, per quanto io posso scegliere, nemmeno un membro della mia famiglia. Forse su carta, ma non nella mia testa.
“F.Compo” è assolutamente questo, parla di accettazione, di sbagli e di crescita, non solo della società nei confronti della famiglia, ma anche della famiglia nei confronti della società. Perché, ad esempio, i problemi irrisolti nel passato dei protagonisti, proprio dovuti alla loro crescita e all’accettazione di loro stessi, torneranno presto a bussare alle loro porte. Essi, madre padre e figlia, dovranno guardare dentro a ciò che sono e ciò che erano e riuscire a far comprendere la difficoltà della loro trasformazione, anzi della loro rivelazione, anche a chi non ha fiducia in loro: chi li considera dei buffoni o degli strambi.
“F.Compo” a tratti è appesantito da quella che è sempre la cultura giapponese, lode al lavoro e ai ruoli famigliari ben distinti; tuttavia, nonostante questi paletti sociali che forse l’occidente non riuscirà mai a comprendere appieno, riesce a toccare i punti giusti, in particolare per quanto riguarda la figlia Shion, perché non sapremo mai con certezza la sua vera sessualità, così ci ritroveremo confusi, perché attratti da una persona della quale ignoriamo il sesso. Un espediente narrativo, se volete banale, ma anche necessario per mettere il lettore meno a suo agio possibile, ma al contempo tenergli gli occhi bene aperti, per riuscire a immedesimarsi in quello che provano i protagonisti. Perché ogni tanto non c’è nulla di sbagliato ad essere attratti dall’uno o dall’altro sesso, come non c’è nulla di sbagliato ad essere attratti da uno solo o a non esserne attratti affatto.
“F.Compo” fa questo, lo fa prima di molti altri. È sicuramente un’opera degna di stare sullo scaffale di ogni libero pensatore, di ogni curioso e di chiunque voglia migliorare sé stesso, oppure migliorare gli altri. Senza contare l’incredibile tratto convincente e deciso dell’autore, che sa rendere, anche agli occhi di un etero come me, sensuale ogni genere.
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