Playrino: Scoprire Moana Pozzi con Iris

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Playrino: Scoprire Moana Pozzi con Iris

Playrino la rubrica che tutti leggono ma alla quale solo i più coraggiosi mettono like.
Salve a tutti campeggiatori, camperisti e campanari, è il Rinoceronte che vi parla, è arrivato il momento del nostro, stretto, spazio dedicato alla sessualità, agli hentai e agli ecchi. PlayRino, è  casa di scambi, non gli scambi che credete, ma scambi di opinioni. Una sorta di sfogo e punto di riflessione per voi lettori. Una posta del cuore? No. Rimaniamo sul tema sessualità, e scrivetemi: rinoceronte@nientedadire.it verrete pubblicati in forma anonima e riceverete una mia risposta, non come un qualche tipo di guru che sa chissà che cosa, ma come un confidente con la vostra stessa voglia di imparare e scoprire. Il vostro dubbio diventerà uno spunto per crescere insieme.
Oggi lasciamo la parola a Iris, la mia partner in crime su Playrino da Instagram!

Libertà: di pensiero, di espressione, di circolazione, di amare. In tanti hanno lottato per l’ideale rappresentato da questa parola, alcuni combattendo, altri protestando, altri ancora firmando leggi o scrivendo costituzioni. Io però voglio parlavi di una persona, una donna, che portò la libertà in un contesto diverso, riuscendo a rompere l’idea al tempo diffusa che la sessualità non appartenesse alle donne.
Dimostrò a tutti quanto sia bello vivere veramente liberi, fino alla fine.
Voglio parlarvi di Moana Pozzi, l’ icona della pornografia italiana degli anni 80 che, io credo, seppe rappresentare la Libertà nel suo significato più puro. Nata negli anni ‘60 in un’Italia profondamente cattolica, sviluppò fin da molto giovane un fervido interesse per la sessualità, tanto da avere il suo primo rapporto sessuale con un perfetto sconosciuto.
Il suo non fu un nome d’arte scelto ad hoc, come molti pensano, bensì il suo nome di battesimo, scelto dai suoi genitori nella più totale innocenza: è il nome di un isola polinesiana e significa “Il posto dove il mare è più profondo”. Trovo però che l’assonanza con la parola “moan“, dall’inglese “gemito” sia talmente calzante da far pensare ad un intervento del destino, se credete a queste cose (io un po’ ci credo).
La sua era una famiglia conservatrice, molto credente e piuttosto tranquilla; Moana crebbe quindi in un ambiente religioso, piuttosto contrario a qualsiasi comportamento fuori dalle regole.
Ma tutti i tentativi dei genitori di trattenere la ragazza non ebbero alcun risultato e lei riuscì persino ad entrare in possesso di alcuni giornaletti porno, imitando poi con il fidanzato le pose delle ragazze fotografate.
Tra i tanti particolari del suo modo di vivere mi colpisce particolarmente il fatto che lei non si vergognasse mai, né si sentisse in colpa per ciò che era, pur credendo in Dio e rispettando (alcuni) degli insegnamenti cattolici. Lo trovo d’ispirazione.

Quando iniziò la sua carriera a Roma negli anni ‘80, in una società che non apprezzava la pornografia, pur facendone largo uso, tanto meno vedeva di buon occhio l’espressione della sessualità femminile Moana non era certamente disposta a nascondersi, anzi, tutto il contrario.
Una volta imboccata la sua strada, nulla poté più fermarla. Le piaceva fare sesso, si divertiva e tanto le bastava.
Riuscì persino a portare il porno a Teatro con uno spettacolo dove, spogliandosi, interrogava il pubblico sul sesso, cominciando poi a masturbarsi ed invitando chi dava le risposte migliori a “partecipare”.
Anche io mi sarei divertita tantissimo a far parte del pubblico, lo ammetto senza nemmeno un po’ di vergogna.

Conoscendo meglio il personaggio di Moana Pozzi mi sono ritrovata molto in lei e sento di non essere l’unica ragazza a poterlo fare. Per questo ho deciso di parlarne. Non tanto per la sua fortunatissima carriera da attrice porno, non è questo il punto, non sto esaltando il cinema hard. Vorrei portare l’attenzione su quanto la ‘Regina del Porno’ fosse una donna poliedrica, che leggeva tantissimo interessandosi anche di politica.
Era tutto questo, certo, ma soprattutto era libera. Non aveva paura di mostrare il suo corpo o di esternare il suo pensiero e non cercava mai di reprimere la propria indole. Tutto questo, insieme alla sua innegabile bellezza fisica, l’ha resa una donna estremamente affascinante, unica nel suo genere. E’ in tante di queste cose che io mi sono ritrovata e in cui spero si ritroverà anche chi tra voi leggerà.
Moana visse la sua sessualità liberamente, senza curarsi dei giudizi della società o delle opinioni degli altri. Conosceva il suo potere e la sua attrattiva, amava quello che faceva e sfruttava tutto questo per dare ma soprattutto darsi piacere.

Venne spesso accusata da altre donne di andare contro gli ‘ideali del femminismo’, di essere la “donna oggetto” usata dagli uomini con cui intratteneva i suoi rapporti sessuali: niente di più lontano dalla realtà, come lei stessa spiegò in molte occasioni.

Forse dovremmo iniziare a considerare donne come Moana Pozzi una fonte d’ispirazione, anziché dei personaggi semplicemente ‘stravaganti’.

La gente vive male la propria sessualità: la vera perversione è la routine. Il sesso è anche nero, contorto,corrosivo non è sempre una cosa gioiosa.

Ascoltando le parole dell’attrice sembra che anche oggi, purtroppo, le cose non siano cambiate così tanto.

Impariamo a conoscere quello che ci piace davvero (nella sfera sessuale ma non solo) ed iniziamo ad esprimere i nostri interessi, a goderne appieno, senza preoccuparci di compiacere le altre persone. Viviamo noi stessi liberamente, come fece Moana, a modo nostro.

Grazie Iris!

Aspetto le vostre lettere e nel caso vogliate parlare con me vi aspetto su instagram o in libreria con il mio libro a tema sessualità con altre vicende come questa: “Il Corno del Rinoceronte

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