L’articolo 4: chi c’è dietro gli Infermieri?
Di solito leggo per piacere. Ma a volte anche per studio. Leggo tante cose, poi la mia mente seleziona quelle importanti e le memorizza collegandole fra loro in una intricata ragnatela. Ogni tanto alcune letture restano più di altre. Due anni fa stavo leggendo, per prepararmi all’esame di ammissione al mio ordine professionale. Non importa quale. Fra le tante norme e informazioni varie una ha sedimentato. Una frase che ha cambiato il mio modo di pensare al lavoro. Il mio modo di pensare agli Eroi.
Quando penso agli eroi nella mia mente si creano due immagini. La prima è l’eroe fittizio, letterario. Vestito in calzamaglia o in scintillanti armature. Gli eroi letterari si distinguono per nobili ideali e pericolose imprese, più o meno realistiche. Ognuno di noi ne può fare un suo personale elenco, di solito piuttosto nutrito.
L’altra immagine è quella del volontario. In particolare l’immagine che vedo, con chiarezza, è quella del chirurgo di Medici Senza Frontiere. Ho saputo della loro esistenza da piccola e nella mia mente si sono sovrapposti benissimo all’eroe letterario. Persone fuori dal comune (poiché e risaputo che essere medici chirurghi è tutt’altro che una passeggiata), che intraprendono viaggi pericolosissimi, per salvare vite umane.
Ogni volta che li vedo in azione, ogni volta che leggo qualcosa sulle loro iniziative mi emoziono come di fronte alle pagine di un romanzo avvincente. Solo che quello che leggo è cronaca, non un romanzo di fantasia. Quello che fanno è frutto di vero coraggio. Ma non è di loro che voglio parlare. Non dei chirurghi. Avete mai guardato sul sito di medici senza frontiere? O letto i loro opuscoli?
Fra i volti che mostrano ci sono quelli di medici e infermieri certo… ma ci sono molte altre figure che girano attorno a quel progetto eroico di aiuto. Ci sono architetti che costruiscono ospedali, mediatori culturali che creano dialogo con le comunità, logisti che procurano tutto il necessario per far funzionare questo sistema complesso, segretarie e impiegati, gente che fa volantinaggio e raccoglie le iscrizioni… Senza di queste persone tutto il progetto si sgretolerebbe, tutta quella realtà di aiuto non potrebbe esistere. Sono anche loro Eroi?
Ho notato con piacere che in questi giorni di celebrazione del personale sanitario qualcuno si sta ricordando che non solo loro stanno aiutando in questa situazione difficile. Altri sono di grande aiuto, semplicemente facendo il loro lavoro.
Per esempio, aiutano le persone che raccolgono frutta e verdura nei campi, chi sta lavorando nelle stalle e nei caseifici, i commessi dei supermercati. Aiutano i camionisti che trasportano le merci. Aiutano gli operai che lavorano nelle centrali elettriche che alimentano le nostre case. Aiutano mille altre categorie che stanno semplicemente continuando a fare il proprio lavoro.
Semplicemente. Più o meno in difficoltà. Ognuno fa il suo lavoro. Sono eroi silenziosi? O fanno tutti, medici compresi, solo il loro dovere? Non so la risposta. Credo che chiunque faccia il proprio lavoro al meglio sia un po’ un eroe. E un po’ uno che sta solo facendo il proprio dovere, secondo le sue possibilità.
Magari i chirurghi di medici senza frontiere non sono eroi, ma solo uomini e donne che sanno fare qualcosa con passione, e la vogliono fare dove c’è maggiore bisogno, anche se significa rischiare la propria pelle.
Per tornare alla questione di quello che lessi due anni fa e che mi ha fatto pensare a tutto questo, è l’articolo 4 della Costituzione italiana. Che recita:
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
… E voi? State svolgendo il vostro dovere al massimo delle vostre possibilità e delle vostre scelte?
G.
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