Milano si è fermata
La nostra povera Milano è malata, non è la prima volta, alcuni dicono che sarà l’ultima. Noi delal redazione ne soffriamo. Milano è la nostra città, quel colorito grigio era grigio, ma non smunto. Ora invece è verdognola e prende grandi sospiri come non ha mai fatto. e noi con lei.
Questo è stato il primo anno senza la nostra consueta Stramilano, la maratona che ormai da 8 anni percorriamo e, ancora oggi, la nostra città è ferma.
Quello che possiamo fare per tornarci il prima possibile è stare in casa e ricordare, ricordare come era e come sarà di nuovo.
Allora ripensiamo, a come era quando c’era l’acqua, molta di più a quando era “a ufo”.
A ufo? No, non stiamo parlando di terminologie aliene, di E.T. o di invasioni di extra-terresti.
Si parla di un termine con un’etimologia antichissima, diverse sono le fonti che ci riconducono all’uso del termine. È giunto il momento di parlarne.
Una versione ci riconduce all’uso dell’acronimo “ad usum fabricae” in epoca medievale quando ci si riferiva a merci destinate alla costruzione di opere d’arte o religiose libere da dazi.
Secondo altre fonti si tratterebbe dell’acronimo di “ad urbis fabricam” (per la costruzione di città) ad indicare quei prodotti utili a costruire opere cittadine e quindi non tassate.
Nello specifico venne usato sia a Firenze che a Milano con acronimi simili: “ad usum Florentinae Operae” e ” ad usum Fabricae Ambrosianae” in particolare per l’edificazione del Duomo di Milano.
Se questo non vi dovesse bastare, si può far risalire il termine a radici ancora più antiche: dal latino “ex ufficio” delle lettere commerciali non tassate, o dal germanico “ufjô” ovvero copioso, o ancora che dall’ebraico “efes” cioè gratuito.
Ad oggi è entrata nel nostro uso comune grazie a Carlo Collodi che in “Pinocchio“, nel capito 33 scrive:
“Che vuoi tu che mi faccia d’un somaro zoppo? Sarebbe un mangiapane a ufo. Portalo dunque in piazza e rivendilo.”
Si noti quindi come l’espressioni ” a ufo“, ” a uffo” piuttosto che “auffa” assumano connotazione negativa come l’espressione “a sbaffo“, cioè gratuito ma a spese di qualcun altro.
Ed è un po’ così che la ricordiamo, nonostante non ci siano quasi più memorie del passato “a ufo” della Milano grigia ma solida della quale parliamo. Allora quello che possiamo fare è chiederci perchè non siamo già fuori, forse con un po’ più di disciplina avremmo già potuto fare i primi timidi passi nella piazza del Duomo. Forse no, quello che è sicuro è che, come Milano ci insegna, le regole vanno rispettate.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.