Willy e gli altri: il fascismo non è politica.
Non c’è ancora la conferma che i baldi e coraggiosi picchiatori di Willy siano dei convinti fascisti. Non si può negare. Quello che è stato riportato da testate come Repubblica, il Giornale e altre minori però di testimoni che confermano il fatto che frequentassero ambienti legati al fascismo, abbiamo visto alcuni loro post (molti cancellati dalla famiglia) intrisi di razzismo e che lasciano pensare a affiliazioni con realtà di estrema destra, i parenti erano coinvolti con realtà fasciste, anche la fidanzata di uno dei due e… aspetta, ah già: si sono divertiti a picchiare un ragazzo di colore.
Anche questa, effettivamente non è una conferma, ma tutto questo diventa vero solo se si pensa al fascismo come una fede politica di estrema destra.
Ma non è così semplice.
Perché, il fascismo, non è politica. È un crimine, è violenza e prepotenza, un misto di insicurezza, razzismo e ignoranza, adesso, è questo il fascismo. Ieri ho fatto una battuta, abbastanza facile in verità, ma ormai avevo premuto invio. Alcuni commenti appena sotto recitavano frasi come “ma perché politicizzare tutto?” o ancora “non è vero che erano fascisti.”
Da molti, troppi, il fascismo viene ancora visto come “una possibilità”, una scelta politica, una scelta che si affianca a tizi che marciano al passo dell’oca, indossano divise nere e hanno i cappelloni con il pon-pono (Per dirla come in “Una Giornata Particolare“)
In mancanza di queste caratteristiche, del manganello, dell’olio di ricino il fascismo non c’è, non può essere chiamato tale.
Il fascismo è nella violenza, nella prepotenza, nel bisogno di fare squadra per sentirsi accettati e giustificati a commettere atti terribili come prendere a calci un ragazzo mentre è svenuto a terra.
Forse i giovani italiani non avranno la tessera di un partito, dei fez in testa e diranno “regione lombare” invece che “le reni”, ma questo non cambia il fatto che abbiano agito in maniera platealmente fascista, razzista e violenta.
Quindi sì, forse avete ragione nel dire “non erano membri del partito fascista”, ma ciò non cambia il fatto che raramente abbiamo visto vicende più terribilmente fasciste di questa.
La frase “smettete di politicizzare tutto” può essere sintomo di diverse cose. La prima, più semplice, è di non aver compreso. La seconda di essere convinti che il fascismo sia iniziato e concluso con il ventennio o peggio che sia una fede politica legittima. Oppure la terza opzione.
La più terribile di tutte: si sa esattamente di ciò che si sta parlando, ma ci si attacca a cavilli lessicali per non ammetterlo, per mettere in cattiva luce l’interlocutore e le fonti che porta, per tacciarlo di superficialità perché appena c’è una violenza deve essere stata perpetrata per forza dal “partito opposto”.
Un ultimo, strenuo, tentativo di equiparare il fascismo ad altro, normalizzarlo, farlo perfino apparire come vittima cercando di far dimenticare cosa è stato e cosa è diventato ora.
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