Shodo, un pennello ed un attimo tutto per se
Vi siete mai svegliati in quel momento in cui è troppo tardi per tornare a dormire, ma troppo presto per iniziare la vostra giornata? Da qualche tempo, quando mi succede prendo un foglio, un pennello ed inizio a scrivere. Fuori è buio, ma non troppo, i suoni della notte ti pizzicano le orecchie di tanto in tanto, senti solo il tuo respiro ed i tuoi pensieri. È un attimo particolare, se ci si sofferma troppo si rischia di perdere il momento in una marea di considerazioni indesiderate.
Per questo ho deciso di ascoltare il pennello. Adesso senti solo il tuo respiro e le setole sulla carta, davanti ai tuoi occhi una distesa bianca che stai lentamente riempiendo di nero. Ho iniziato veramente da pochissimo a prendere lezioni di Shodo (la calligrafia giapponese) perché l’ho sempre trovata bellissima da osservare e rilassante da praticare. Per non parlare della soddisfazione che si ha quando finalmente i tratti corrispondono a quello che si stava cercando di ottenere. Volevo raccontarvi un po’ della sua storia e spiegarvi come iniziare, sperando vi faccia piacere.
Un po’ di parole L’arte della calligrafia è stata importata in Giappone dall’artista Wang Xizhi, e fin quasi alla fine dell’epoca Heian i calligrafi giapponesi erano molto attenti ad emulare il più possibile lo stile cinese, in quanto tutta la cultura proveniente dal Paese era considerata superiore. Conoscere e praticare la cultura cinese, in particolare avere una buona padronanza dei kanji e della scrittura, era segno di grande intelligenza e cultura. Non era raro che aristocratici di tutte le classi venissero giudicati in base alla loro abilità con la scrittura. Chi di voi ha letto i diari e i romanzi delle cortigiane dell’epoca Heian sa perfettamente quanto l’abilità di comporre versi e trascriverli in un modo piacevole e “appropriato” influenzasse gran parte della vita di corte.
Sul finire del periodo Heian, con l’avvento dei kana, i sillabari giapponesi, i due Paesi hanno iniziato una divisione culturale, che ha portato allo sviluppo della cultura del Sol Levante così come la conosciamo oggi. Nella calligrafia abbiamo avuto una differenziazione degli stili di scrittura, in più si è iniziato ad applicare le nozioni base dello Shodo alla pittura, dando origine alle stampe Sumi-e, che utilizzano l’inchiostro.
Esistono diversi stili calligrafici, che possiamo sintetizzare in tre macrogruppi.
- Kaisho 楷書 che possiamo considerare come il nostro stampatello, chiaro e preciso, non viene tralasciato un singolo tratto.
- Gyosho 行書 un semi-corsivo, ossia una versione a metà tra la precisione dello stampatello e la fluidità del corsivo. Alcuni tratti possono essere uniti o semplificati, ed è più veloce.
- Sosho 草書il corsivo. Usato principalmente per prendere appunti, è estremamente veloce e difficile da leggere per i non addetti ai lavori, i tratti vengono cambiati e uniti in un unico tratto, dando un’impressione di fluidità assente negli altri stili.
Oltre a questi tre, esiste il Tensho 篆書 usato per incidere i sigilli, e il Reisho 隷書 dal tratto molto spesso e dall’aspetto imponente, usato inizialmente dai monaci.
Adesso che più o meno sappiamo in cosa stiamo per impelagarci (no dai, scherzo) passiamo alla pratica.
Come inizio a praticare la calligrafia?
Tradizionalmente, vi sono quattro strumenti fondamentali che permettono di avere tutto l’occorrente per scrivere:
– Il pennello (Fude 筆) inizialmente in legno e peli animali. Oggi sintetico o in pelo di pecora.. Ci sono tre tipi di pennello, ossia Chouchou, Chuchou e Tanhou, a seconda della lunghezza delle setole. A differenza dei nostri pennelli, le setole sono molto morbide e flessibili.
– L’inchiostro (Sumi 墨) si trova in forma di panetti o bastoncini, da macinare e miscelare con acqua all’occorrenza. In base alle condizioni ambientali e alla quantità d’acqua ha diverse gradazioni di nero e grigio. Esistono anche inchiostri blu, rossi e oro. E inchiostri colorati moderni.
– Suzuri 硯 la pietra (solitamente di fiume, ma oggi anche in altri materiali) che serve per macinare l’inchiostro.
– Washi 和紙 la carta di riso giapponese.
Ok, ma dove le trovo tutte queste cose, e come si usano?
Personalmente, dato che siete all’inizio, vi consiglio di utilizzare qualcosa di molto più semplice.
Cosa? Una Fudepen ricaricabile e della carta comune.
In questo momento nemmeno io sto usando un set tradizionale, anche se nelle prossime lezioni imparerò ad usarlo, auguratemi buona fortuna. Va bene la carta usata per le stampanti, anche se vi consiglio qualcosa di più morbido e poroso, come i quaderni fatti di carta poco raffinata, danno un effetto migliore.
È il momento di passare all’azione. Come si scrive?
Bene siamo arrivati all’ultima parte, ed essendo la più importante… Sensei, scelgo te!
Ebbene sì, la mia Sensei è qui per aiutarci. Il suo nome è Shinei, ed non posso che parlar bene di lei, è tra le persone più disponbili che abbia mai conosciuto. Le sue pagine instagram e Facebook sono piene di lavori interessanti perdereste ore ad ammirarli, ha da poco aperto un canale Youtube dove posta video di calligrafia e cultura giapponese, ed ha iniziato ad offrire lezioni online in inglese e giapponese. È un ottimo modo per avvicinarsi a questa arte, e anche per far pratica con una lingua straniera. E in ogni caso è un’insegnate incredibile, semmai voleste provare non avrete assolutamente nulla di cui preoccuparvi.
Grazie a lei ho qui dei video che ci aiuteranno a capire come realizzare ogni tratto base dello Shodo.
- Il tratto orizzontale
Per questo tratto è importante ricordare che l’angolazione del pennello all’inizio alle estremità del tratto deve essere di 45gradi.
Per ottenere un buon risultato bisogna posizionare il pennello come vedete nel video e iniziare ad applicare un po’ di pressione verso la punta, una volta che si sarà piegata, potete iniziare a scorrere verso destra.
Man mano che scorrete verso destra applicate una pressione leggermente crescente, in modo che la parte destra del tratto sia leggermente più stretta. Una volta arrivati alla fine, non sollevate il pennello. Bensì ruotatelo leggermente in modo che la punta si sposti verso l’alto, e fatelo scorrere un po’ verso il basso, chiudendo così il tratto, la cui estremità avrà un’angolazione di 45gradi.
- Il tratto verticale
L’angolazione di questo tratto è leggermente diversa.
L’inizio dovrà essere di 30gradi, per ottenerlo dovrete seguire un po’ quello che avete fatto per il tratto verticale. Questi tratti hanno lo stesso spessore per tutto il tempo, ma ricordate che devono essere leggermente più grossi di quelli orizzontali.
Ci sono tre modi per chiudere un tratto verticale, si può estendere “a punta” sollevando gradualmente il pennello, chiuderlo in modo “pulito” allo stesso modo di come si chiude un tratto orizzontale, oppure chiuderlo ad uncino (hane). Vedremo più avanti come realizzare l’ultimo. Non preoccupatevi se le prime prove saranno un po’ sghembe, sfortunatamente in assenza di un insegnante bisogna sperimentare finché non riuscite a capire come eseguire il movimento corretto. Il lato positivo è che nessuno vedrà mai i nostri pasticci.
- I tratti verticali verso destra e sinistra
Entrambi utilizzano la stessa tecnica che si usa per chiudere i tratti verticali “a punta” ma curvano verso sinistra e destra. Iniziamo con il tratto verso sinistra, ha un modo di chiudere il tratto leggermente più immediato. Per comodità tracciate prima un tratto orizzontale e uno verticale sovrapposti in modo da avere un punto di partenza preciso.
Posizionate il pennello all’intersezione dei due tratti ed iniziate a scorrere verso il basso e a sinistra. Una volta arrivati verso la fine, riducete lentamente la pressione e sollevate il pennello.
Per il tratto che va verso destra invece dovrete fare qualcosa di leggermente diverso.
Potete prendere come base il lavoro precendente. Stavolta, verso la fine dovrete fermare un momento il pennello, aumentando leggermente la pressione, per poi spingere il pennello verso destra.
- Piega
Questo è un tratto utilizzato per quei kanji “quadrati” In questo caso il tratto orizzontale non viene semplicemente chiuso, ma piega in basso in un tratto verticale.
Per ottenere questo risultato dovrete tracciare una linea orizzontale. Arrivati alla fine non chiudete, invece applicate pressione e fate ruotare la punta verso l’alto. A questo punto completate il tratto verso il basso. Per via della pressione, sarà più spesso del tratto orizzontale.
- Uncino (hane)
Per questo tipo di chiusura, una volta arrivati alla fine del tratto, dovrete nuovamente fermare il pennello ed aumentare la pressione.
A questo punto però quando solleverete il pennello dovrà “schizzare” verso l’alto, inclinandosi leggermente. Fate pratica esagerando il più possibile l’uncino, perché è divertente e perché aiuta a visualizzare quello che si sta facendo. Potete anche ridere in modo inquietante e con una sveglia in sottofondo se vi va, poi mollare tutto e andar per mare.
- Punto
In poche parole il punto si fa nello stesso identico modo in cui si inizia un tratto verticale. Poggiate la punta ad un angolo di 45gradi, per poi muovere leggermente il pennello verso il basso.
Personalmente ho trovato che il punto sia quello più difficile da realizzare, serve del tempo per capire come applicare la pressione nel modo giusto in uno spazio così piccolo.
Provate ad allungarlo all’inizio, è più facile vedere poi come avete gestito il pennello.
Bene! Con questo abbiamo coperto tutti i tratti base.
L’ultima cosa che io e la mia Sensei vogliamo mostrarvi è il kanji di Ei (eterno) che da solo combina tutti i tratti fondamentali dello Shodo.
È un bel kanji e un ottimo modo per mettere in pratica tutto quello che abbiamo imparato nello stesso momento.
Grazie mille per essere arrivati fino in fondo a questo… Articolo? Tutorial?
Spero vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito, se avete domande o volete mostrarmi i vostri esperimenti, mi trovate in pagina!
Spero di avervi dato qualcosa di nuovo, che possa portarvi dei momenti di relax in cui esistete solo voi e il vostro pennello. Un ultima cosa, andate a vedere i lavori di Shinei, non ve ne pentirete!
Facebook Shinei Japanese Calligraphy Artist
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