Radio Days!

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Radio Days!

Se è vero che i nostri lettori più affezionati hanno già avuto modo di conoscere la coppia di detective Rhino & Rob è altrettanto vero che non li hanno mai visti affrontare una missione come quella che state per scoprire. Perché il loro Modus Operandi, frutto di esperienza e intuito, è stato forgiato tra le strade della provincia milanese e raramente testato al di fuori dei suddetti confini. Insomma, cosa può accadere ai detective preferiti di Niente da Dire durante una indagine in trasferta? Scopriamolo!

Io detesto ricorrere a questi mezzi”, ammette Rhino mentre getta l’ennesima occhiata al suo orologio da tasca Smiths. “Lo so bene ma so anche quanto sia necessario ingoiare il rospo in queste circostanze”, replica subito Rob, intento a esaminare su cellulare gli scatti del suo ultimo appostamento notturno. Rhino odia rivolgersi al pubblico lanciando una richiesta di aiuto attraverso uno strumento di informazione ma, talvolta, risulta l’unico metodo efficace. A Torino ha sede Radio R. K. Maroon, una emittente che monitora con rara solerzia buona parte delle attività del capoluogo piemontese e provincia. Attraverso annunci di lavoro, dediche musicali e interventi di esperti, riesce a ricostruire un’attendibile mappa delle principali attività del territorio e, soprattutto, rappresenta il perfetto megafono che investigatori e poliziotti usano nello svolgimento delle indagini. Un po’ come le conferenze stampa improvvisate degli sbirri di New York ma qui, a Radio R. K. Maroon, ci si rivolge al sottobosco cittadino e non alle masse. Rhino e Rob devono rintracciare un ricettatore fuggito dalla Regione e un annuncio ben piazzato, secondo i criteri adottati in quei canali, potrebbe fare la differenza.

Ne sono consapevole ma ciò non toglie che detesti ricorrere a questi mezzi, lo ripeto. Meno persone coinvolgo nelle indagini e meglio sto, questo non è un lavoro che si fa con gli annunci sul giornale”, replica Rhino, sempre fermo nelle sue convinzioni. In realtà, il vero dramma per entrambi è quello di uscire dalla Lombardia di provincia, il territorio che conoscono alla perfezione, per avventurarsi in zone nelle quali i loro contatti sono ridotti al lumicino. L’efficacia di un detective è direttamente proporzionale alla sua conoscenza di come muoversi nelle indagini e, da quel punto di vista, una trasferta rappresenta l’ostacolo più insidioso.

La giornata parte con un caffè frettoloso in una bettola frequentata da studenti intrisi di frenesia adolescenziale. Rhino detesta la loro noncurante attitudine nel colpire gli astanti con gli zaini voluminosi mentre Rob detesta la loro sfacciata gioventù perché sta vivendo con eccessiva apprensione il crescente numero di peli bianchi nella barba. La corsa in treno alla volta di Torino si svolge con tutta calma ma, all’arrivo in stazione, si fa strada il dubbio: utilizzare la metro o i bus per raggiungere la radio? La concentrazione di individui sudati e innervositi che pulsa sui binari della metro spinge a optare per la seconda opzione (d’altronde, si è mai visto un detective in mezzo alla folla?? Suvvia, è anche una questione di iconografia!) Peccato che l’unico bus in zona, il numero 32, abbia fama di essere puntuale quasi quanto il Titanic e Rhino & Rob ne vengono a conoscenza solo alla fermata.

Lo sconforto inizia a serpeggiare e Rhino si rivolge a un anziano che, come loro, sembra in attesa dell’arrivo del mezzo. A richiesta di rassicurazioni, l’ometto con cappello ben calcato sui pochi capelli esibisce un sorriso smagliante e confessa: “Il 32 non si sa quando arriva. Ieri, una signora lo ha aspettato per ottanta minuti!” Mentre Rob inizia a riconsiderare la sua politica di non malmenare persone di una certa età, Rhino decide di compiere una scelta letale, per qualcuno amante della comodità come lui: percorrere la distanza che li separa dalla stazione radiofonica a piedi.

Quaranta minuti dopo, i due colleghi raggiungono la sede della Maroon con l’aspetto di chi ha appena affrontato una rocambolesca evasione da Alcatraz. “Ok, lascia che registri io l’annuncio ai microfoni così tu puoi riposarti”, borbotta Rob mentre Rhino si chiude in un silenzio carico di disappunto per l’infausto evolversi della giornata. Nell’esatto istante in cui la spia rossa del suo microfono si accende, però, Rob si rende conto di come l’avanzare della sua età non si palesi solo tramite i peli della barba ma anche dal suo fiato corto a seguito di uno sforzo fisico. Il risultato? Cinque minuti di ansiti, sospiri e mormorii degni della telefonata di un maniaco nei primi anni ‘70

Quindi, fedeli seguaci, dobbiamo darvi un consiglio: se in questi giorni doveste rivolgervi a Rhino & Rob cercate di scandire le vostre parole con attenzione e precisione perché il numero di buontemponi che telefonano all’agenzia ansimando per scherzo è in pericoloso aumento e loro non hanno tempo da perdere!!

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