Esploratori di mondi virtuali

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Esploratori di mondi virtuali

Quando si parla di videogiochi si sente spesso il termine “mondo virtuale” per indicare, intuitivamente, che si sta parlando di uno spazio virtuale. Spesse volte, tuttavia, il termine è usato a sproposito e non possiede solo questo significato. Certamente giochi come Skyrim o Tameria (The Witcher) sono considerati mondi virtuali, ma solo tramite un’estensione di significato. Secondo Richard Bartle, game designer e docente, il mondo virtuale è:

“an automated, shared, persistent environment with and through which people can interact in real time by means of a virtual self”
“un ambiente automatizzato, condiviso e persistente. Attraverso cui le persone possono interagire in tempo reale per mezzo di un loro sé virtuale”

Il mondo virtuale, secondo questa definizione, ha quindi necessità di persistenza, ovvero deve esistere anche dopo che il giocatore si è disconnesso. In questa definizione rientrano principalmente gli MMORPG e gli MMO in generale, anche se non tutti gli MMO possono essere considerati stricto sensu dei mondi virtuali; alcuni per la presenza di molte aree istanziate, che rendono frammentaria l’esperienza online.

La creazione di questi vasti paesaggi in computer grafica rappresenta senza ombra di dubbio uno sforzo lavorativo gigantesco, che favorisce il coinvolgimento spaziale del giocatore rendendolo per certi versi ammaliato e immerso interamente all’interno del paesaggio e del mondo proposto. Esplorare il mondo di gioco costruito, inteso non solo come geografia, rappresenta una grande attrattiva alla quale moltissimi giocatori, me compreso, non riescono a fare a meno. Questo tipo di coinvolgimento è, se non tutto, sicuramente gran parte del gioco, poiché il nostro avatar si muove all’interno di un contesto narrativo e di background che giustifica le sue azioni e lo portano a comportarsi in una maniera piuttosto che in un’altra.
Il viaggio che l’avatar si appresta a compiere è un cammino alla scoperta del mondo e alla scoperta dei suoi ideali, che non sono intrinsechi al momento della creazione, ma che mutano a contatto con gli NPC e con gli altri giocatori incontrati. Si può quindi tranquillamente affermare che il nostro videogiocare sia nient’altro che un modo differente di viaggiare. Una finestra, come è stato da molti definito, per altre realtà o universi alternativi verosimili. Umberto Eco e altri semiologi li hanno definiti Mondi Possibili.

Per raccontare meglio questo concetto mi viene in aiuto uno dei videogiochi citati precedentemente: Skyrim.
All’interno del titolo sviluppato da Bethesda, che non rappresenta propriamente un mondo virtuale ma sicuramente una sua declinazione più che valida, l’avatar si risveglia sul famoso carro (noto meme) che lo trasporta al patibolo per l’esecuzione ad opera della fazione imperiale. Un’esecuzione che riguarda alcuni membri dei Manto della tempesta, movimento reazionario guidato da Ulfrich Manto della Tempesta, con il quale noi non abbiamo nulla a che vedere in quanto siamo stati catturati perché volevamo scappare dalla regione.

Mondo Virtuale

Quando finalmente ti svegli in un mondo virtuale

Una volta liberati dalla prigionia grazie all’arrivo del drago (o viverna) si ha la possibilità di entrare in contatto con Skyrim e la sua popolazione, con le culture e con la sua idea sui Manto della tempesta e sugli Imperiali. Viaggiando in lungo e in largo abbiamo la possibilità di conoscere diversi posti, completare quest e vivere immersi in diversi ambienti che possono parteggiare rispettivamente per una fazione piuttosto che per l’altra. La nostra concezione di uno o dell’altra causa si forma nel nostro cervello solo a contatto con i personaggi non giocanti ivi presenti. Questo discorso vale sia per il mondo reale che per i mondi virtuali. Dal punto di vista psicologico, il viaggio comporta la scoperta degli altri e di noi stessi. Questo è lo stesso concetto che smuove il nostro vagare per il mondo virtuale, alla scoperta degli altri per scoprire il nostro posto nel mondo e nel suo equilibrio implicito.

Viaggiare attraverso i videogiochi, l’arte e i film è esattamente come viaggiare fisicamente. Poiché in qualsiasi opera d’arte si materializza in quel momento un cosiddetto mondo possibile. E chi usufruisce di arte è di per sé un viaggiatore di molti mondi, alcuni di questi virtuali.

 

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