Omologato VS Omologo
Le parole al vento si perdono, mescolano e rinascono. Si infilano nelle nostre orecchie fino alle mente e al cuore. Le parole al vento hanno forse qualcosa da dire.
Il tema del mese è l’omologazione.
Le parole che ho catturato nel vento per voi sono Omologato e Omologo.
Ad un primo sguardo disattento sembrano dirci la stessa cosa, in realtà non è affatto così.
Omologato è, in sociologia così come più in generale in senso figurativo, qualcosa (o qualcuno) che viene uniformato, ridotto ad un determinato modello con un appiattimento delle differenze e delle peculiarità prima esistenti. Insomma, qualcosa di unico che diventa uguale ad altro, per un’azione conscia e spesso esterna.
Dall’altro lato, Omologo, nella sua origine greca significa concorde, consenziente, corrispondente. In generale è qualcosa che corrisponde a un altro, per esempio perché appartenente alla stessa specie, o perché ha le stesse qualità, proprietà e caratteristiche. In particolare, in botanica omologhi sono organi o elementi che presenti in diverse specie, hanno comune origine e sviluppo embrionale pur essendo diversi per forma e funzione. Ad esempio, le nostre braccia, le pinne delle balene e le ali dei pipistrelli sono tutti arti superiori di mammiferi, presentano le stesse ossa unite fra loro più o meno allo stesso modo… eppure sono così diverse, in terra, nell’acqua e in cielo.
Insomma, omologato è chi viene reso uguale, omologo chi ha comune origine ma unicità di evoluzione… quale delle due parole vorreste per voi?
G.
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