EVE Online, un rilassamento impegnativo
Recentemente il presidente islandese Guðni Thorlacius Jóhannesson è apparso in video invitando i suoi concittadini a farsi forza l’un l’altro in questa situazione difficile dovuta all’epidemia e a restare a casa giocando a EVE Online, il prodotto di punta di CCP Games, “per rilassarsi”.
Non sono mancati immediatamente i sagaci pareri di qualcuno: “EVE Online per rilassarsi? Si vede che non ha mai giocato al gioco”, è attualmente il commento più votato su YouTube. Eppure, anche se ovviamente Jóhannesson potrebbe non essere un hardcore gamer di EVE, le sue parole hanno un fondo di verità. O meglio, possono legittimamente far emergere una domanda intrigante: è possibile un rilassamento a mente accesa?
EVE Online è infatti un gioco complesso, nel quale far lavorare costantemente il cervello per ottenere anche il più insignificante degli obiettivi – un gioco sandbox al limite dell’inapprocciabilità, che però ha basato proprio su questo il suo successo planetario, al punto da venire citato come esempio di “cose da fare” durante la quarantena dal presidente dello Stato da cui proviene. Solitamente quando si pensa al verbo “rilassare” viene alla mente una situazione di ozio: un momento nel quale gli impegni sono finiti ed il soggetto può buttarsi sul divano o su un equivalente di esso per godere passivamente del riposo dopo i suoi precedenti impegni. Ed in effetti il vocabolario Treccani dà, tra i significati, anche questo, nello specifico per ciò che concerne il participio passato, “rilassante”: <<“rilassante”, frequente come agg.: trattamento, riposo rilassante; un hobby, una lettura rilassante, piacevoli e non eccessivamente impegnativi>>.
Ma il primo significato è leggermente diverso: <<Allentare, distendere, far diminuire la tensione fisica e psichica>>. In questo senso non è necessario che il passatempo sia “non eccessivamente impegnativo”, ma l’unico requisito per il rilassamento è quello di produrre un effetto di allentamento della tensione. Dunque, se l’esperienza di ognuno non bastasse, anche il vocabolario ammette la possibilità di “rilassarsi impegnandosi”: un ossimoro soltanto a prima vista.
In molti infatti prediligono passatempi che sembrano richiedere un grande impegno, ma che a fronte di questo danno anche un riposo mentale non sottovalutabile. E se questo si può vedere primariamente nei videogiochi, che sono interattivi per definizione e nei quali quindi l’utente deve per forza impegnarsi (anche solo a premere qualche tasto ogni tanto), lo stesso si può dire anche in riguardo a medium diversi, come il cinema.
Soltanto all’apparenza medium del tutto passivo, in realtà anche la visione di un film può estrinsecarsi in un impegno, se l’attenzione dello spettatore è massima ed egli è appassionato del cercare i dettagli, notare i riferimenti, osservare le perizie registiche. E che dire poi di quanti nel loro tempo libero progettano, costruiscono, migliorano e creano? Qualsiasi sia la materia con cui operano, dal reale al digitale, dall’argilla ai caratteri di un documento word, il loro è un rilassamento impegnativo. Lo stesso poi può dirsi di tutte le attività sportive svolte “per rilassarsi”.
Insomma, è chiaro che il concetto dell’allentamento della tensione nulla ha a che fare con l’ozio propriamente detto: il blob informe che diventiamo, stravaccati sul divano dopo una lunga giornata, non è che uno dei possibili metodi con i quali si riprende l’energia mentale e fisica che si è spesa altrove. Ma il corpo umano e la sua psiche sono tanto particolari quanto contraddittori, e si è visto come in molti casi è proprio un impegno ulteriore quello che ridà, con gli interessi, l’energia spesa. Proprio nella fruizione attiva ed impegnativa di qualcosa, poi, si dà il vero miglioramento individuale: la riflessione tra le pagine di un libro, la voglia di migliorare in un videogioco, l’analisi post-visione di un film. Tutti atti che, se compiuti bene, arricchiscono il loro soggetto: lo rendono più esperto e più coscienzioso, e molto spesso le abilità e le forme mentali acquisite in questi momenti non sono fine a se stesse, ma vengono portate dietro nella vita di tutti i giorni, quella al di là del rilassamento.
Dunque Jóhannesson senza volerlo ha posto un tema interessante: la possibilità di rilassarsi giocando ad uno dei giochi più incarogniti che si siano mai visti. Ebbene è chiaro che ciò è possibile, se non per tutti, almeno per alcuni. E ancora una volta si palesa come non esista un’attività migliore ed una peggiore: ciò che cambia, in questi ambiti di miglioria personale, è il modo con cui ci si approccia ad ognuna di esse.
di Giacomo Conti (MMO.it)
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