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Tutti in stazione con Roberta Guzzardi

Bentornati, signore e signori, all’Art Station!

Siamo ad Agosto, e in questo torrido mese passa dalla nostra stazione l’artista Roberta Guzzardi.

Biglietto prego!

Come si è preparato al viaggio?

Ho sempre disegnato, sin da piccola; al momento di scegliere il percorso di studi da fare dopo le superiori, decisi di iscrivermi ad una scuola di fumetti a Roma. A 19 anni sono dunque  partita dalla Calabria per intraprendere questo viaggio. Dopo i 3 anni di scuola mi sono bloccata, perdendomi in un confronto inutile con stili grafici molto diversi dai miei; mi convinsi di non saper disegnare e pensai di aver sbagliato treno.

Ne presi un altro, quello della psicologia, sul quale viaggiai per i successivi 10 anni facendo tutto l’iter necessario per diventare psicoterapeuta. Ma certi orizzonti ti rimangono dentro, specialmente se sanno di “casa”. Così, dopo qualche tempo, una volta aperto lo studio e iniziato a lavorare con i pazienti, sentii di nuovo la necessità di esprimermi attraverso il disegno.

Mentre mi chiedevo cosa fare per riprendere quel percorso, girovagando a caso alla ricerca del treno giusto, per la stazione è passata una piccola locomotiva: l’Open Day di una scuola di illustrazione. Ci sono salita. Non mi sono mai iscritta a quella scuola, ma quell’Open Day, a contatto con quel mondo e con diversi illustratori, mi ricordò una parte di me sopita e mi ridiede lo slancio per riprendere. Da allora viaggio su due binari paralleli, sono illustratrice e psicoterapeuta e svolgo entrambe le professioni. A volte le strade si incrociano, a volte si allontanano, ma di certo quello che ho ormai so è che il mio treno personale non potrebbe mai più viaggiare senza uno dei due binari.

Quali sono i bagagli di cui non può fare a meno?

Le mie valigie sono le mie esperienze, se non mi ispirassi alle cose che vivo non saprei cosa disegnare. Non parlo solo di accadimenti oggettivi, ma di tutti quei processi interiori che mi si attivano dentro quando rielaboro, penso, rifletto, sento, vivo.

Le mie emozioni e le mie percezioni sono la prima grande valigiona che porto sempre con me, e forse qui si vede l’impronta della psicoterapeuta.

Ci sono anche altri bagagli fondamentali, che riguardano il mio immaginario visivo. Ho sempre adorato Miyazaki e il mondo surreale  e suggestivo che racconta nei suoi film; sicuramente lo stile giapponese in cui sono cresciuta negli anni 80 ha dato un bell’imprintig al mio modo di raccontare e raccontarmi. Ma non solo! Adoro gli illustratori francesi, il mondo etereo e delicato in cui sanno trasportarti, le pennellate di sensazioni in cui sanno avvolgerti e spesso amo acquistare Graphic Novel di vario genere per lasciarmi invadere mente e occhi da tratti e stili che magari non mi appartengono ma che poi, inevitabilmente, vanno ad arricchire il mio.

Una delle mie primissime ispirazioni però fu Schulz con le strisce di Charlie Brown. Quando avevo 8 anni provai a disegnare le mie prime vignette tentando di riprodurre le sue e credo che ancora un po’ di quell’influenza ci sia nelle mie storie con il Mostro (uno dei miei personaggi principali).

Qual è la sua prossima destinazione?

Vorrei scrivere una Graphic Novel, una storia lunga.

Funziono bene con le storie brevi, strisce, impatti emotivi estemporanei a cui do vita con schizzi rapidi, ricchi di movimento e “magia” (mi piace pensare) ma vorrei riuscire a raccontare qualcosa in una formula più lunga. È un po’ una sfida per me, il mio cervello funziona a flash: vivo qualcosa, un momento, una relazione, un’ emozione e SBAM, vedo i dettagli da disegnare, le parole da aggiungere e la striscia da realizzare.

Lavorare su una storia lunga è più complesso, ci vuole maggiore organizzazione mentale, la capacità di mettere le cose in una sequenza che risulti interessante e avvincente e il poter fare avanti e indietro dal proprio mondo interiore per raccontare sia ciò che avviene fuori che ciò che avviene dentro. 

Non è immediato per me, ma ci sto lavorando; diciamo pure che sto studiando il tragitto e ho identificato le stazioni da cui passare. Ora devo fare il biglietto. Speriamo di trovar presto le risorse necessarie!

Continua la galleria dell’Art Station con l’opera di Roberta. Alla prossima!

 

 

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