Il virus siamo noi
Sì lo so che palle, sempre a parlare di questo maledetto Covid-19 che poi in realtà si chiama SARS-Cov-2 ma è già tanto se lo chiamiamo coronavirus e abbiamo smesso di chiamarlo virus cinese.
La mia analisi vuole essere qualcosa che va più sull’antropologico che sul virologico, anche perché di medicina non so molto, ma sull’essere umano qualcosa sì. Mentre sto scrivendo, ho la testa che mi esplode letteralmente (quanto è odioso l’uso a sproposito di questo avverbio?! Beh, nemmeno lo 0,0001% di quanto sia scorretto e detestabile chiamare il virus “cinese”) di informazioni recepite e che vorrei farvi ricevere. Non è facile fare mente locale su quanto è stato detto, scritto, letto, inventato, trapelato, incasinato in questi giorni e probabilmente mentre scrivo tutto sta già cambiando, e mentre tu stai leggendo, forse sarà ancora diverso.
Non importa.
Calma.
Slow down.
Questo è il messaggio prioritario: dobbiamo darci una calmata.
Ma non una calmata del tipo “Don’t panic”, una calmata tipo frenata-gigagalattica-globale-universale-che-dobbiamo-smetterla-di-rincorrere-cose-a-caso.
Io credo nel karma.
Credo che nelle leggi dell’equilibrio universale.
Credo che ci sia una motivazione e una causa / conseguenza / ribilanciamento cosmico a ogni nostra cacchio di azione. E se le nostre cacchio di azioni sono ripetutamente violentemente volontariamente di distruggere, denigrare, schifare, annientare ciò che l’Universo ci ha messo a disposizione, ebbene, allora stiamo soltanto facendo i conti. Stiamo solo appianando quello scompenso enorme che abbiamo creato. Non nella prossima vita, non in una eventuale reincarnazione, non i nostri discendenti, no, noi adesso. Comodo dire “Ma sì ci penso dopo” oppure “Ah devo essere stato tanto cattivo per meritarmi quel che sto subendo ora ma di certo non è colpa mia di niente”.
No, non funziona così.
Non che io sappia come funziona l’Universo per carità, ma di certo scaricare le proprie responsabilità sugli altri, non è come funziona.
Prima era colpa dei cinesi, quei maledetti che mangiano i cani e gli sta bene, viva il karma.
Poi era colpa dei cinesi qua, quei maledetti che vengono a rubarci il lavoro e in cambio ci portano i virus puzzoni.
In seguito è stata colpa dei polentoni, che si sono beccati il virus lombardo e non smettono di andare in giro ma in fondo gli sta bene perché se la tirano troppo.
Poi c’è stato evviva è vacanza, hanno chiuso le scuole.
Quindi è stata colpa delle agenzie di viaggio che hanno fatto delle mega promo per fare viaggi scontatissimi.
Dopodiché è diventata colpa di quelli che fanno i selfie in montagna e imballano i supermercati la domenica pomeriggio.
Allora è stata colpa del governo che è incapace.
No è stata colpa dei giornalisti che fanno trapelare le notizie.
Dopo è stata colpa dei teroni che sono tornati a casa, in stile 1997: fuga dalla Lumbardia.
Dopo ancora la colpa è passata ai tedeschi che ci nascondevano il virus…
Mi fermo un attimo a prendere fiato, tanto hai capito il punto.
L’hai capito?
Il punto è che le persone siamo noi.
Quando si parla della gggente, non è che c’è una strana estranea componente che arriva a calarsi dall’alto e caca su tutte le cose belle che noi facciamo abitualmente.
No, siamo noi che ci cachiamo sopra al bello che abbiamo a disposizione.
Siamo noi che discriminiamo, non serve essere razzisti per avere comportamenti discriminatori, verso i vecchi, i disabili, le donne, gli uomini, i bambini, qualsiasi persona che non ci piaccia.
Siamo noi che produciamo gas di scarico perché non sappiamo fare nemmeno due chilometri a piedi.
Siamo noi che piangiamo miseria e apriamo mutui per andare in vacanza alle Maldive e fare invidia agli altri.
Siamo noi che ci nutriamo delle sfighe altrui.
Siamo noi che ci rompiamo le palle a far la raccolta differenziata.
Siamo noi che buttiamo la plastica negli oceani.
Siamo noi che non sappiamo fare a meno di Netflix, del parrucchiere o del nuovo videogame, ma pretendiamo che in questa situazione di crisi il governo paghi le bollette al posto nostro.
Siamo noi il virus.
Dunque in queste giornate di riposo, ferie, smart working, lavoro regolare, qualsiasi cosa stiamo passando, approfittiamone per riflettere.
Dobbiamo tutti rivalutare il nostro modo di vivere.
Facciamolo positivamente, magari, senza andare a distruggere e facendo esplodere tutto ecco.
Ma il cambiamento, il movimento, la rivoluzione, deve partire da dentro di noi.
La società ce lo impedisce?
Noi siamo la società, il resto sono solo scuse.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.