Non chiamateli “Furbetti”

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Non chiamateli “Furbetti”

Vi siete mai chiesti quanto spenderebbe Berlusconi per un biglietto Milano/Novara? Beh, non un biglietto pieno, perchè avrebbe la riduzione, dovuta all’età.
Berlusconi pagherebbe meno di te, per una agevolazione che tolleriamo, che reputiamo necessaria.
Non potremmo farci niente, non potremmo nemmeno dire “non è giusto”. L’unica cosa che potremmo fare è guardare il miliardario con disprezzo, per la sua poca classe, per la sua arroganza.

Per la sua incapacità di capire che con quel gesto sta umiliando molti, un gesto legittimo, ma senza nessuna eleganza.
Quando quei deputati, pochi giorni fa, hanno chiesto il “bonus Covid” di 600 euro nonostante abbiano redditi che superano i 12mila euro al mese, oltre i 100mila euro l’anno non è stato fatto niente di illegale, illegittimo o non previsto dalla legge.

Detto questo, è stato fatto qualcosa di orribile e vile dal punto di vista morale.

L’indignazione pubblica ha chiesto ha gran voce i nomi di questi deputati, ma pare ci sia un problema di Privacy da superare.
Il Garante della privacy ha infatti avviato una richiesta di informazioni all’Inps e ha aperto un’istruttoria sulla metodologia seguita dall’Istituto rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari del bonus Covid per le partite Iva e alle notizie diffuse al riguardo. Alcuni si sono auto “denunciati” altri si vergognano troppo. Fanno bene.
Quello che però non riesco a mandare giù è la definizione che i giornali hanno dato a questi deputati milionari che chiedono un plus di 600 togliendolo dalle casse dello stato.
Avrete letto “Furbetti” ovunque, dal Sole 24 Ore a Open l’epiteto “Furbetti del Bonus” riecheggia ovunque, come se quei deputati avessero barato a scopa o mangiato l’ultima fetta di torta a un compleanno.
Un furbetto è qualcuno che si mette dietro al festeggiato e soffia sulle candeline prima del protagonista, non è un milionario che chiede un bonus monetario destinato a chi ha problemi di reddito durante una pandemia mondiale.
Chiamarli “Furbetti” affievolisce l’enorme peso morale del gesto, schiarisce il nero spessore dell’orribile atteggiamento di questi politici che dovrebbero preservare i cittadini e non impoverirli.

Chiamarli “Furbetti” è un sintomo di quella credenza di “Italiani Brava gente” della goliardata che è stata scoperta, della gag che alla fine si conclude con una risata. Della commedia all’italiana che ma si, che c’è frega, io ci ho provato, alla prossima scoreggia si saranno già dimenticati tutto.

I giornali, oggi come non mai, non illustrano più i fatti, ma mettono su carta le credenze popolari, i capricci di un’italia televisiva, semplice e superficiale che hanno contribuito a creare. Chiamateli ignavi, vili, ignobili, bassi spregevoli, meschini, ma non “furbetti“.

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