Divertente nostalgia: La Scuola di Daniele Lucchetti
“Ci hai fatto caso, Vivaldi? A noi professori capita una cosa spaventosa: i nostri ragazzi non invecchiano mai, vengono qui giovani e se ne vanno che sono ancora giovani. E noi? Noi invecchiamo al posto loro. Ma cos’è, un film dell’orrore? Un effetto speciale?”
Ahhh la scuola! Odiata dagli studenti, amata dai nostalgici! Solo quando finalmente ottieni il tanto agognato diploma ti rendi conto di quanto ti mancheranno le lezioni, lo studio con i compagni, le terribili interrogazioni e gli intervalli che sembravano durare sempre troppo poco. Per gli attori novizi come il sottoscritto, la scuola è stata anche l’opportunità di seguire i primi corsi di teatro, cominciando a muoverti seriamente su quel palcoscenico, scoprendo una direzione che hai sempre sentito tua.
Ma c’è un’altra cosa che rendeva speciale quel posto, per me: i professori. Per noi nerd novizi, bistrattati dai bulli e isolati dai compagni, i professori diventavano quelle figure di riferimento alla quale appigliarsi, persone che con la loro sapienza potevano aiutarti ad ampliare la tua conoscenza e, alle volte, diventavano veri e propri amici e maestri di vita con la quale condividere passioni e opinioni. Ognuno con i loro caratteri, i loro modi di fare e le loro buffe stranezze che li rendevano unici e particolari.
Un po’ come i professori protagonisti del film La Scuola, di Daniele Lucchetti. Tratto da Sottobanco, spassoso testo teatrale scritto da Domenico Starnone e divenuto anch’esso versione teatrale diretto sempre da Lucchetti, La Scuola è la rappresentazione più pura, umoristica e sincera di quei professori che tanto abbiamo odiato e amato, immersi in una situazione che ha provocato incubi feroci ad ogni studente: gli scrutini di fine anno.
Il professor Vivaldi, interpretato da uno straordinario Silvio Orlando, insegna storia e italiano in un malandato istituto tecnico nella periferia romana, e l’ultimo giorno di scuola si ritrova nella palestra della scuola ( dopo che la biblioteca è rimasta inagibile per colpa di un crollo.) per decidere le sorti dei suoi scapestrati alunni, svogliati e indisciplinati, ma pieni di talenti nascosti che solo Vivaldi sa cogliere. Gli altri professori, personaggi forse più assurdi e scapestrati degli alunni stessi, vogliono togliersi al più presto di dosso la spinosa questione: c’è chi vorrebbe promuoverli tutti, chi bocciarli sistematicamente senza alcuna pietà e chi invece non gliene importa nulla e vuole solo tornare a casa e iniziare le agognate vacanze estive.
Tra litigi, incomprensioni, scherzi fanciulleschi e anche amori nascosti, i professori si ritrovano a fare i conti non solo con il futuro dei ragazzi, ma anche con il loro. Proprio come Vivaldi, che si batte strenuamente per i suoi amati alunni senza però accorgersi che le opportunità della sua vita gli passano affianco velocemente, per non tornare più.
Divertente e riflessivo, La Scuola racchiude una risata che sa di nostalgia, mentre ci mostra con sagace ironia la verità delle istituzioni scolastiche attraverso quei strambi professori che discutono animatamente nel caldo torrido di una palestra scolastica: Il professor Cirrotta, pigro e volgare; l’insegnante di francese Mortillaro, svogliato e vagamente razzista che si diverte a chiamare gli alunni “Beduini” e fare scherzi telefonici alla scuola denunciando pacchi bomba; la bellissima prof di Matematica Majello, segretamente innamorata di Vivaldi e la professoressa Lugo, terrorizzata dagli oggetti appuntiti e vittima di pesanti scherzi ad opera degli insegnanti stessi.
Per non parlare degli alunni, cosi vicini ai loro professori senza che se ne rendano conto: Coffaro, il bulletto incompreso ma dal cuore grande. Santella, graziosa e un po’ svampita ragazza dall’incredibile semplicità, il secchione Astartiti, la super alternativa Mengozzi…e poi c’è Cardini, detto “la Mosca”, un ragazzo con profondi problemi familiari che si sfoga a scuola comunicando solo attraverso l’imitazione del ronzio di una mosca, scatenando l’ilarità di tutti, alunni e professori.
E fra tutti loro, protagonista assoluto della vicenda, c’è lui, Vivaldi: professore appassionato, sensibile e un po’ sbadato. Sempre pronto ad aiutare i suoi allievi, anche a discapito della sua credibilità, pronto a fare quello che tutti gli altri non hanno potuto o voluto fare: capirli davvero.
Lucchetti gioca con la nostra nostalgia tramite le copiose risate che riversiamo sull’intera vicenda, e ci aiuta a ricordare proprio i momenti più importanti della nostra crescita scolastica, portandoci a rivalutare tutto, a desiderare più di ogni altra cosa ritornare dietro quei banchi e poter scrivere ancora incomprensibili parafrasi o complesse equazioni sulla lavagna. Ma con la maturità accumulata negli anni, per osservare più attentamente i nostri compagni di scuola, che credevamo uguali a noi, e quei professori che sembravano così distanti dal nostro pensiero…arrivando a capire che è esattamente il contrario.
Perché non esiste professore che non vorrebbe ritornare alunno.
Attore Novizio al vostro servizio!
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