Un Arcobaleno di libri – i colori delle copertine

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Un Arcobaleno di libri – i colori delle copertine

Lo scorso anno, quando io ancora lavoravo solamente nell’ombra per NdD, la nostra Emanuela scriveva un bell’articolo sui significati dei colori della bandiera LGBTQ, riportandone anche l’evoluzione e le varianti cromatiche che si sono susseguite nel corso del tempo. I colori in questo caso sono simbolici, più o meno universali nella scelta dei toni per i vari temi che rappresentano.

Ma so, come immaginerete anche voi, che quei colori non hanno un significato realmente universale. Così come il bianco per noi è colore simbolo di purezza, in altre culture orientali è il colore del lutto. Oppure l’arancione, colore simbolo di sacralità in India, e in america usato per riconoscere sul mercato i prodotti a basso costo. Potrei fare altri esempi, ma di certo avete capito il punto. Quando si parla di simbologia del colore, occorre far riferimento ad una singola particolare cultura.

D’altra parte è anche vero che i colori hanno un certo effetto sulla nostra psiche, al di là dei significati che le varie culture gli hanno dato. Tesi molto utilizzata in architettura, aiuta nella scelta del migliore colore a seconda dell’uso che si vuole fare degli ambienti. Ad esempio azzurro e verde hanno un effetto calmante, e vengono spesso proposti nei reparti ospedalieri e nella camere da letto. L’arancione, energico e brillante è associato all’appetito e si propone spesso in cucine e mense. Il rosso, eccitante e passionale è legato al sesso e alla violenza e utilizzato per creare ambienti lussuriosi o spazi di allenamento. Questi effetti dei colori sulla nostra psiche hanno origini antichissime, risalgono a quando vedere del verde significava essere in un ambiente lussureggiante che ci dava cibo e riparo, l’azzurro mostrava un cielo che non minacciava la nostra vita e una fonte d’acqua che ci avrebbe dissetati. Mentre il rosso rappresentava il sangue e l’eccitazione della caccia e della fame che sarebbe stata placata dalle carni della preda appena catturata.

Ma questa dovrebbe essere una  rubrica letteraria (più o meno), così ho lasciato da parte le teorie psicologiche e mi sono domandata: in editoria quali sono i significati dei colori e la loro origine?

Pensando al fatto che tutti noi sappiamo che libro è un “giallo”, ma perché associamo quel tipo di letteratura a quello specifico colore? Perchè non invece al verde o al rosso? Oppure penso ai “romanzi rosa”, dai temi sentimentali e un po’ effimeri a volte… ma siamo sicuri che siano effettivamente legati a questo colore? E nel caso, per quale motivo?

Per rispondere, almeno in parte a queste domande mi sono documentata un po’ e in particolare ho trovato il video di una conferenza del 2018 avvenuta in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino. La lezione, tenuta dal designer Riccardo Falcinelli, parla proprio dei colori dell’editoria, in particolare facendo un confronto fra l’editoria Inglese e quella italiana.

Bisogna partire dal presupposto che le librerie non sono sempre state come le vediamo noi oggi, somigliavano più a delle farmacie, dove si entrava, si chiedeva al libraio il libro e lui ce lo estraeva dallo scaffale. Spesso il volume aveva un frontespizio anonimo e neutro, praticamente uguale per ogni pubblicazione.

È negli anni ’30 che la musica cambia! I libri si vendono anche in edicola, poi le librerie iniziano a invitare il lettore a esplorare gli scaffali. Nasce la necessità di emergere, di farsi notare, ma anche di distinguersi dagli altri editori!

È qui che ritroviamo le origini del “Giallo”. Altri non era che una serie di narrativa di intrattenimento della Mondadori, venduta in edicola e dove, per spiccare fra gli scaffali, si scelse di dargli quel tono così acceso, frutto anche delle tecniche di stampa a colore dell’epoca. Queste edizioni diventano poi talmente famose che, ancora oggi, identifichiamo quei racconti polizieschi chiamandoli con il colore delle prime stampe degli anni ’30. Almeno questo vale per noi italiani. Infatti in Inghilterra, negli stessi anni, per la casa editrice Penguin Books questo genere era di colore verde! Colore che in america per i lettori significava letteratura erotica e per gli italiani letteratura colta

Insomma i colori dell’editoria non significano nulla rispetto al contenuto del libro, venivano semplicemente scelti per distinguere le pubblicazioni e i generi a uso e comodità del lettore che doveva orientarsi nelle librerie.

Ancora oggi vediamo i segni di questa “mappa” cromatica; ciascuno di noi entrando in libreria distingue la sezione dei romanzi horror dai libri di cucina, o la sezione letteratura per ragazzi dalla saggistica. Tutto questo è frutto delle evoluzioni editoriali che cominciano negli anni ’30 e che si vanno a consolidare nei decenni successivi. I colori indicano i generi di pubblicazione (giallo, rosa, nero…), e a volte, invece, distinguono un editore dall’altro. Basti pensare al bianco candido Einaudi, ai colori pastello della Adelphi o al blu Sellerio.

I colori dell’editoria non “significano” nulla, ma funzionano a scaffale! Funzionano quando li vedi per primi, e quando a colpo d’occhio sai distinguere editori e generi.

Se il tema vi appassiona, o comunque vi incuriosisce, vi consiglio di approfondire su due libri:

Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo, di Riccardo Falcinelli. Il libro che fa per voi se vi interessa conoscere l’evoluzione parallela di colore e design odierno.

Atlante sentimentale dei colori. Da amaranto a zafferano 75 storie straordinarie, di Kassia St Clair e C. Durastanti. Perfetto se invece volete conoscere la storia dei colori. Perchè dovete sapere che la tavolozza dei nostri artisti è oggi molto più ricca di quella a disposizione dei nostri progenitori! Basti pensare al blu, colore sconosciuto ai greci, che scrivevano che il mare era colore del vino!

Vi lascio con un ultimo spunto, nel quale mi sono imbattuta per caso, mentre mi documentavo sull’argomento: The Blue Knight. Si tratta di un progetto ambizioso di un gruppo di animatori italiani, che vogliono proprio parlare della storia dei colori, partendo dal blu! Dateci un’occhiata, le illustrazioni di presentazione sono veramente poetiche, oltre al fatto che hanno richiami all’arte bizantina, che adoro!

Spero di avervi un po’ incuriositi! Di certo di teorie sul colore ce n’è per tutti i gusti!

Baci!

G.

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