Quando la Terra ci chiama

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Quando la Terra ci chiama

Fin dall’antichità l’uomo ha avuto una grande fortuna: pensare. Non che gli altri animali non lo facciano, ma noi, in quanto animali, ci siamo incaponiti nel porci domande esistenziali che mettessero costantemente in discussione la realtà e, non di meno, noi stessi. La ricerca di un “Io” è sempre stata la forza che non ha mai smesso di farci evolvere come individui e come società.

Fin da piccoli cerchiamo di trovare il nostro posto nel mondo e la nostra dimensione. Cerchiamo di conoscerci e potremmo anche non smettere mai, perché la vita è un viaggio dentro noi stessi, in continue evoluzioni, in continue sfide con il mondo esterno e con quello interiore. Gli eventi che ci capitano ci parlano: situazioni che si ripetono, fatti che succedono e anche altri che non succedono, perché deve andare così. Non credo si tratti di fato, ma piuttosto di quello che siamo pronti a vivere, di quello che siamo pronti ad accogliere, nei tempi e nei modi in cui siamo in grado di affrontarli e capirli.

“Non mi sono mai accadute cose inaspettate. Molto avrebbe potuto essere diverso se io fossi stato diverso. Ma tutto è stato come doveva essere; perché tutto è avvenuto in quanto io sono come sono.” – C. G. Jung

Tante volte, perdersi è anche troppo facile. Non è semplice ritrovare la strada di “casa” dopo un lutto, dopo un trauma, ma anche dopo un semplice litigio. Tante volte l’unica cosa che si frappone fra noi e l’equilibrio interiore siamo proprio noi stessi: non ci diamo nemmeno la possibilità di affrontare le difficoltà per la paura del cambiamento che, inevitabilmente, ne seguirebbe.

In questo momento, più che mai, sembra proprio che l’Universo ci stia mettendo di fronte ad un’enorme possibilità: il ritrovarsi. La nostra libertà, quanto meno quella “esterna”, è limitata al lavoro, al supermercato e alla farmacia, abbiamo l’occasione di poter cambiare le sorti di un intero Paese stando a casa, stando con noi stessi.

Esistono modi diversi per avvicinarsi al proprio io: esercizi di mindfulness, meditazioni guidate, o anche solo rimuginare (in modo costruttivo però eh). Io però vorrei parlarvi di sciamanesimo.

I presupposti su cui lo Sciamanesimo si basa sono essenzialmente cinque:

1. La presenza di un mondo invisibile e superiore e la conseguente possibilità di accedervi ed interagirvi;
2. L’esistenza di uno sciamano in quanto tramite tra i mondi;
3. La sussistenza di spiriti guida che aiutino lo sciamano nelle sue pratiche;
4. L’esperienza estatica o di trance in cui uno sciamano entra per poter operare;
5. Il forte legame con la Madre Terra in quanto entità divina e pensante.

Si tratta di un insieme di tradizioni dell’Asia centrale, della Siberia e delle Americhe. In senso lato è ascrivibile a tutte le popolazioni paleolitiche, rappresenta da tutte quelle usanze psichiche e spirituali atte ad indagare, scoprire e conoscere il proprio io, mondi non materiali, stati mentali equilibrati e non. Alcuni sostengono che sia solamente una pratica, altri che sia una vera e propria religione, sta di fatto che una religione può comprendere elementi sciamanici, ma non il contrario. Come pratica rientra in tutte quelle religioni Animiste, cioè che credono che ogni forma di vita ma anche ogni cosa inanimata abbia un’anima o, anche detto, uno spirito, con l’aggiunta (bonus!) che uno sciamano vi può interagire in una realtà non ordinaria.

Lo sciamano è colui che guarisce l’anima, che si erge da tramite tra il malato e il mondo degli spiriti attraverso l’uso del tamburo. Infatti grazie ad esso è in grado di entrare in uno stato di estati che lo porta in una realtà superiore e ai più impercettibile per cercare aiuto per sé o per gli altri operando una guarigione, per essere da tramite tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti in modo da portare con sé messaggi e conoscenze, o per aiutare le anime dei defunti a ritrovare la pace.

Tradizionalmente la vita di uno sciamano è caratterizzata da prove: in primis lui è “paziente” di sé stesso, chiamato ad affrontare difficoltà che rappresentano i riti di iniziazione. Si dice che la “malattia” colga lo sciamano in tenera età, per temprarne lo spirito e dargli modo di realizzare il proprio scopo di vita. Superate le prove iniziatiche, sarà in grado di collaborare con spiriti ed entità in grado di coadiuvare i suoi sforzi nella guarigione di sé stesso e degli altri, diventando così un “guaritore ferito” ovvero colui che ha sperimentato la malattia, ne è guarito e perciò è in grado di condurre anche altri alla guarigione. Il suo “potere” più importante è quello di “vedere” attraverso il “velo” dei mondi e riconoscere le cause delle malattie e ad estirparle.

Il concetto di malattia nello sciamanesimo è diverso da quello che è per noi: si tratta di agenti esterni o interni che causano squilibri che possono manifestarsi sia a livello fisico che a livello psicologico. Ne “La scoperta dell’inconscio: storia della psichiatria” l’autore Henri Ellenberger elenca cinque diverse tipologie di malattie sciamaniche e le loro rispettive cure:

1. l’intrusione di un oggetto che provoca la malattia, necessita l’estrazione;
2. la perdita di un frammento d’anima, va ritrovarlo e restituito;
3. l’intrusione di uno spirito, che richiede un’estrazione o anche detto esorcismo (non parliamo di esorcismi alla “Emily Rose”);
4. la rottura di un tabù, che richiede la confessione;
5. la stregoneria, che prevede l’annullamento della magia che ha prodotto la malattia.

Fino ad ora ho sempre parlato al presente, un motivo c’è: lo sciamanesimo è più che mai contemporaneo. Parliamo di aspetti antropologici molto lontani dalla visione attuale che abbiamo della vita. Lungi da me denigrare la scienza, ma nemmeno lei è riuscita a confutare gli effetti benefici di queste pratiche ataviche né la teoria della presenza degli spiriti o del loro mondo.

Michael Harner, antropologo statunitense, ha creato la Foundation for Shamanic Studies per la divulgazione, l’insegnamento e l’applicazione del Core Shamanism (Sciamanesimo Transculturale). Questo metodo “moderno” e adattato ai bisogni dell’uomo odierno (e soprattutto occidentale) si basa sullo studio delle pratiche tradizionali ancora vigenti in America del Sud e in alcune zone della Siberia, non si rifà a nessuna pratica nello specifico ma fornisce piuttosto nozioni e principi fondamentali comuni alle diverse tradizioni sciamaniche senza per questo perderne il potere e l’intento originali.

Anche nel core shamanism si ritiene che all’origine di ogni malattia, sia essa fisica o psicologica, va ricondotta una perdita di potere spirituale della persona in questione, è necessario quindi che l’operatore sciamanico, o la persona in primis, vada a ricercare lo stato di equilibrio originario interiore in modo da poterlo ripristinare e ricercare la guarigione.

Il più grande insegnamento che ci arriva da Harner e dalla tradizione sta nella ricerca costante della pratica, della sperimentazione del singolo in quanto le conoscenze di tipo nozionistico sono difficili da tramandare letteralmente, ma più facilmente trasmissibili oralmente e nella pratica personale. Nell’apprendere queste conoscenze non basta essere presenti ed assistere alle pratiche, ma è necessario sperimentarle in prima persona. Non si tratta di un sistema di dogmi o di credenze, quanto piuttosto di ascoltare quello che la natura ci comunica, attraverso i sogni, le esperienze e anche attraverso gli spiriti guida che affollano le visioni degli sciamani.

” Lo sciamanesimo è un sentiero di coscienza, non di fede, e quella conoscenza non può venire da me o da chiunque altro in questa realtà. Per ottenere quella conoscenza, inclusa la conoscenza della realtà degli spiriti, è necessario passare per il varco dello sciamano verso altri mondi.” – M. Harner

Nella tradizione e nel core shamanism lo sciamano coadiuva le sue esperienze estatiche con l’utilizzo del suono ritmato di un tamburo; la scienza ha dimostrato che lo stato di trance in cui egli cade è facilitato da questo strumento: il suono induce il cervello a produrre determinate onde cerebrali, le onde Theta. La loro frequenza è identificata fra i 4 e gli 8 Hz e sono associate alla creatività, alla visualizzazione e all’immaginazione. Un meditatore esperto o, nel nostro caso, uno sciamano è in grado di accedervi facilmente, con o senza tamburo entrando in uno stato di coscienza espanso in totale sicurezza.

Una delle tecniche base dello sciamanesimo (tradizionale e moderno) è il Viaggio Sciamanico, un metodo che potenzialmente chiunque può attuare in qualsiasi situazione e in ogni dove. Ci mette in comunicazione con i nostri spiriti guida o alleati e serve per ottenere consigli, aiuti e anche guarigioni. Si tratta di accedere a quella realtà oltre il “velo”, alla realtà non ordinaria, “superiore”, un mondo fuori dal tempo e dallo spazio in cui ogni cosa è conosciuta. Con l’addestramento e l’aiuto delle guide è possibile accedervi senza l’ausilio di strani rituali o sostanze allucinogene di ogni sorta.

Come pratica individuale si spoglia di ogni giudizio e rimette la sua comprensione al singolo soggetto che effettua la pratica o ne richiede l’esecuzione, non c’è pratica che risulti sbagliata, visualizzazione che sia errata, ognuno è Maestro di sé. Intuito e fiducia sono alla base di questi processi mentali, bisogna affidarsi a sé stessi e alle proprie guide per potersi immergere in questi mondi non ordinari.

La via sciamanica è una via umile, è dalla terra stessa che traiamo insegnamenti, lei che ci insegna a dar valore a ciò che ci eleva e non a ciò che ci tiene legati ad una vita materiale, ci insegna a cercare noi stessi, i suoi messaggi, i suoi misteri. È un viaggio dentro di sé, dove non si smette di imparare né di chiedere consiglio ai propri maestri, siano essi di questa realtà o di quella non ordinaria. Ma per percorrere questo viaggio ci vuole tempo, disciplina, rispetto, ma soprattutto coraggio. Sì, coraggio: per essere umili, per guardarsi negli occhi, per guardarsi dentro.

Lo sciamanesimo è uno stile di vita che esorta alla verità verso sé stessi e verso gli altri, ci esorta a liberarci di ogni preconcetto sociale per il raggiungimento di un equilibrio interiore, della felicità, ci invoglia a ritrovare il nostro legame con la terra in quanto Madre.

Molte sono le filosofie che ci conducono a simili punti, ma mai come ora credo che ognuno di noi abbia bisogno di leggere di queste pratiche, anche solo per curiosità. Viviamo in un momento in cui sembra che il Cosmo ci abbia messo di fronte alla realtà dei fatti: stiamo distruggendo un pianeta meraviglioso, e lo stiamo facendo con le nostre mani, incolpando costantemente gli altri.

Non si tratta unicamente di migliorare sé stessi, ma anche di ritrovare quei pezzi delle nostre vite che abbiamo lasciato per strada o che abbiamo perduto, si tratta di ritrovare il rispetto per noi stessi, per il prossimo e per la nostra terra. La via su cui lo sciamanesimo ci conduce è di rispetto, di tolleranza e di accettazione, una via di umiltà in cui l’Ego è un nostro lato da abbracciare ma successivamente da mettere da parte, perché siamo tutti parte dello stesso disegno.

Abbiamo una grande opportunità, ad oggi l’Italia è ferma, noi cittadini lo siamo, quello che possiamo fare tornare a vivere noi stessi e in noi stessi. Le responsabilità che oggi ognuno di noi è chiamato ad assumersi fanno paura, sono difficili, pesanti. Ma necessarie. L’Universo ce lo comunica in ogni modo, in questi giorni ancora più di altri momenti: la nostra forza siamo noi. Ricerchiamoci, ricostruiamoci ma soprattutto ritroviamoci.

 

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