Un anno con Rodari

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Un anno con Rodari

Ormai manca solo una settimana: eccolo qui, l’anniversario rodariano che stavamo aspettando da così tanto tempo. Il 23 ottobre si conclude il centenario dedicato a Gianni Rodari, e io voglio tirare un po’ le fila. Il progetto #rodarinsieme è partito più di un anno fa, in realtà, e questo significa che Rodari mi sta accompagnando da veramente tanto tempo, e ogni mese le sue parole si sono intrecciate con le mie per creare la narrazione di un anno e mezzo intenso e complesso.

Leggere un autore così a fondo, con così tanta costanza, cambia la propria vita?
L’avevo già notato mentre scrivevo la tesi. L’argomento era la metamorfosi, il cambiamento, il diventar adulti. Studiare così a fondo le opere che ho analizzato, rielaborare il tema e crearne un percorso di senso, mi aveva portata a interpretare anche la mia vita utilizzando le parole, le idee, gli schemi della metamorfosi, insomma di ciò che leggevo.
Sì, la vita cambia, perché la vita è anche interpretazione. L’interpretazione passa attraverso ogni cosa: dai più grandi schemi di senso – per esempio la religione – ai più piccoli dettagli personali. Persino la lettura dei tarocchi, l’oroscopo, il misticismo, altro non sono che schemi di senso che noi possiamo utilizzare per mettere ordine e dare una struttura a ciò che già ci succede. Ognuno ha i propri, e senza soccombere alla rigidità, gli schemi ci possono aiutare, e possono illuminare significati che, altrimenti, potrebbero sfuggirci.
Tutto questo preambolo per dirvi che sì, leggere e studiare Gianni Rodari per un anno e mezzo mi ha cambiata. Non è soltanto la sua incredibile creatività, che ovviamente mi ha fatto sperimentare, a livello di scrittura, filastrocche, giochi di parole e nonsense. Il libro che più mi è entrato dentro è stato La Grammatica della fantasia, di cui già vi ho parlato molto. Uscire dai confini per sperimentare il nuovo, il bizzarro, il surreale; questa meravigliosa idea di sfidare i limiti, di mettere insieme parti estranee, di giocare con le possibilità è qualcosa che nella vita di tutti i giorni può aiutarci a ribaltare punti di vista e ad affrontare le cose da un’altra prospettiva.
Gianni Rodari mi ha soprattutto però spinto verso un’etica e un impegno sociale e politico che, effettivamente, avevo perso. Mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante avere un’utopia da costruire – oltre tutte le distopie a cui siamo abituati, che ci bombardano su ogni media – e mi ha ricordato che la semplicità può trasmettere valori grandi, soprattutto se parliamo ai bambini, al futuro, ai veri costruttori dell’utopia che arriverà. Dalla parte degli ultimi e degli esclusi, dei deboli, delle libertà e dei diritti di tutti. Pesantissime parole, queste, che hanno un carico di responsabilità immensa: eppure Rodari le ha fatte sue passando attraverso storie per bambini. La leggerezza e la fantasia per migliorare il mondo, insomma.
È importante scegliere che significato dare a ciò che viviamo, perché siamo in un flusso continuo di eventi e pensieri, con tante decisioni da dover prendere. Il significato non dev’essere uno, e non dev’essere per forza sempre lo stesso, anzi. Cambiamo noi, cambia il mondo. Ma sapere di credere in qualcosa – che sia l’inevitabilità e sacralità della metamorfosi o la costruzione di un’utopia – è un appiglio per i momenti di sconforto.
C’è bisogno di costruire. Iniziamo dalle Favole.

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