Il Sentiero dello Spirito del Bosco – Lombardia

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Il Sentiero dello Spirito del Bosco – Lombardia

Sappiamo benissimo che l’Italia è meravigliosa, ma non solo il nostro Bel Paese ci può offrire città piene di cultura e panorami incredibili. La nostra stessa regione (qualsiasi essa sia) ha questo potere: contiene piccoli tesori che noi abbiamo sempre ignorato. Una delle cose che mi sono ripromessa, quindi, è quella di esplorare anche le zone vicine. Incominciando proprio dalla montagna. Ancora non si poteva uscire dai confini regionali, ma le quattro mura di casa stavano diventando strette e il parco era pieno di persone. Pochi elementi che hanno fatto pensare a molti, me inclusa, di andare a rifugiarsi in montagna con una bella escursione.

Cosa significa camminare in montagna?
La montagna può essere tante cose per chi decide di sperimentarla.
Io, non allenata e nella vita un po’ imbranata, volevo trovare qualche cammino semplice, giusto per cambiare un po’ aria e immergermi nella natura – un desiderio che chi vive in città può sapere bene quanto intenso sia dopo mesi e mesi fermi in casa. Se poi a una passeggiata semplice ci uniamo gnomi e folletti… Beh, è proprio il sentiero che fa per me!

Da Canzo infatti parte il sentiero dello spirito del bosco: una salita semplice, di un paio di ore, che ci fa arrivare a un bel rifugio (e da lì si può proseguire ancora, come succede sempre in montagna, che offre un sentiero e in realtà ne offre mille insieme). La particolarità? Le statue di legno che raffigurano il popolo dei boschi.
Personaggi fantastici come gnomi, streghe, fauni… ma anche mani, zampe che escono da una roccia, animali nascosti tra le fronde, casette di legno e labirinti.
Meraviglioso per i bambini, ma anche per chi, come me, ha voglia di qualcosa di non troppo difficile e di fiabesco, per unire alla gita nella natura anche un po’ di fantasia.

Io sono salita dal sentiero geologico e sono scesa poi dall’altro lato, percorrendo il sentiero degli spiriti. In realtà gli Spiriti sono disposti per gli esploratori che salgono, e che quindi percorrono all’inverso il percorso, ma in realtà mi sono trovata bene anche così. Ho evitato abbastanza le famigliole che, probabilmente, facevano il giro contrario. In ogni caso vi consiglio di fare due strade diverse per scendere e salire, per cambiare un po’.

Alcuni consigli tecnici: ci sono abbastanza parcheggi a Canzo. Se partite molto presto la mattina, potreste trovare liberi i parcheggi più vicini alla fonte Gajum, da cui partono i sentieri. Se siete meno fortunati (o più dormiglioni, come me) potete parcheggiare in città, fare una bella colazione abbondante (la seconda colazione) prima di salire.
Io ho parcheggiato al Piazzale Giovanni XXII di Canzo, e fatto la mia prima colazione con distanziamento alla pasticceria Citterio, che mi sento di consigliarvi. Da lì, ci sono le indicazioni per salire alla Fonte Gajum/Prim’Alpe.

Il sentiero è medio-facile e cioè: non ci sono salite troppo impegnative, ma io (che vi ricordo, non sono per niente allenata) ero cotta e stracotta a fine giornata. Il dislivello è comunque di 400 metri e la durata di circa due ore.
Una volta arrivati al rifugio c’è uno spiazzo verde (sul pendio) grande su cui poter fare pausa pic nic. Prova distanziamento sociale superata alla grande (anche se speriamo presto di non doverci preoccupare di una cosa così). Per i bambini poi c’è anche la fattoria del rifugio che è sicuramente un bello svago dopo la camminata.
Una delle cose più belle che capitano durante il sentiero è sentire le storie improvvisate dei bambini che scoprono le statue, corrono per superarti e per salutare gli spiriti incontrati.

I luoghi sono sempre fonti di narrazioni e di storie, valorizzarli in questo modo ci aiuta a lasciarci guidare dalla fantasia.
(Sono pronta per nuove gite ed esplorazioni! Ma diteci, vi piacerebbe venire con noi prima o poi?)

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